Cronachesorprese

16 Ottobre 2006

La popolare apparenza del caso

Filed under: forse cercavi — cronachesorprese @

Chiamato in causa da Tambu in modo del tutto inopinato ma, devo dire, gratificante, dico la mia sulla questione "influente – popolare". Un blog può essere popolare ma non influente, dice Tambu: altro è poter vantare petabyte di banda occupata dagli accessi contemporanei, altro è occupare altrettanta banda neuronale (e perché no, passionale) dei navigatori.

Credo che Tambu abbia ragione e che sia un errore tentare di assimilare la rilevanza, problema tipico di un motore di ricerca che deve presentare contenuti il più vicino possibile alla richiesta dell’utente, con la capacità attrattiva, problema tipico di un servizio web, sia un sito, un blog o altro. Sono due grandezze affatto diverse, e mi sembra una forzatura usare il criterio guida che definisce la metrica di una come valido anche per l’altra. Il ragionamento di Google è: se un sito ha tanti link in entrata vuol dire che è tenuto molto in considerazione dai navigatori, vuol dire che è autorevole o che in qualche modo risponde a un loro bisogno meglio di altri. La link popularity secondo Google non è altro che questo: è un dato di fatto indiscutibile, che nulla dice sulla rappresentatività della risorsa web in senso lato. Le classifiche di Technorati e di altri, invece, tendono a conferire un valore sociologico ai risultati della loro attività di ranking, ma il criterio ispiratore è lo stesso che usa google, magari con qualche aggiustamento. Ma allora non ha senso parlare di influenza. Perché se ne parla? Perché, presentando i blog prevalentemente opinioni e weltanschauung, si ritiene doveroso indicare i nodi più frequentati al navigatore medio, che si presuppone disorientato dalla coralità poco sinfonica della blogosfera, dal pullulare di proposte e punti di vista di una varietà quasi allucinogena.

Ma è davvero utile? Davvero è l’approccio più interessante a questo universo? Non lo so. Ci devo pensare, ma a naso risponderei di no. Non so se rientro nella media, ma non penso alla blogosfera come a un insieme di antenne tra le quali dovrei individuare la raiuno o la canalecinque della situazione. Certo, ci sono dei blog che leggo più volentieri e che considero molto autorevoli. Ma ci sono arrivato un po’ per caso un po’ seguendo amicizie e suggestioni del tutto personali, e se mi chiedessero quali sono i cinque o sei blog che ritengo più autorevoli degli altri, so che non potrei formulare una risposta soddisfacente. La blogosfera è un prisma, un aleph, e mi interessa per questo, per la possibilità di creare miriadi di combinazioni e percorsi diversi, come nella vita reale. Sono abbastanza convinto che, come nella vita reale, la popolarità e l’influenza di un blogger, in senso sociologico e non tecnico, sia in gran parte casuale. O abbia almeno quell’affascinante apparenza di caso che non vorrei mai mettere tra parentesi, come non vorrei farlo per un incontro pieno di significato.

5 Comments »

  1. mi associo. però dopo due giorni in mezzo a seo e sem la possibilità di mettere le mani sull’attrattività di un oggetto nel web mi stuzzica assai e guarda caso non è per niente un fatto di forma o di keyword piazzate a dovere, ma un ragionamento a tutto tondo che coinvolge tanto la tecnologia quanto le capacità di scrittura e soprattutto le idee. devi avere chiaro di cosa parli e a chi parli.

    sul web non puoi propinare e basta ;)

    Comment di utente anonimo — 17 Ottobre 2006 @

  2. dici una cosa molto giusta. Technorati va bene come grande aggregatore dei pensieri che corrono per la blogopalla, ma da quando ha associato il concetto di autorevolezza a quello di popolarità/link (e non è con questo evento, l’aveva già fatto tempo fa con uno slider per filtrare i risultati) ha iniziato a correre su una strada secondaria e sbagliata del suo percorso di ricerca…

    diciamo che, paradossalmente, l’autorevolezza di Technorati sta scendendo man mano che si addentra nella ricerca dell’autorevolezza altrui… :)

    (errore che peraltro ha già fatto Casaleggio con Beppe Grillo)

    Comment di utente anonimo — 17 Ottobre 2006 @

  3. petabyte? ;)

    (cuoca)

    Comment di utente anonimo — 17 Ottobre 2006 @

  4. […] L’ultima discussione sul blog di Blogbabel riguarda il concetto di autorevolezza di un blog. L’occasione è una novità su Technorati, che ora chiama authority il numero di link in entrata da altri blog. Mi sono già espresso sulla questione, qualche mese fa, e direi che non ho cambiato idea, anzi: non avevo ancora cominciato le mie peregrinazioni nei barcamp, dove ho conosciuto centinaia di blogger, e posso dire di essere ancora più convinto che un conto è il numero di link, un conto è l’autorevolezza; che è improprio dare valore sociologico alla link popularity; che il lavoro di blogbabel è molto più accurato di quello di technorati, soprattutto perché è limitato a un ambito nazionale; e anche se sostanzialmente la conta dei link rimane il fattore principale di ranking (le diverse voci che compongono l’analisi di un blog sono modi diversi di contare dei link) il quadro complessivo che fornisce blogbabel è un quadro solido di relazioni non avventizie, o meglio un quadro dove le relazioni stabili riescono a pesare davvero di più di quelle deboli. La scelta attuale, inoltre, di mettere la classifica in secondo piano rispetto ai contenuti è condivisibile e fornisce uno sguardo più interessante su ciò di cui si discute giorno per giorno, momento per momento nelle blogosfere italiane. […]

    Pingback di Cronachesorprese » Blog authority? — 9 Giugno 2007 @

  5. […] o meno artigianalmente: otterranno un po’ di visibilità in più per qualche tempo. Va bene. Se riusciranno a sfruttare la visibilità per creare connessioni autentiche, tanto di cappello. Altrimenti prima o poi torneranno indietro, se non nelle classifiche, […]

    Pingback di Cronachesorprese » Apocatastasi dell’autoferenzialità — 17 Settembre 2007 @

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