Preso per la coda l’ultimo giorno utile per il 730 (ma questa volta non solo per colpa mia), faccio un piccolo bilancio.
Sono a credito, e ci mancherebbe altro.
La banca Woolwich, quella che ho scelto per il mutuo e a cui sto pagando fior di interessi, mi ha chiesto dieci euro e trentatré centesimi per un duplicato del calcolo degli interessi passivi. Io sono uno gentile ed educato, ma quando stamattina mi hanno chiamato per dirmelo, l’ultimo giorno utile, dieci giorni dopo la mia richiesta e dopo ripetuti solleciti, mi è montata un po’ di carogna. D’accordo, sono stato veramente stupido a perdere il foglio che mi hanno inviato per posta. Ogni anno in questo periodo incombono sulla mia autostima le considerazioni su quanto costa, in tempo e denaro, il lusso di essere disordinati. Ma questi dieci euro e trentatré come si giustificano, sono una penitenza? Se i signori della finanza permettono, io le penitenze le ho accettate liberamente nella mia vita solo dal mio confessore, finché ho avuto voglia di frequentarlo. So riconoscere una penitenza educativa rispettosa della mia libertà. Questa non lo è, e spero che non vogliano farmi credere che quella somma copre il costo dell’operazione. Quindi stiano tranquilli che non succederà più, come è successo fino a oggi, che io indirizzi a loro amici e conoscenti che hanno bisogno di un preventivo per il mutuo. Discorso chiuso.
Il Caaf della Cisl è stato efficiente, puntuale, gentile e prodigo di spiegazioni, nonostante la mia ignoranza in materia e l’endemico disordine della mia oikonomia abbiano reso necessari tre appuntamenti. Avrebbero potuto chiudere la prima volta senza darmi informazioni che mi hanno permesso di ottimizzare le detrazioni. Vi dico grazie, quindi. Per il momento sono contento di essere un vostro iscritto. Ora vediamo come ve la cavate quando vi chiederò informazioni sul Tfr e sui fondi di previdenza complementari, sui quali sembra che abbiate qualche conflitto di interesse: state dando consigli ai lavoratori, ma nel farlo non chiarite che i vostri consigli non sono disinteressati. Questo non è bello, cercherò qualcuno a cui chiedere spiegazioni.
Cinque per mille alla Fondazione Banco Alimentare. Otto per mille naturalmente alla Chiesa Cattolica. E a chi se no? Se tutti i servizi educativi e di assistenza che eroga quotidianamente la chiesa in Italia cessassero dall’oggi al domani, la prossima finanziaria sarebbe il quadruplo dell’ultima, che già non è stata delle più clementi, come tutti sanno. Altro che tesoretto. Ridicoli quindi quelli che vorrebbero tappare la bocca alla Chiesa perché riceve l’otto per mille, che è veramente il minimo.
Occorre dire, peraltro, che sarebbe davvero il caso di cambiare lo stile della campagna pubblicitaria per i prossimi anni: se la Cei lo facesse avrebbe, credo, la gratitudine di tutti. Evidente che la Chiesa oggi ha un problema di comunicazione. Un paradosso, perché la Chiesa è sempre stata la più brava, la più efficace e la più all’avanguardia nel comunicare, fino a qualche secolo fa. Oggi dal punto di vista pubblicitario è da tempo in questo loop masochistico di musichette flautate e facce estatiche di preti azzimatissimi che fanno sembrare false le cose vere. Una realtà imponente di assistenza e di reale vicinanza ai bisogni della gente può essere falsificata da uno spot. E così ha buon gioco chi sventola gondoni per accallappiare i luogocomunisti.
grazie per il “luogocomunista”.
Comment di alga — 17 Giugno 2007 @
niente di personale ;-)
Comment di alessandro — 19 Giugno 2007 @