Cronachesorprese

18 Settembre 2009

Editrice Google

Filed under: il viandante digitale,reading — alessandro @

L’ennesimo contropiede di Google. Non tutte le azioni di contropiede della G vanno in gol. Questa pare ben impostata e mi auguro che venga finalizzata.

Che poi, pensandoci, ma non sarebbe bello che anche le vere case editrici facessero così almeno per una parte del catalogo? I libri costerebbero meno perché non ci farebbero pagare nel prezzo di copertina anche le copie che vanno al macero.

Ma l’aspetto più affascinante della provocazione di Google (per il momento la considero così ma non mi stupirei se fosse qualcosa di più) è l’opportunità di ristampare tanti titoli ormai fuori dal mercato. Io ristamperei immediatamente l’autobiografia di Chesterton, che avevo comprato una ventina di anni fa. L’ho persa e non sono più riuscito a ritrovarla, nonostante le ricerche anche online (se qualcuno la trovasse la pago bene).

15 Aprile 2009

L’istinto del mestiere

Filed under: reading — alessandro @

“Io so. Ma non ho le prove. Non ho nemmeno indizi.
Io so perché sono un intellettuale, uno scrittore, che cerca di seguire tutto ciò che succede, di conoscere tutto ciò che se ne scrive, di immaginare tutto ciò che non si sa o che si tace; che coordina fatti anche lontani, che mette insieme i pezzi disorganizzati e frammentari di un intero e coerente quadro politico, che ristabilisce la logica là dove sembrano regnare l’arbitrarietà, la follia e il mistero.”

Pier Paolo Pasolini, sul Corriere della Sera del 14 novembre 1974

Ripeto queste famose frasi di Pasolini stasera perché ho appena finito di leggere Profondo nero di Giuseppe Lo Bianco e Sandra Rizza. E anche perché quelle parole mi piacciono sempre più, a mano a mano che passa il tempo e che qualche inferenza in più riesco a farla, nel mio piccolissimo mondo e nella mia limitatissima esperienza, anch’io. Ma questo deve succedere, perché certe cose non succedano più: che ognuno si guardi intorno e tiri le somme che deve tirare.
Giuseppe Lo Bianco l’ho ascoltato a Perugia: il suo modo di ragionare mi ha molto impressionato e, un poco, entusiasmato. Il libro racconta la connessione possibile tra i casi Mattei, De Mauro e Pasolini, riassumendo bene lo stato della questione dopo le inchieste giudiziarie degli ultimi dieci -qunidici anni, che hanno tentato di fare luce sulle vicende, e dopo le rivelazioni del 2005 di Pino Pelosi. È un buon contributo per considerare da una prospettiva interessante la storia di quegli anni. Ma l’etichetta “strage di stato” continua a sembrarmi propagandistica: anche alla luce delle possibili connessioni su cui indagava con sacro furore Pasolini nell’ultima parte della sua vita, è abbastanza chiaro che non era lo Stato ma un Antistato quello che macchinava o avrebbe macchinato trame di potenzialità eversiva così evidente; e che la funzionalità di questi disegni al mantenimento del quadro politico di allora sarebbe ancora tutta da dimostrare anche una volta dimostrate tutte le connessioni tra i fatti che il libro prende in considerazione. Resterebbe dimostrata, invece, la funzionalità di queste trame e questi fatti delittuosi al manimento del potere economico di alcuni personaggi che hanno in effetti avuto in mano troppo potere in quegli anni, anche per colpa della politica; se si distinguessero una volta per tutte i due livelli si potrebbe, forse, ragionare con più serenità, e tutti insieme, come collettività senza alcuna riserva di parte, su tutto quello che è successo e che ancora ci tocca e ci ferisce.

21 Marzo 2009

Giornali di partito secondo GKC

Filed under: news factory,reading — alessandro @

…è nei resoconti dei discorsi che la stampa regala le migliori manifestazioni della sua strana inettitudine.
In questo caso, non è che i giornali di partito non dicano la verità, ma è che la parte di verità che scelgono di dire è tale da farci capire che dicono delle bugie.
Uno degli errori più grossolani che i giornali compiono è quella sorta di sconcertante discesa dal sublime al ridicolo.
Esordiscono con l’informare che qualche statista ha detto qualcosa di particolarmente brillante nello stile o mordace nell’arguzia, che ha fatto fremere di terrore la platea o l’ha fatta tuonare di applausi.
Poi vi dicono cos’ha detto.
Sciocchi somari!

Gilbert Keith Chesterton, L’utopia degli usurai

29 Gennaio 2009

Odissea nel negozio

Filed under: mail quoting,reading — alessandro @

…tu sai cosa vuol dire entrare in una libreria. per me è sempre un tormento. come ulisse con le sirene: prima devo legarmi in qualche modo, ad esempio entrando con non troppi soldi in tasca e senza carta di credito. ma quanto a entrare, entro. vorrei comprare tutto, so di dover scegliere, c’è un mare di roba da leggere. la vita è sempre troppo breve per un lettore. quindi ci si affida più di quanto sarebbe opportuno al titolo, alla grafica della copertina, alla retrocopertina, e anche a elementi subliminali (ma non per i veri feticisti) come l’odore della stampa e la consistenza della carta.

13 Ottobre 2008

Sconcerto senza stupore

Filed under: reading — alessandro @

Sentendo parlare sempre a sproposito di virtuale (l’ultima occasione in ordine di tempo il raduno di Facebook a Roma: ma benedetti figlioli con l’inchiostro ancora sulle mani, se c’è un raduno vuol dire che ci sono atomi, non bit in gioco. No?) mi è venuto in mente il modo in cui Garcia Marquez in Cent’anni di solitudine descrive lo sconcerto degli abitanti di Macondo all’arrivo simultaneo di treno, grammofono, telefono e altro. Non so se funziona, ma mi sono immaginato che di fronte alle nuove dinamiche di socializzazione mediate dalla rete molti hanno lo stesso sconcerto, ma senza stupore. Che è, a naso, una cosa molto brutta.

Abbagliata da tali e tante meravigliose invenzioni, la gente di Macondo non sapeva da dove cominciare a sbalordirsi… Era come se Dio avesse deciso di mettere alla prova ogni loro capacità di stupore, e tenesse gli abitanti di Macondo in un perenne andirivieni tra l’entusiasmo e la delusione, tra il dubbio e la rivelazione, al punto che ormai nessuno poteva sapere con cognizione di causa dove erano i limiti della realtà. Era un intricato guazzabuglio di verità e di miraggi…

« Pagina precedentePagina successiva »

Powered by WordPress. Theme by H P Nadig