Sia benedetto il samba che mi salvò
c’era l’arcobaleno e il popolo cantò
e il venditore d’acqua ballò per strada
comunque vada lo ricorderò
Armando Corsi ha composto la musica sette anni fa. Lauzi l’ha sentita, ha scritto velocemente le parole e ha voluto inciderla. Era l’aprile dell’anno scorso. L’hanno registrata tra amici, a casa di un altro chitarrista, Lauro Ferrarini.
Ora la canzone è inclusa nell’ultimo CD di Corsi, Buena suerte, presentato questa mattina a Genova.
Armando Corsi non ha solo il dono di una capacità tecnica e di interpretazione da fuoriclasse. È anche uno che fa star bene la gente. Che ispira serenità come la sua musica, come la sua chitarra, che è tranquilla anche quando insegue ritmi frenetici. La chitarra che sorride: non sarà un caso se lo chiamano così.
Parla di Bruno e si commuove. Anche il cantautore era uno che voleva rasserenare e basta, con la sua musica. Mai sopra le righe, ironico sì, ma mai sarcastico. Se canta che il samba lo salvò, è qualcosa che si capisce ascoltando la sua musica e le sue parole. Si capisce ma non si spiega. Questa salvezza è un’altra delle cose che non si può spiegare, come le altre che elenca Bruno in recitato, in un altro punto della canzone.
Poi nel disco ci sono altre cose veramente bellissime. Come la Canciòn del cubano Pablo Milanés, interpretata da Daniela Garbarino (la compagna di Corsi). E i brani strumentali che fanno parte da tempo del repertorio consolidato del chitarrista: lo splendido arrangiamento della Bourrée di Bach, che si avvale delle percussioni di Marco Fadda, o la Sonatina di Fossati.
Però rimane in testa la voce lieta e tranquilla di Bruno, intrecciata alla chitarra che sorride del suo amico Armando.
E il samba benedetto prese il volo e andò
e sorvolò la gente che lo salutò
quando si mette in testa di fare del bene
non vi conviene mai fermarlo, no.
Questo mio cuore era un pulcino
tutto bagnato, terrorizzato
ah, il vecchio samba passò le dita
rimarginando la mia ferita…
suppongo sia bello apprezzare le virtù della musica italiana e dei suoi cantautori, ma inizio a pensare che non sia solo una mia questione di gusti o di sensibilità. o di cultura.
forse in tutta la sua bruttezza ognuno è figlio di una certa colonna sonora, di un tipo di storia raccontata con le note. e non è tanto una storia personale, quanto più l’ottica della storia.
il genere di tinte a disposizione. l’angolazione con cui vengono descritti i sentimenti.
sono conscio della bruttezza “oggettiva” di un certo genere di “rumore”, o dei canoni inversi che vengono applicati, ma ne è l’unica cosa che riesco ad abbinare al mio presente.
come un paio di pantaloni marroni su una camicia beige.
forse ho le scarpe rosse, e non posso indossare nulla di verde o di viola.
nel mio ultimo post tutto questo non è esplicito, ma come non associare un danno ambientale mostruoso che mi mette ansia con un urlo hardcore disperato?
Comment di Lao — 24 Gennaio 2007 @
bello :-)
mi sembra che daniela garbarino sia di torino.
ti risulta?
Comment di alga — 24 Gennaio 2007 @
Lao (o Laoo: vista la storia complessa del tuo nick, fossi in te stabilizzerei il numero delle o a due :-) ): io sono abituato ad ascoltare la musica senza associarla a un mio momento o a un mio bisogno di espressione. è la musica poi che reinterpreta i momenti e le espressioni, che reagisce in qualche modo con ciò che sono in un certo momento. l’importante è che sia buona musica. cioé musica eseguita bene e interpretata con passione e sincerità. anche passione intellettuale, perché la musica può esprimere anche quella. perché qualsiasi dicotomia tra ragione e sentimento è una stronzata, e non c’è niente come la musica che ne dimostri l’infondatezza.
