Cronachesorprese

26 Maggio 2018

Nel magma

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Dedica autografa di Mario Luzi

Sono passati 25 anni dalla strage dei Georgofili di Firenze. Tutte le volte che viene commemorata penso che circa 30 ore prima ero passato di lì. Ero a Firenze per accompagnare la mia amica Rosanna Pozzi che doveva intervistare Mario Luzi per la tesi (e che avrebbe continuato poi a studiarlo fino a ottenere, appena l’anno scorso, il Premio internazionale dedicato al poeta scomparso nel 2005). Anch’io stavo finendo la mia tesi in filosofia, su tutt’altro argomento, ma quei versi appassionati e lucidi mi piacevano molto, avevo l’edizione garzanti della sua opera completa (che, a differenza di altri libri di poesia, avevo comprato, letto e riletto, annotato e sottolineato per puro piacere e non per gli esami di italiano) e me la portai dietro. Arrivammo a casa del poeta, in Bellariva, intorno alle 11:30. Cominciammo a parlare ma capimmo subito che la chiacchierata sarebbe stata lunga, e quindi Luzi molto semplicemente ci invitò a condividere il pranzo con lui. La dedica che parla di un incontro “abbastanza francescano” allude sia alla semplicità di quel pasto condiviso senza averlo programmato, sia al fatto che durante il pranzo parlammo della Verna, della comune passione per i luoghi francescani, di Bargellini (“il mio amico Bargellini”), il sindaco di Firenze ai tempi dell’alluvione che ficcò le mani e i piedi nel fango come tutti gli altri, che alla Verna aveva dedicato un libro e che mio padre amava soprattutto per le opere su Dante e sulla letteratura italiana. Dopo pranzo andammo avanti con l’intervista e finimmo a metà pomeriggio. Prima del treno restava ancora il tempo per un giro in centro. E passammo anche da lì, da quella via maledetta che poche ore dopo sarebbe stata teatro di un vero inferno, poco dantesco ma purtroppo reale. Nella strage morì anche Dario Capolicchio, uno studente di Sarzana. E io abitavo a tre chilometri da Sarzana, circostanza che mi fece sentire ancora di più l’alito del destino sulla pelle. Il 25-26 maggio per me sarà sempre un incrocio di bellezza e tragedia, di storie personali che sfiorano e intersecano la storia collettiva, di ogni grande bellezza che scorre sempre come su un crinale stretto stretto di montagna, dove a ogni passo puoi meravigliarti o puoi cadere.

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