Cronachesorprese

9 Aprile 2010

Gestore, ti voglio parlare

Filed under: il consumatore non consumato,parole, non fatti — alessandro @

Ho sostituito una delle mie carte di credito, quella con cui pagavo tra le altre cose le bollette del cellulare. Di conseguenza ho dovuto comunicare a Vodafone la variazione. Ho chiamato il numero verde. Mi hanno fatto richiamare da un “addetto abilitato a gestire questo tipo di variazioni”.

Ho comunicato i dati della nuova carta di credito. L’addetto abilitato a quel punto mi ha detto:
– Bene, provvederò subito a gestire l’addebito dell’ultima fattura su questa carta. Se va tutto bene riceverà un sms di conferma, in caso contrario la richiamerò.

Ho ricevuto poco fa il messaggio. Eccolo:

Gentile cliente, la variazione da lei richiesta è stata gestita.

Il neretto è mio.

In una breve comunicazione abbiamo fatto indigestione di gestioni.
Sarò noioso, ma che vuol dire? Io vedo tre significati diversi.
Nel primo caso gestire vuol dire prendere in carico.
Nel secondo caso vuol dire addebitare (qui è facile, c’è il verbo dopo: ma appunto, non basta?)
Nel terzo caso vuol dire… eh, lo so perché me l’ha preannunciato: perfezionata, andata a buon fine. Se non ci saranno problemi riceverò il messaggio, mi era stato detto. Se non avessi avuto questa specifica di metodo avrei potuto interpretare il “gestita” dell’sms nel primo significato, cioè come presa in carico.

Ecco un’altra di quelle parole contenitore che piacciono tanto ai burocrati, alle aziende. Che danno un tocco di ineffabile professionalità alle cose più banali.

Tu chiamale, se vuoi, gestioni.

31 Marzo 2010

Negozi seducenti

Filed under: parole, non fatti — alessandro @

Non è una metafora ma la traduzione più o meno letterale di sexy shop. Me l’ ha fatto notare una ragazza inglese che si trova a Genova per lavoro. Si dovrebbe dire sex shop. Insomma un inglese, tutte le volte che passa davanti a un “sexy” shop, si scompiscia. E non per gli articoli esposti.
Pare che sia abbastanza esilarante anche il termine footing, che in inglese significa solo “fondamento” o “posizione”. Il termine usato per la corsa leggera di allenamento o riscaldamento è jogging.
Quindi non ci limitiamo a importare dei termini inglesi nel nostro dizionario ma inventiamo di sana pianta anche i significati, partendo probabilmente dall’errore di interpretazione di qualcuno.
Conoscete altri esempi?

16 Settembre 2009

Assolutamente

Filed under: parole, non fatti — alessandro @

Una delle parole preferite da Berlusconi. Ieri nella sua televendita di prefabbricati l’ha usata almeno una decina di volte.
Sostituisce il “sì” o il “certo”, “certamente” e nella psicologia del Presidente del Consiglio simboleggia la perfetta incontrovertibilità di un fatto quando viene enunciato da lui o da qualcuno che sta dalla sua parte. Denota la sua allergia per il contraddittorio e la dialettica.

8 Maggio 2009

Papi satan

Filed under: parole, non fatti — alessandro @

Vedo per il momento solo un aspetto positivo in tutto il bailamme scoppiato intorno alla partecipazione del Presidente del Consiglio a una festa di compleanno di una bella figliola. Ed è che nessuno potrà più usare quell’orrenda parola che è papi senza trasalire almeno un attimo.
Le brutte parole sono condanna a se stesse.

vignetta manifesto

18 Novembre 2008

Portare indietro il discorso

Filed under: parole, non fatti — alessandro @

Qualche giorno fa Spinoza titolava: non fate l’onda. Pare che non l’abbiano ascoltato.

Va bene, questa è un po’ una cattiveria. Ma leggere certe cose mi fa torcere le budella. Anche perché penso al resto, penso alle belle immagini che ho visto per le strade, penso che studenti medi e universitari hanno ragione a farsi sentire, indipendentemente dall’occasione che ha suscitato il movimento e dalle ragioni contingenti della protesta. Pensavo: vabbé, togliamo la scontata politicizzazione, in fondo è un fatto secondario. Togliamo anche gli slogan ancora più scontati e ingiusticati sulle varie presunte “privatizzazioni”. C’è molto di buono. C’è soprattutto il sacrosanto diritto di dire che la scuola e l’università italiana, oggettivamente, girano a vuoto. Mi piacciono molto le lezioni in piazza o in altri luoghi: ho visto ad esempio che a Roma degli studenti di Scienze politiche hanno organizzato una lezione in un autobus, coinvolgendo gli altri passeggeri.

Però questi documenti sono un segnale d’allarme: distacco dalla realtà. Probabilmente non di tutti, ma di una parte, quella parte che in queste occasioni decide di diventare professionista della protesta e domani chissà, della politica. Penso a quella schizofrenia che già era evidente agli occhi di Pasolini. Tutto già visto, purtroppo. Speriamo che sia solo la spuma dell’onda, che scompare in un attimo.

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