Cronachesorprese

14 Maggio 2005

Dissetare la pasta all’uovo

Filed under: chiedici le parole — cronachesorprese @

Tutte le volte che metto le mani in pasta mi diverto così tanto che mi riprometto di farlo più spesso, poi in realtà rimane solo una pratica occasionale, come per altre cose che mi piacciono e mi danno soddisfazione (andare in bicicletta ad esempio). Questo avviene principalmente per pigrizia, ma non solo: è come se istintivamente accedessi ai beni che danno davvero gusto alla vita con prudenza e moderazione, forse per paura di vederli svanire nell’abitudine. Chissà.

Ad ogni modo ho provato a fare queste tagliatelle con fave fresche e pecorino trovate su internet. Ho cercato una ricetta così perché non mi piace l’abitudine di noi liguri di incenerire tutte le fave di stagione soltanto a crudo con salame o formaggio fresco. Non si capisce perché da queste parti fare le minestre con i piselli freschi sia normale, con le fave no.

Non sono un cuoco come il Gillo o come "La" cuoca, non posso insegnare niente. Ma non voglio neanche limitarmi a riportare o segnalare pedissequamente una ricetta. Una buona ricetta è un algoritmo ben definito che della sperimentazione scientifica ha il requisito fondamentale, ovvero la completa riproducibilità. Ciò che dell’esperienza soggettiva vale la pena raccontare è il tocco, che consiste nell’individuare il passaggio cruciale del procedimento e affrontarlo con la dovuta attenzione.
Secondo me il punto cruciale di questo piatto è la formazione del brodetto di cottura, che ha un colore nerastro e un sapore delicato, inusuale. L’amarognolo delle fave deve resistere ma non troppo, opporsi il giusto all’aggressività di quella gioiosa macchina da guerra che è il pecorino romano stagionato. Non bisogna tirarlo, deve rimanere abbastanza liquido. Bisogna ricordarsi di assaggiarlo prima di unire la pasta, perché ne vale la pena e dopo non se ne avrà più l’occasione: le tagliatelle se lo bevono, letteralmente. Lo prosciugano.

Le tagliatelle all’uovo sono geneticamente assetate. Non so se ciò è conforme alla preparazione canonica, ma quelle che faccio io non hanno mai visto l’acqua a meno di incidenti di percorso (eccesso di farina nell’impasto e necessità di ammorbidirle durante la gestazione): immagino cosa può significare non conoscere fin dalla nascita elemento più liquido di un mucillaginoso albume d’uovo. Io le taglio poi sempre un po’ larghe perché mi piacciono così (in realtà faccio delle pappardelle), quindi la loro sete è ancora più evidente: mentre sono lì che riposano sul tavolo le vedi quasi pulsare per l’arsura, come hanno fatto fino a un attimo prima sotto il mattarello ritraendosi dopo ogni trazione, come per un riflesso involontario. Quando finiscono in pentola assorbono l’acqua e si allargano, ma intanto l’acqua è bollente e poi sono troppo impegnate a far cuocere l’uovo e a raggiungere perciò una configurazione più stabile: ancora non si sono davvero dissetate. Ne hai una clamorosa conferma quando le unisci al condimento per la mantecatura finale: il liquido, che durante la preparazione lasciava qualche perplessità perché sembrava troppo abbondante, sparisce in una frazione di secondo. Restano le fave mezze sfatte, incagliate alle fettucce bianche, sorprese come alghe dalla bassa marea. Una volta spenta la fiamma, mentre lo sfrigolìo di fine cottura va in fading, se resti in ascolto puoi avvertire il sospiro di soddisfazione delle tagliatelle: slurp, aaaah… :-)

le immagini sono tratte da european-schoolprojects.net
cucina.ilbloggatore.com

12 Maggio 2005

Galleria della canzone

Filed under: spider report — cronachesorprese @

Questo è un progetto che mi piace abbastanza, peccato che sia in stato di semiabbandono e non sia aggiornato da una vita (almeno così pare). Il limite più evidente, oltre all’incompletezza di alcune parti (ma guardate la sezione "canzoni") è dato dall’essere gestito da una casa editrice, però l’idea di fondo era bella. La sostanza delle canzoni è fatta dei ricordi di chi le ascolta. Per ricordo non intendo un sentimentalismo, ma qualcosa che rimane perché si dimostra in grado di rendere presente e palese, istantaneamente e in modi tutt’altro che intellettuali (è questo il bello della musica, che passa dalla testa come da un passaggio obbligato ma non viene dalla testa e non va alla testa) una possibilità, una prospettiva esistenziale, una strada ancora praticabile o mai praticata. 
Le canzoni non si ascoltano soltanto, si usano. Sono strumenti. Sono wegmarken, segnavia, direbbe Heidegger (inorridiscano pure gli heideggeriani, sai cosa mi importa).

