Cronachesorprese

26 Maggio 2005

Triste CVD

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Le affermazioni di Antinori a Porta a Porta di martedì, contro le quali oggi ha giustamente polemizzato l’Unione Nazionale Down, sono quegli infortuni che difficilmente si evitano in una campagna referendaria ideologizzante come questa, quando invece sarebbe buono e giusto non fossero mai neanche abbozzate in un discorso pubblico, dacché è già abbastanza avvilente che qualcuno le formuli come pensieri compiuti.
È talmente sgradevole il contenuto di quelle affermazioni, a maggior ragione se pronunciate da un uomo di scienza (per quanto noto da tempo per posizioni estremistiche e discutibili), che non mi va di riportarle testualmente: a chi interessa consiglio di andarle a cercare nella registrazione della trasmissione disponibile su raiclick (verso la fine, dopo 1h e 15 min).

Come era prevedibile, non c’è più spazio ormai per il confronto sereno, dialettico. Sentiamo in prevalenza, oltre che le aberrazioni in odore di eugenetica espresse esemplarmente da Antinori, affermazioni categoriche basate su dati falsi riguardo all’esito delle ricerche scientifiche sulle staminali embrionali e sull’efficacia delle tecniche di fecondazione dopo l’introduzione della legge 40, e non si riuscirà mai a capire quanto la diffusione di questi dati è causata da superficialità o dolo (e ben pochi si chiedono se ci siano interessi economici dietro la diffusione di questi dati). Quanto ai patetici scivoloni di Veronesi su questioni filosofiche e teologiche di cui evidentemente non sa nulla meglio stendere un altro velo pietoso: ma è patetico e triste, perché uno scienziato esperto e autorevole come lui avrebbe molto di cui parlare e dovrebbe dunque sapere come evitare queste brutte figure. Siamo insomma a un confronto che non è né filosofia, né etica, né scienza, né divulgazione scientifica, né politica, né sensibilizzazione finalizzata alla maggiore consapevolezza e crescita civile. Questo è, finora, l’esito del referendum. Poi posso anche essere d’accordo con i radicali, che criticano Vespa per aver invitato proprio Antinori a sostenere le ragioni del sì. Però come si fa a ignorare che una mannaia referendaria sui principi enunciati dalla legge 40 contiene in potenza il rischio di dare ossigeno alle posizioni alla Antinori? Io sinceramente non vedo perché si debba correre questo rischio. Vorrei tanto che le modifiche alla legge venissero discusse e votate solo in parlamento, perché il referendum, se avrà successo, leverà legittimità e praticabilità a posizioni che sono ragionevoli e legittime. Non mi sembra di chiedere chissà cosa. E non mi sembra neanche tanto improbabile che si possa riprendere la questione anche in questa legislatura, dato che diversi esponenti della maggioranza (non proprio di secondo piano) che hanno votato la legge oggi dichiarano tranquillamente che andranno a votare, e voteranno sì.

La mobilitazione per il presunto diritto a fare di un essere umano una cavia per esperimenti (o il rimedio biotecnologico a un desiderio di paternità o maternità non soddisfatto) ha connotati troppo edipici per essere considerata come segno di maturità democratica: si menano fendenti alla cieca contro una strana pentolaccia, un’autorità che confusamente si presume repressiva o, per dirla come dicono alcuni, "proibizionista". Il dibattito sulla dignità dell’embrione viene tristemente cassato o adulterato, e con l’avvicinarsi della data della consultazione era ampiamente prevedibile. Guadagnano brandelli di audience solo le mazzate ideologiche, oltre al solito, stupido tentativo di ostracismo verso chi, in maniera del tutto legittima nonché pienamente etica e critica, non andrà a votare.

Che vinca il buon senso, e il referendum cada nel vuoto che merita, è sempre più difficile.

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