Cronachesorprese

18 Gennaio 2014

Sognare la complessità

Filed under: tutto considerato — alessandro @

Tra le tante “muccinate” che hanno invaso il cinema degli ultimi quindici anni questa scena (e in fondo anche il film) quasi si salvano. La rete l’ha premiata con innumerevoli condivisioni. C’è un poco di verità in questo dialogo, anche se è improbabile e troppo didascalico. Verità psicologica, verità emotiva, verità morale.

La retorica del “sogno” non mi ha mai convinto. Ma qui non si tratta del sogno-e-basta, quel contenitore buono per qualsiasi cosa che non ammette discussioni sul contenuto. Intanto è il sogno di un bambino, e va difeso e valorizzato con ogni mezzo, a rischio della vita (dell’adulto). Qui c’è un padre che somministra al figlio una cura omeopatica di frustrazione perché sia in grado di riconoscere ed evitare i cattivi maestri, le persone che stancano e succhiano energia, quelle che sono chiuse alla novità e alle sorprese, quelle che hanno già capito tutto di te (che sono invariabilmente quelle che non hanno capito nulla: non so come è andata a voi, nella mia vita non c’è nessuna eccezione a questa regola), i mediocri che ostacolano la ricerca della felicità altrui.

I sogni dei bambini vanno sempre protetti. I sogni degli adulti vanno messi in discussione, non per stroncarli ma per temprarli. Continuo a usare la parola “sogno” per comodità, ma mi sta stretta. Non rende giustizia al desiderio di realizzazione di una persona. La tollero perché l’immaginazione, motore indispensabile per interagire con gli altri, per incidere sulla realtà, va sempre un poco oltre il realizzabile. Per sovrabbondanza, non per difetto di fabbrica. Direi che è quasi una condizione per qualsiasi vera utilità. Ma va oltre il realizzabile appunto, non oltre la realtà.

Mi piacerebbe che la parola “sogno” fosse depurata dall’individualismo, dall’astrattezza, dal disamore per il qui e ora da cui ogni legittima aspirazione di cambiamento deve partire, dal desiderio di rivalsa. Ma soprattutto il mio sogno non è rifiuto della complessità, della dialettica, del paradosso.

2 Comments »

  1. Bel tema, Alessandro. Qualche giorno fa mi sono imbattuto, dopo tanti anni, in questa frase di Mark Twain: «Tra vent’anni sarai più infastidito dalle cose che non hai fatto che da quelle che hai fatto. Perciò molla gli ormeggi, esci dal porto sicuro e lascia che il vento gonfi le tue vele. Esplora. Sogna. Scopri.».
    Mi aveva accompagnato per tanto, cosi’ come compagni di sogni sono stati a lungo i suoi personaggi (ho riletto da poco le pagine in cui Tom Sawyer fa dipingere la staccionata ai suoi amici e mi veniva da piangere e ridere insieme). Ritrovarla adesso sulla mia strada e’ stato come rimettermi in tasca le biglie di marmo, lo scacciapensieri rotto, il pezzo di vetro di una bottiglia blu (da guardarci il mondo attraverso) e tutti gli altri inestimabili tesori :-)

    Ciao

    Filippo

    Comment di Filippo — 22 Gennaio 2014 @

  2. i libri letti fino ai 14 anni danno nutrimento per sempre. i buoni libri per ragazzi naturalmente. anch’io ho adorato tom sawyer. cioa filippo, grazie.

    Comment di alessandro — 22 Gennaio 2014 @

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