Cronachesorprese

4 Marzo 2005

Neverland

Filed under: lo spettatore indigente — cronachesorprese @

neverlandMi capita spesso di andare al cinema a vedere un film che mi piace (da spettatore indigente non è poi così difficile accontentarmi) e cogliere una dissonanza tra il mio piacere e gli elementi che del film vengono enfatizzati per raccogliere consensi, nei trailer ma anche nella stessa sceneggiatura. Se devo dire, negli ultimi quindici anni questa sensazione è diventata quasi una costante. Ho visto bei film, che mi hanno colpito profondamente; ma ho fatto molta fatica il più delle volte a ritrovare nelle recensioni e nei commenti degli altri le cose che più mi sono piaciute e mi hanno convinto.

Così è anche per Neverland, coinvolgente e mai scontato a patto di andare oltre i martellanti e retorici richiami alla "potenza della fantasia", alla virtù taumaturgica di un "credere" declassato al "turn the reason off". Nel film questa invadenza, fortunatamente, è limitata ad alcuni momenti, e la storia s’impone facile facile per le sue intrinseche qualità, oltre che per la bravura degli attori (ottimo Johnny Depp, che sceglie una recitazione fine e minimale, e viene da pensare: a quali sbracamenti si sarebbe abbandonato l’attuale Robin Williams nella stessa parte?) e alcune trovate registiche di grande impatto. La genericità dei trailer, o delle interviste a regista e attori, invece, non aiutano a scegliere Neverland per una serata davanti al grande schermo: non aiutano me, almeno. Esempi tratti da filmup.com: "io credo che viviamo in un periodo in cui la fantasia e l’immaginazione siano essenziali"(Marc Forster)…; "dopo aver visto le scene di orrore che stanno succedendo oggi nel mondo… questo credo sia il momento giusto per chiudere gli occhi e sperare di effettuare qualche cambiamento" (Johnny Depp)… :-((

Poi vai al cinema e vedi la storia di un uomo che usa la sua arte per aprire gli occhi davvero alla gente, e ripete più volte a quattro bambini travolti da una tragedia familiare, che guardano a lui ragionevolmente come a una speranza concreta: io non vi ingannerò mai. Ed è vero, e mantiene la promessa. Non con chissà quali fantasticherie: con la sua arte non venduta e la sua umanità non castrata. Mi assilla il sospetto che una certa mentalità, che non voglio qualificare ideologicamente, chiami "avere fantasia" il semplice essere uomini. Avviene però che, come nelle prime rappresentazioni delle commedie di James M.Barrie, le buone idee volino oltre e arrivino dritte a quello strano, fantastico complesso di sangue carne cervello e cuore che chiamiamo uomo.

l’immagine è tratta da filmup.com

1 commento »

  1. Scusa l’OT, ma provengo da GBC… Segui il NG italia.genova.discussioni ? Forse ci conosciamo, sono Enraz

    -Marco-

    Comment di Marco_Laura — 4 Marzo 2005 @

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