Un altro esempio di sponsored link tremendamente invasivo. E un altro ancora. La brutta abitudine di inquinare i collegamenti ipertestuali sta prendendo piede, e non è più limitata agli spam site. Così si stravolge completamente il contenuto. E per un sito che vuole essere di informazione è ancora più grave.
Ribadisco quanto già detto in un post precedente: gli inserzionisti sul web non dovrebbero invadere il contenuto. L’Internet non è la televisione: in un istante si finisce in una black list dalla quale è difficile poi uscire, l’utente ha gli strumenti per punire e non perdona. La via maestra per una pubblicità non molesta è l’identificazione degli spazi da destinare alle inserzioni coniugata alla pertinenza. Il link è l’essenza di internet. Inquinarlo equivale a rompere il giocattolo. È come versare petrolio in mare e impedire lo scambio vitale di luce e ossigeno tra il fondo e la superficie.
l’immagine è tratta da greenpeace.it
la tecnologia si chiama intelliTXT mi pare… se ben usata non è invasiva, io l’ho vista con link doppiosottolineati in verde, che nulla c’azzeccano con i link “normali”.
certo che invece cammuffati così… :-
Comment di utente anonimo — 20 Settembre 2006 @
se insistono vuol dire che un motivo ci sarà.
che in qualche modo ci sarà un ritorno…
come avevo commentato nel tuo post precedente sull’argomento, non c’è limite al peggio.
… e, Tambu, magari vuol dire che l’utenza non punisce mica tanto ;-)
Comment di algaspirulina — 20 Settembre 2006 @
ritorni? su questa roba? ne dubito. il motivo dell’insistenza è l’ignoranza delle dinamiche di internet.
Comment di cronachesorprese — 20 Settembre 2006 @
eh… ci vorrebbe un superesperto di webmarketing & analytics per dimostrarti QUANTO potresti avere torto ;-)
NULLA è lasciato al caso!
Comment di Tambu — 21 Settembre 2006 @
Ehehe…
Nulla è lasciato al caso ma successi temporanei possono costare molto caro, con il tempo.
Vorrei chiedere agli analisti di Edintorni, il programma di affiliazione a cui aderisce anche il sito di Sardegna Oggi che ho portato ad esempio, se non sembra loro esagerato mettere sia la barra destra degli sponsored link in “google style” sia i collegamenti ipertestuali agli stessi inserzionisti nel testo. Oltre tutto usando, come tu giustamente osservi, i colori standard del W3C (la doppia sottolineatura per differenziare certo non basta, ed è contraddittoria: una sottigliezza semantica su un grossolano sfregio al criterio della pertinenza. Insomma un macello).
Ammesso e non concesso che i ritorni ci siano (e ripeto, ne dubito) sono vittorie di Pirro, che durano lo spazio di un mattino. I navigatori non si faranno mai piacere queste schifezze. Perché hanno possibilità e capacità di scelta, e alla lunga semplicità, usabilità, coerenza con il progetto di comunicazione e pertinenza premiano. Non mi è mai capitato di vedere violazioni della pertinenza così clamorose con Google Adsense. Nel testo, intendo: nella barra destra può succedere ma ha un altro peso e un altro significato. Google AdSense dà la possibilità, oltretutto, di un’azione di tuning che può correggere eventuali violazioni che nell’automatismo del programma possono sempre accadere. Non lo so se Edintorni dà la stessa possibilità: nel caso, sono gli analisti del sito affiliato che devono fare qualcosa di più.
Se poi queste invasioni eccessive hanno successo soltanto perché intanto i webmaster guadagnano e gli inserzionisti, abbacinati dalla penetrazione delle loro inserzioni, non si sono ancora accorti della loro scarsa efficacia, è un altro paio di maniche. E questione di tempo.
Comment di cronachesorprese — 23 Settembre 2006 @