9 Maggio 2005

La meditazione attiva dell’esterno destro

Filed under: chiedici le parole — cronachesorprese @

L’esterno destro nel baseball è forse il ruolo statisticamente più lontano dall’azione. E’ uno dei tre difensori posizionati nel campo esterno, ma collocandosi al "largo" della linea tra la prima e la seconda base, quindi a destra rispetto al piatto di casa base, l’esterno destro vede arrivare verso di lui meno palle rispetto all’esterno sinistro e all’esterno centro: poiché infatti i destri nella popolazione sono di più dei mancini, i battitori in grande maggioranza battono ruotando la mazza (e spingendo la palla) da destra verso sinistra.

Non è che può distrarsi. Sarebbe un guaio se non seguisse l’azione, se non fosse pronto ad avventarsi non solo sulle palle lunghe dirette verso di lui, ma anche sulle palle che sfuggono al prima base. Dai movimenti del battitore di turno deve capire quante probabilità ci sono che la palla, al lancio buono, sia diretta verso la sua zona. Come gli altri esterni poi deve sapere, prima di mettersi in movimento, verso quale compagno dovrà rilanciare.

L’esterno destro, quindi, non è inattivo. Non può essere avulso. Sta in campana. Consuma calorie come gli altri. Partecipa al gioco, constantemente in assetto di ricezione e pronto allo scatto, se non altro perché la sua affidabilità è una garanzia, direi quasi una copertura assicurativa per il prima base, il ruolo chiave della difesa, quello chiamato in via preferenziale ad eliminare i battitori che sfuggono allo strike out. D’altra parte non si può neanche dire che sia al centro dell’azione: lo è abbastanza raramente. Si può dire allora che sia in meditazione, in molte fasi della partita. Il baseball è un gioco abbastanza meditativo. Logico. E di essenziale praticità. Fatto di lunghi studi e di azioni fulminee. Chi è al centro dell’azione solo apparentemente è più impegnato degli altri. La squadra di baseball schierata in difesa è un tutto unico, un organismo complesso che occupa il suo spazio, assegnatogli non da un diritto di conquista ma dalla sua stessa esistenza.

Bene, non so quanto durerà: ma in questo momento della mia vita io, nel mio mezzo inning di difesa, sono un esterno. Destro.
E nel mezzo inning di attacco, naturalmente, un battitore libero e spietato.

l’immagine è tratta da mlb.com

7 Maggio 2005

I bambini sono di destra: discussioni

Filed under: cronache — alessandro @

Discussione su ImbranatoMarte

mercoledì, 04 maggio 2005
che tristezza

Al concerto del 1 maggio, Bisio ha fatto un divertente monologo, con l’accompagnamento musicale, tra gli altri, di Roy Paci alla tromba; il monologo spiegava perchè secondo lui i “bambini sono di sinistra”.

Era ovviamente uno scherzo, una boutade autocelebrativa per il pubblico presente, senza la pretesa di essere una verità.

Eppure qualcuno l’ha presa sul serio e ha cercato di smontarla…..