uno può essere più o meno d’accordo con questo modo di vivere la musica. ma non sono in sintonia con chi fa dell’ascolto di una certa musica, e non di altra, una questione di appartenenza a un gruppo o a una tribù, o a una generazione, o di consenso/dissenso a un’idea (non è il tuo caso, lo so). la musica è una delle poche cose che va dove vuole, che dice sempre di più di quello che vuole dire chi la inventa e chi la esegue: bisogna lasciarla fare.
non sono neanche un esperto, e non voglio esserlo. sono uno che vive la musica da sempre, che ha una sua esperienza musicale. siamo nel postmoderno, chi mi fa la scaletta dei dischi “fondamentali” e si scandalizza se non li ho ascoltati, non può sperare di mettermi in imbarazzo o di ricattarmi in nessun modo. oggi, diecimila volte più che in passato, i percorsi di ascolto sono irriducibilmente personali. per me sono fondamentali dischi che per te non lo saranno mai, anche se sicuramente hai la preparazione e la sensibilità per apprezzarli. ma non pretendo che lo siano per te o per chiunque altro, non posso far altro che proporne l’ascolto.
penso che la negazione totale della musica non sia il “rumore”, ma la musica che pretende di creare un ambiente: hai presente i cd tipo “niueig” con le cascate o i tramonti in copertina? quella può anche essere tecnicamente musica eseguita bene, ma vi prego, se mai un giorno qualcuno mi vedesse acquistare un cd del genere (e intendo acquistare “per me”, per un mio godimento personale e non per interesse giornalistico o sociologico, che può sempre accadere), può anche tirarmi un pietoso colpo di pistola alla tempia, perché non sarei più io.
se uno è dolce e lieto, come è armando corsi e come lo era bruno lauzi anche nell’ultima parte della sua vita nonostante il parkinson, con la sua musica mi darà la sua dolcezza e io la prenderò in qualsiasi stato d’animo e in qualsiasi momento. se uno è incazzato, come era splendidamente incazzato il gruppo “jimmy pelz fistfuck the usa” che ho ascoltato a berlino, prendo la sua incazzatura e non faccio nessuna resistenza perché anche quella reagisca con me. le resistenze che potrei fare a livello intellettuale per idee e stili di vita diversi dai miei non le faccio di fronte alla buona musica. tanto poi so fare la differenza. ma se non accettassi di farmi emozionare dalla buona musica per motivi ideologici, saprei di negare a me stesso qualcosa di essenziale. per questo, ad esempio, mi sono goduto come pochi altri concerti quello di manu chao nel 2001 a genova, nei giorni della contestazione al g8. perché è stato un grandissimo concerto, e perché attorno c’era vita e passione.
questo per chiarire che nel mio post non c’è nessun sottinteso di apprezzamento di un “genere” e di disistima di ciò che non rientra in quel genere. a me piace la musica italiana, ma non perché è musica italiana. mi piace quella buona. nessuno può negare che quella di Armando e Bruno sia buona, ottima musica. ma non mi sento per niente figlio della loro colonna sonora. e non fanno parte della mia. io non ho, e non voglio avere, una colonna sonora. ho un’esperienza musicale, che è una cosa diversa. anche tu ce l’hai. non farti rappresentare da una colonna sonora, la tua esperienza musicale vale molto di più.
Comment di alessandro — 25 Gennaio 2007 @
alga: non lo so, non la conoscevo. pensavo che fosse la stessa che interpretava “alfonsina y el mar”, l’ho chiesto ma Armando Corsi mi ha detto: no, quella era la mia ex moglie… :-)
Comment di alessandro — 25 Gennaio 2007 @
cooooosa? non haiiiiii maiiiiiii compratooooooo un cd di niueig?
Comment di estrellita — 26 Gennaio 2007 @
ti dirò, ale, è una cosa molto complessa far coincidere i due punti di vista. soprattutto perchè ci troveremmo in un discorso metafisico e filosofico che ti farebbero piombare, nuovamente, le visite a 0,2 al giorno.
studio su quello che mi hai detto, perchè lo trovo valido, ma non lo trovo in contrapposizione al mio primo commento, anzi.
Comment di Lao — 26 Gennaio 2007 @
SIA BENEDETTO IL SAMBA … é una canzone che non avevo mai ascoltato! Mi piace cosi. semplice e melodica.
Comment di Nanny — 29 Gennaio 2008 @