Cronachesorprese

11 Luglio 2006

Playing different tunes

Filed under: le specie musicali — cronachesorprese @

Provo a scrivere una cosa io su Syd Barrett prima di leggere tutte le commemorazioni che alluvioneranno rete e televisioni tra stasera e domani. Anche se non sarà niente di originale, voglio provare a scriverla così come mi viene.

Vittime degli eccessi del rock, psichedelici e non, dalla fine degli anni 60 ce ne sono state tante. Ma Barrett Ha pagato molto caro, più che la propensione generazionale allo "sballo", il suo istinto di innovatore. La sua voglia di svecchiamento. La sua passione. L’ha pagata più di uno come Jimi Hendrix, che ha avuto il "privilegio" di una morte gloriosa sul palco e l’immediata trasfigurazione nella leggenda. O di Jim Morrison. Il privilegio e la condanna di Syd, è stranoto, convergono in una sorta di coincidentia oppositorum, nell’essere stato Dark side per tutta la storia dei Pink Floyd. Sempre citato, sempre presente nelle dediche più pesanti e significative. Ma ormai in un’altra dimensione. Non leggendaria. Syd ha rappresentato la quotidianità di una sconfitta e di una debolezza insuperabile e per niente gloriosa, a lato di un mondo artistico che ha sempre preferito rappresentare la morte come annientamento e distruzione apocalittica. O come rivendicazione sociopolitica, al massimo: pur sempre un grande e spettacolare incendio. Non avrebbero dovuto esserci parole per una vicenda di scivolamento progressivo dall’opulenza immaginativa all’impotenza creativa come quella di Syd, non avrebbero dovuto esserci motivi e occasioni per storie così nella musica che lui stesso aveva contribuito a lanciare in orbita e nel confronto con la società e con la storia. E invece il caso Barrett costrinse a trovarle, forse per la prima volta.

Così la mancanza di Syd si canta e si celebra da più di trent’anni, immortalata in quel monumento sonoro che è whish you were here, e voglio vedere che parole potrà generare ancora. Syd è uno di quelli la cui vita era per tutti la percezione della sua lontananza. Come è possibile che possa mancare, da oggi, più di così?

5 Comments »

  1. Eppure ci può mancare.

    e può anche venir voglia di piangere, pensa te.

    …però, a meno che tu non stia parlando in chiave simbolica, Hendrix ha avuto una morte solitaria in una stanza del Samarkand Hotel di Londra…

    Comment di utente anonimo — 15 Luglio 2006 @

  2. sì, certo, lo dicevo in senso metaforico.

    Comment di cronachesorprese — 16 Luglio 2006 @

  3. come sempre, quando ti visito, sperimento il contrasto tra l’impressione di trovarmi a leggere una persona intelligente, ed il disaccordo quasi totale con quanto leggo. La musica di Barrett è energia in sè. Tu lo valuti in base alla traccia che la sua assenza ha lasciato e dai un giudizio su una debolezza e su un’incapacità rispetto ad un modello di riferimento potente, in qualche modo vincente, che è evidentemente il tuo.

    Syd non è stato sconfitto in base a quell’idea, perchè di quell’idea si è sempre curato poco, quel modello non era il suo.

    La sua vena creativa si è involuta, cioè ha seguito il suo naturale corso verso l’incomunicabilità, come è successo a tanti altri poeti e musicisti prima di lui (penso, ad esempio, a Dino Campana). La traccia della sua assenza nei suoi ex-compagni è proprio questa, il rimpianto di vedere un fiume risalire alla sorgente, e non poterne più bere l’acqua; guardare un vulcano implodere e restare al freddo. Certo, remore e rimorsi a parte…

    Le droghe non c’entrano niente; l’idea della morte come deflagrazione nemmeno. L’energia è energia, ha una direzione, magari, ma non un verso…

    e poi, ovviamente, Syd Barrett era pazzo

    El Secretario

    Comment di utente anonimo — 19 Luglio 2006 @

  4. proprio per tutto questo, è comunque straziante che se ne sia andato.

    Comment di algaspirulina — 19 Luglio 2006 @

  5. come spesso mi accade quando leggo i tuoi commenti, mi vedo frainteso e la base del fraintendimento sta nel non rientrare in uno schema in cui, probabilmente (ma potrei sbagliarmi), tu vorresti che io rientrassi.

    è evidente da ciò che ho scritto che il “trovare parole” alla vicenda di syd la reputo una felice contraddizione (di più, la prima felice eccezione), a un modello di “vincente” che esiste nella mitologia musicale di quegli anni: ma è un modello che non è “mio” in niente, in cui non vedo nulla di positivo. sono vincenti in questo modo, nel mito che generano, anche se materialmente sconfitti molto più facilmente di syd, jimy hendrix e jim morrison, per fare gli esempi più illustri.

    per il resto, sia sul ruolo dell’lsd sia sul rapporto con gli altri pink floyd, se riconsideri il tutto, vedrai che non ho scritto cose molto diverse da quelle che hai scritto tu.

    Comment di cronachesorprese — 19 Luglio 2006 @

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