Cronachesorprese

31 Gennaio 2011

Agenda digitale

Filed under: il viandante digitale — alessandro @

Sottoscritta.
Inutile che mi attardi a spiegare perché, basta spulciare i post di questa categoria…
Poi in questo periodo non ho testa per scrivere.
Chi mi vuole bene ne sarà contento.
Anche perché sa benissimo che prima o poi tornerò a scrivere :-)

13 Gennaio 2011

Il valore di scambio del link

Filed under: il viandante digitale — alessandro @

Il Post e Luca Sofri – Wittgenstein hanno innescato una discussione sull’uso dei contenuti altrui online in termini che probabilmente solo loro oggi in Italia, o pochi altri, possono condurre. Sono totalmente d’accordo con loro. Ed è notevole che i toni si inaspriscano, qua e là in rete, proprio quando si tende a dimenticare che sono le prassi editoriali e gli stessi sistemi di content management ad aver ereditato una certa sufficienza con cui i giornalisti storicamente hanno approcciato la rete e i suoi contenuti originali. Oggi accade che, al di là delle intenzioni dei singoli giornalisti (che spesso individualmente, lavorando in rete ormai da molti anni, conoscono e usano certe dinamiche condividendone anche lo spirito) si trovano a pubblicare il loro lavoro con strumenti che sono tarati su logiche editoriali non adeguate. Il caso Makkox è abbastanza tipico: il redattore ha messo bene in evidenza nel testo la fonte, ma non ha potuto formattarla come link. Un problema analogo l’avevo segnalato tempo fa a proposito di una sezione del sito dell’Ansa. Ancora più paradossale, a pensarci ancora oggi (visto che nulla in più di tre anni è cambiato): Ansa mette a tema internet e tecnologia, fa dei lanci dedicati ai siti e ai servizi online, e non prevede la possibilità di includere link nei testi. Meno del minimo sindacale.

2 Gennaio 2011

Good blog intentions 2011

Filed under: il viandante digitale — alessandro @

Fare l’upgrade di wordpress, così posso postare anche dal mio nuovo htc magic (preso usato, però) che mi sta cambiando (un po’ in meglio) la vita digitale.

Rivedere le categorie, togliendo quelle usate poco e male e trovandone di nuove.

Cambiare le foto degli header, compiono due anni proprio in questi giorni.

Capire perché questo tentativo di rivoluzione mi è riuscito solo in parte. Forse lo so.

Valorizzare alcune nuove relazioni digitali che meritano maggiore attenzione. E lasciare nel loro brodo altre vecchie che, nonostante i miei tentativi di svolta, sono imprigionate nella coazione a ripetere vecchi, inutili e fastidiosi schemi.

21 Maggio 2010

Trent’anni di Pac Man

Filed under: il viandante digitale — alessandro @

Il colpo basso, il colpo gobbo, il colpo grosso. Chi ha giocato a Pac man sa che vuol dire prendere due piccioni con una fava, trasformare in un attimo i pericoli in risorse. E le pause strategiche in attesa di un avversario troppo famelico per vedere il pericolo, e comunque conoscere bene la necessità di non fermarsi mai troppo, che è un po’ come non fermarsi mai.

Ma la ciliegina di un banner che è anche giocabile (ed è nientemeno che un Pac Man) Google nei suoi dieci anni non l’aveva ancora tentata, se non ricordo male. È impossibile resistere alla tentazione di farsi almeno una partitina per celebrare il 30° anniversario di Pac-Man. Spero solo una cosa: che l'”insert coin” in una posizione in cui ti aspetteresti piuttosto un “mi sento fortunato” rimanga per sempre una deliziosa metafora di un mondo di giochi elettronici che erano ancora troppo materiali (se non altro nei supporti: avevano bisogno di macchine grosse come mobili e di sale giochi fumose e molto old economy) e non un suggerimento per il futuro: analogica o elettronica, io una moneta lì dentro vorrei non infilarla mai…

19 Maggio 2010

Inapplicabile punto net

Filed under: il viandante digitale — alessandro @

Avrei voglia di scrivere qualcosa di illecito o di potenzialmente lesivo della dignità umana contro il ministro Maroni, che si è già rimangiato il proposito dello scorso dicembre di proporre una disciplina su internet senza scavalcare la magistratura nella sua prerogativa di decidere eventuali oscuramenti di contenuti. Vorrei, ma mi tratterrò.

Tanto questa iniziativa è come tutte le altre tentate dai governi negli ultimi dieci anni: inapplicabile. Non voglio abbassare la guardia e non sottovaluto il corollario di base alle leggi sulla stupidità di Carlo Maria Cipolla. Solo uno stupido poteva pensare di chiedere ai provider di fare i poliziotti dei contenuti e, dice il corollario, “una persona stupida è più pericolosa di un bandito”. Mettiamo che i banditi siano al Governo: il problema vero sono i troppi stupidi chiamati a fare lavoretti da nulla come produrre un “codice di autodisciplina” per indurre altri ad autodisciplinarsi “su base volontaria”, e non chiamiamolo paradosso perché il paradosso è una cosa seria. Il nome giusto è un altro: stupidaggine.

Però l’ostacolo concreto a questo tentativo di introdurre la censura in internet (sempre per dare alle cose il loro nome: onestamente, in che altro modo potremmo chiamarla?) è abbastanza grosso da essere rassicurante. Convincano tutti i provider, e specialmente quelli non italiani, a spendere le risorse necessarie per filtrare i contenuti e prendere i provvedimenti del caso. Quali contenuti, poi? E in base a quali criteri?

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