Cronachesorprese

28 Aprile 2014

PinoClichet

Filed under: cronache — alessandro @

È inutile, non siete convincenti. Da un quarto di secolo non fate altro che ripetere come dischi rotti questo clichet. E in questi giorni, prodighi di pareri non richiesti sulla vicenda di un pontefice su cui potreste semplicemente tacere, perché in realtà non vi interessa e non avete niente di interessante da dire, tirate fuori il catechismo del giovane impegnato di sinistra per ripetere l’unico punto di vista ingessato (più un blocco mentale che un pensiero degno di questo nome) che vi è permesso sull’argomento. Il papa che stringe la mano al dittatore. Onta e vergogna. Oggi che quel papa è anche (opportunamente) Santo andate in fibrillazione e non avete nient’altro da ripetere che “Pinochet, Pinochet, Pinochet”. Pinocchietti. Non me la contate giusta.

Di solito si parla di Fidel Castro per ribattere al PinoClichet. Ma non voglio rispondere con un altro clichet. Non è necessario e poi potreste pensare che la mia sia una critica politica. Chissenefrega delle beghe destra sinistra.
San Wojtyla (cominciate a chiamarlo così anche se non vi garba, e giù il cappello, almeno quelli di voi che si professano credenti) ha viaggiato da pontefice in 127 paesi. Da capo di stato un Pontefice non può ignorare i capi di stato dei paesi che visita. A meno che non siano loro a voler ignorare lui, ma sarebbe altrettanto strano e irrituale. Ditemi, il viaggio in Polonia del 1979 implica un sostanziale accordo con il governo di quel paese? E il viaggio in Pakistan del 1981 implica che il Papa era arcisoddisfatto del modo in cui trattavano e trattano i cristiani da quelle parti?

Quanto ci vuole a riconoscere, ad ammettere che se San Wojtyla decise di viaggiare ovunque era forse per un motivo leggermente diverso dallo stringere la mano dei capi di stato… leggermente, leggermente diverso, sì, che cavolo. Incontrare la gente e ripetere a tutti il suo manifesto, aprite le porte, spalancate le porte a Cristo. I governi, i sistemi economici, la cultura. Voleva ripeterlo a tutti, accettando spesso di passare attraverso le forche caudine delle visite ufficiali. Andiamo, ci vuole tanto a capirlo? A prenderla almeno come ipotesi un po’ più soddisfacente rispetto a questo criterio meschino, moralistico del “dimmi da quale capo di stato vai e ti dirò chi sei”? Pensate che non sarebbe andato volentieri in Unione Sovietica prima del 1989? Pensate che non abbia tentato di farlo? E se avesse stretto la mano a Breznev avreste pensato che approvava tutta l’oppressione che attraverso quelle mani veniva inflitta al popolo russo?

Il vostro miserabile PinoClichet è smentito da sempre, dai giorni stessi della visita. Leggete il punto 6 del discorso ai vescovi in Cile, in cui il Santo chiede per quel popolo rispetto dei diritti umani e democrazia, si fa voce del popolo davanti ai suoi pastori, e considerate quanto possa aver fatto piacere al dittatore. Troppo noioso, vero? Però questi sono fatti, le vostre solo illazioni e calunnie. San Wojtyla avversava la teologia della liberazione e con ottimi argomenti, ma che questo abbia significato automaticamente appoggio dei regimi dittatoriali sudamericani è soltanto nelle vostre malevole fantasie, come del resto la favola del mancato aiuto al vescovo Romero in Salvador. È realtà invece che la Chiesa cattolica si sia opposta con decisione alla dittatura soprattutto nei primi anni, quando la repressione era più dura. Considerate ancora cosa è successo in Cile negli anni successivi alla visita apostolica. Pinochet si è rafforzato? Direi proprio di no. Soltanto un anno e mezzo dopo ha dovuto prendere atto di una transizione pacifica alla democrazia, analogamente a quanto avveniva negli stessi anni in molti paesi dell’est europeo. Potete pensare che San Wojtyla non c’entri nulla. Io penso che c’entri. Ma in ogni caso non potete dire che abbia remato contro. Tutti i fatti sono contro questa interpretazione.

Insomma ammettetelo, questo ritornello su Pinochet è uno stupido punto d’onore, un dispetto, un pestare i piedi di fronte all’eccezionalità, al carisma da gigante di Karol. Vi ha sempre fatto rabbia, e vi fa rabbia ancora di più vederlo onorato oggi sugli altari. Siete lontani anni luce dagli umili e dai semplici che pretendete di rappresentare, perché loro Karol l’hanno conosciuto e l’hanno amato. Vorreste snobbarlo, seppellirlo con una sentenza sommaria, parlare d’altro. Siete già sconfitti. Wojtyla è Santo, e le ossa dei santi sono già in cielo.

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3 Comments »

  1. secondo il mio modesto parere, a certi assassini non si stringe la mano, tantomeno sorridendo. la considerazione di un capo di stato di un paese che si visita è obbligatoria ma c’è modo e modo. poi le foto vengono strumentalizzate dai delatori ma la vita, purtroppo, funziona così.

    Comment di alga — 9 Maggio 2014 @

  2. anche il modo è stato irreprensibile. qualsiasi considerazione maligna in merito è propaganda.

    Comment di alessandro — 22 Maggio 2014 @

  3. Sento la necessità di un elenco mondiale dei capi di governo ai quali, in data odierna, si potrebbe stringere la mano (magari anche sorridendo) senza rovinarsi la reputazione.

    Comment di Galliolus — 22 Maggio 2014 @

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