http://cronachesorprese.splinder.com/post/4676945#comment

Ditemi cosa ne pensate……

Postato da: imbranatomarte a 10:08 | link | commenti (5) |

07 Maggio 2005 – 23:27

Ti ho già risposto sul mio blog, ma visto che non ti accontenti cerco di spiegarti meglio anche qui.
Ho “preso sul serio una boutade”? Ma certo che no. Purtroppo non ho la bravura e l’ironia di Bisio, e l’ho anche detto.
Non ho niente da spartire, ad esempio, con il senatore Salerno di AN: lui sì che Bisio l’ha preso sul serio facendo del monologo l’oggetto di un’interrogazione parlamentare. Io ho cercato, con i miei poveri mezzi, di scrivere qualcosa di interessante e piacevole per rintuzzare una ruffianeria, che sfrutta soltanto stereotipi e non aiuta a pensare, anzi, rafforza i luoghi comuni forgiandoli al calore della risata complice, ammiccante. Ho provato a ribattere e ci sono riuscito, viste le tante reazioni e il tono della maggioranza dei commenti. Non era una roba indignata la mia, non era una condanna, era una umanissima reazione di un telespettatore all’ennesima leccata al “popolo della sinistra”.
Sarà scherzoso il monologo, ma non è peregrino puntualizzare che c’è un coro assordante dalla politica allo spettacolo che vuole infilare nella testa della gente l’idea che il “popolo”, i “valori”, la stessa “politica” in senso pieno sono solo a sinistra. Questo vuol dire l’espressione “I bambini sono di sinistra”: il monologo è uno scherzo, ma in quanto è compatibile con quel modo di vedere mi riesce indigesto. Tanto più se non viene recitato alla festa dell’unità, ma a una festa che dovrebbe essere di tutti.
Non faccio interrogazioni parlamentari, ma reagisco. Non con le stesse armi, perché non le possiedo. Reagisco poveramente, in maniera creativa ancorché scalcinata, rischiando di sembrare indignato anche se non lo sono. Sono solo stufo. Stufo di non essere rappresentato e di veder rappresentato un gioco delle parti che è una menzogna.
Quindi mi dispiace che anche chi è di sinistra non apprezzi un tentativo come il mio. Mi verrebbe quasi da dire che fa tristezza, ma sarebbe solo un commento retorico. In realtà sto bello sereno.

ciao a tutti, grazie per avermi letto e grazie per l’occasione di confronto.

5 Maggio 2005

Cedo la parola…

Filed under: chiedici le parole — cronachesorprese @

…giusto per qualche item all’inviata Ludi. Grazie amica mia :-)

I bambini sono di sinistra. Di sinistra, sì, nessun dubbio. Non soltanto per i pugnetti stretti in segno di protesta.

Oh babbo, babbino
ma che protesta, ma che sinistra!
Vorrei stringere’l volante ed essere già in pista…

I bambini sono di sinistra perché amano senza preconcetti, senza distinzioni.

Oh babbo non t’offendi, non t’offendi vero babbino?
Lo dico “senza preconcetti e senza distinzioni”
io voglio bene a mamma
tu a volte mi stai sui co…

I bambini sono di sinistra perché si fanno fregare quasi sempre. Ti guardano, cacci delle balle vergognose e loro le bevono, tutti contenti. Sorridono, si fidano. Bicamerale! Sì, dài!

Si dai!? Si daiii???
Oh babbo ma che dici,
oh babbo ma che fai?
Credi che non l’ho capito quando torni e non vuoi giocare,
che non è che sei stanco perché torni da lavorare…
ti bacio e ti lascio stare perché faccio finta di niente
ma lo so che ti senti un niente in mezzo a tutta questa gente…

I bambini sono di sinistra perché se gli spieghi cos’è la destra piangono. I bambini sono di sinistra perché se gli spieghi cos’è la sinistra piangono lo stesso, ma un po’ meno.

Oh babbo, babbino sono disperato…
piango siii, sì che piango e sono anche un po’ incaxxato!
La maestra a scuola mi dice così e tu a casa mi dici cosà.
Il fatto che sono mancino di voi qualcuno lo saaaa?

I bambini sono di sinistra perché a loro non serve il superfluo.

Oh babbo stà attento…
Babbino non ti conviene…
o presto, anzi in un baleno
anche tu… via dalle scene!
Sai di questi tempi
mi vogliono far pensare
che anche tu sia quel superfluo
e che con te ho poco a che fare…

I bambini sono di sinistra perché comunque, qualsiasi cosa tu gli dica che assomigli vagamente a un ordine, fanno resistenza. Ora e sempre.

Oh babbobabbino che fai?
Che c’è… stai forse dormendo?
Dimmi di lavarmi i denti
le orecchie o anche le mani,
dimmi di stare buono
almeno fino a domani
dimmi che se cado mi faccio male
e che se sto bravo mi porti al mare…
Cos’è un nuovo campionato,
hanno forse cambiato le squadre?
Non mi dire che tocca a me
’sta settimana a farti da padre…

I bambini sono di sinistra perché, se ce la fanno, conservano qualcosa per dopo. Per quanto diventa più difficile, difficilissimo, ricordare di essere stati bambini. Di sinistra, poi.

Oh babbo ti ricordi?
Uscivamo dalla latteria,
uno lo mangi adesso gli altri li metti via.
Babbino, me li ricordo
quei 3 bombi da portare a zia
peccato…non sono arrivati
neanche in fondo alla via!

« Pagina precedentePagina successiva »

Powered by WordPress. Theme by H P Nadig