È sempre bello constatare che qualcuno preferisce ragionare che far gregge dietro ai capipopolo.
Con il Costa, al quale faccio i miei complimenti (a 23 anni un curriculum come il suo me lo sognavo), non sono del tutto d’accordo (sulle preferenze in particolare) ma è così che bisogna ragionare, è a partire da queste premesse che bisogna discutere.
C’è un moralismo montante che mi lascia perplesso, si sta forgiando questo stereotipo in base al quale se non sei incazzato come una biscia verso l’intera classe politica di ieri, oggi e domani non puoi dire di avere un impegno civile. Negli anni 70 c’era lo stereotipo che per essere colto o impegnato dovevi essere di sinistra, oggi c’è questo. Non so quale sia meglio. Per quel che mi riguarda, sono fiero di essere stato fuori, allora come oggi, dallo stereotipo prevalente.
27 Luglio 2007
Vaffa al vaffa
3 Comments »
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Ieri come oggi, l’ipocrisia regna sovrana. Certo alcuni pseudo intellettualoiodi-sinistrorsi si divertono con questi giochetti “rumorisi” la cui sostanza è davvero nulla.
Bel post: hai detto cose con poche parole. Dubito sempre di chi argomento con troppe ciarle :)
Alla prossima
Comment di Oniros — 27 Luglio 2007 @
Mi limito a incollare questo mio commento in risposta all’amico Francesco Costa, perché penso sia meglio diffondere informazioni discusse e complete piuttosto che parziali che rendono difficile un sereno giudizio dei lettori.
Colgo l’occasione per salutarti con la promessa che tornerò su questo blog che prima non conoscevo.
Ciao
Luca
Incollo:
(…)
1) PARLAMENTO PULITO. L’eguaglianza ex art. 3 Cost. è forzata se si interagisce nel discorso dell’eleggibilità politica. La ratio della norma è tutt’altra e di carattere sociale (in primis) e giudiziaria, come puoi leggere dall’inizio della stesso primo comma: dignità sociale ed uguaglianza davanti alla legge. Al secondo comma ciò è ribadito dai compiti della Repubblica: rimuovere gli ostacoli di carattere economico e sociale. Nel sociale non rientra la politica, ma il lavoro e l’assistenza, le politiche sociali, le pari opportunità (in senso di welfare), la vita del cittadino. Nel giudiziario lo capiamo da sè.
In merito all’eleggibilità in Parlamento, va detto che l’art. 65 Cost. pone una riserva di legge: “La legge determina i casi di ineleggibilità e incompatibilità con l’ufficio di deputato e di senatore“. E’ su questo punto che dobbiamo soffermarci, facendo quello che si è fatto con tanti altri settori della Pubblica Amministrazione: la legge deve prevedere le condizioni che puntino al miglioramento dell’azione pubblica, affinché la P.A. lavori con efficacia ed efficienza, secondo i criteri di buon andamento.
Tante sono le limitazioni che possiamo trovare in cariche pubbliche, perché al Parlamento non ne mettiamo? Solo per permettere il voto a carattere esclusivamente pubblico? No, credo che il legislatore deve prevedere delle limitazioni per garantire il buon andamento della legge stessa e quindi del Parlamento e, ovvio, del Governo che sta al vertice della Pubblica Amministrazione.
2) DUE LEGISLATURE. Anche io avevo pensato al giochetto per ingannare il vincolo delle due legislature. Ma la proposta non parla di max 2 legislature “consecutive” ma semplicemente di “due legislature” e quindi la sommatoria va anche a singhiozzo. Dopo aver lavorato in due legislature, anche di durata inferiore al quinquennio e anche in momenti diversi, non si può essere rieletti.
Forse sarà meglio specificare il cavillo “indipendentemente dalla durata delle legislature” onde evitare diatribe giuridiche. E sicuramente specificare “ancorché non consecutive” sarebbe decisamente intelligente!! Cmq il vero inganno l’hai trovato tu con il Parlamento europeo, che manovra tutto al di sopra…
In conclusione, quindi, ritengo che sia bene tentare questa svolta, anche se non ho fiducia: non penso che il parlamento approverà una tale proposta di legge o, se lo farà, scriverà un testo aggirabile. Ma “meglio tentare né” :)
(…)
Comment di Loud — 28 Luglio 2007 @
ok loud, ma non c’è bisogno di incollare un commento lasciato su un altro post, se c’è il link al post… nel contesto di ciò che ho scritto io mi sembra fuorviante, perché non sono entrato molto nel merito, mi sono limitato a segnalare la posizione di francesco costa come degna di nota e ho dato un giudizio di tipo politico – culturale sulle motivazioni del v-day (se ti interessa ti rimando anche a un altro post sullo stesso argomento).
in questa occasione mi permetto, pertanto, di farti una critica di metodo, che mi sento di estendere a molti frequentatori del blog di grillo, senza polemica ma con vero spirito costruttivo. internet ha il vantaggio dell’ipertesto, e anche le blogosfere hanno come elemento costitutivo i collegamenti più o meno forti tra diversi blog, che corrispondono a diversi punti di vista. questa è una caratteristica specifica del mezzo che si usa, e io ritengo che il buon uso del mezzo implichi non il “replicare” contenuti, ma il saper indirizzare verso il luogo in cui si trova un contenuto, che tendenzialmente dovrebbe essere unico, perché se la rete fosse intasata di repliche di contenuti uguali non servirebbe a nulla, negherebbe la sua stessa natura.
discutere sui blog significa lavorare collettivamente per disegnare una mappa sempre più precisa dei punti di vista e dei contenuti che ai punti di vista sono collegati. se vuoi far crescere la presenza sulle blogosfere di un punto di vista attraverso i commenti devi rispondere, di volta in volta, al contesto in cui ti trovi. il tuo commento era perfetto al post di francesco costa. qui era sufficiente limitarsi a rimandare alla discussione in corso su quel post che, vedo, sta crescendo. bastava dire: tornate a leggere di là, perché si sta discutendo alla grande e utilmente. oppure commentare nel merito di ciò che ho scritto io nel mio post. penso di intervenire nuovamente anche su francesco costa, nei prossimi giorni, in merito alla tua obiezione sulla anticostituzionalità della proposta di legge.
forse ho scritto troppo, non vorrei che si pensasse che ci si prende troppo sul serio. ma veniamo da decenni di talk show barbari e nauseanti, che hanno rafforzato in molti la convinzione che per aver ragione bisogna urlare, o essere onnipresenti, e hanno fatto degenerare il confronto sociale e politico al minimo storico dal dopoguerra. la rete è un’ottima occasione per far maturare le idee e far confrontare in maniera utile i diversi punti di vista, ci tengo che non venga sciupata.
grazie, comunque :-)
Comment di alessandro — 28 Luglio 2007 @