Cronachesorprese

8 Novembre 2006

Barcampeggio anch’io

Filed under: il viandante digitale — cronachesorprese @

Sarò anch’io al Barcamp di Torino il 2 dicembre.
I partecipanti iscritti fino a questo momento sono 149, gli argomenti proposti sono 32. Non so ancora bene a quali discussioni parteciperò. Eviterò quelle molto tecniche ma per forza di cose dovrò scegliere anche tra le rimanenti, che sono troppe per le mie orecchie e i miei neuroni. 
Non vorrei perdere l’occasione di mettere sotto torchio Tambu e altri espertoni su Google analytics. E certo almeno origlierò la presentazione di Fainotizia di Radio Radicale. Lo so che è un po’ disdicevole per un Barcamp, ma probabilmente per questa volta sarò più spectator che participant.

Il mio interesse, oltre che su alcuni degli argomenti proposti, è proprio sulla dinamica dello scambio di esperienze nel Barcamp. Che forse in linea di principio non avrebbe bisogno del web per esistere  (e forse pensandoci si possono trovare qua e là degli antecedenti), ma a prima vista sembra tanto dipendere dal modo caratteristico del web di strutturare e diffondere l’informazione e le informazioni.  Questo voglio vedere e capire innanzitutto. Anche i lurker hanno il loro perché.

1 commento »

  1. […] Sono convinto che l’ascoltare prima di intervenire sia, per un nuovo arrivato, non solo una forma di rispetto per un lavoro e una rete di relazioni che già esistono prima del suo arrivo, ma anche una buona indicazione di metodo. Quindi, nonostante l’atmosfera ottimamente informale, al Barcamp di Torino ho tenuto fede al mio proposito iniziale (ascoltare solamente). Ma è stata dura. Perché tutti gli speech sono stati molto stimolanti, e per mantenere un assetto di puro ascolto mi sono dovuto mordere la lingua almeno due o tre volte. Mi ha colpito l’alto livello medio degli interventi, la passione dei partecipanti, la gratuità dell’impegno degli organizzatori. Se penso a tutte le idee e agli stimoli che sono venuti fuori in un giorno di chiacchierate tra blogger; se paragono il valore di questa esperienza a tutto il tempo che si perde nei convegni “seri” cui si partecipa per lavoro ad ascoltare discorsi e presentazioni inconcludenti di qualcuno in giacca e cravatta che si riempie la bocca di parole di cui a malapena conosce il significato; se penso per giunta che spesso questi convegni costano come mille barcamp (senza nessuna esagerazione, anzi), mi chiedo se tante aziende italiane grandi e medie sono ancora dei luoghi in cui si fa davvero formazione e innovazione, o se sono dei grandi magazzini di fuffa, costruiti con il quasi unico scopo di lucrare su costi di intermediazione. Parlerò nei prossimi giorni di singoli temi e aspetti del Barcamp. Per il momento dico soltanto che la mia speranza di vedere una comunità nata sulla rete muoversi e ragionare in uno stile dialettico e cognitivo suggerito dalla rete stessa, non è andata delusa. Anzi, ciò che ho visto ha superato le mie aspettative. […]

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