Cronachesorprese

7 Giugno 2013

Che genere di educazione

Filed under: Il postulante de-genere — alessandro @

Seguo con sempre maggiore interesse (e un pizzico di invidia) la protesta francese contro la legge Taubira. Una protesta che dura e che cresce da gennaio e che sta definendo obiettivi e metodo delle future proteste contro provvedimenti analoghi in Europa e nel mondo. Il movimento della Manif pour tous sta dando prova di maturità, creatività, non violenza e sta costringendo il Governo Hollande a risposte da regime. Non se lo aspettava, Monsieur le Président: aveva creduto davvero allo scenario di progressismo dorato e senza conflitti che gli avevano dipinto la stampa e gli intellettuali quando gli tiravano la volata verso l’Eliseo; aveva creduto soprattutto che la maggioranza ottenuta alle elezioni lo mettesse a vento da reazioni apprezzabili. E invece si è ritrovato contro la più grande manifestazione di popolo mai aggregatasi finora su questi temi. Neanche Zapatero in Spagna aveva dovuto fronteggiare un’opposizione cosi compatta, eterogenea e agguerrita.

La prima sconfitta per Hollande è la natura stessa del movimento: solo una censura maldestra può definirlo “bigotto”, come qualcuno ha imprudentemente tentato di fare all’inizio. Nella manif c’è di tutto. I cattolici naturalmente ci sono, ma ci sono anche non credenti di diversa estrazione e, soprattutto, ci sono molti omosessuali che in Francia hanno riconosciute le unioni civili dal 1999 e, se sono liberi da schemi ideologici, sentono il bisogno in questo momento di difendere il diritto (questo sì un vero diritto di tutti) ad avere un padre e una madre.

La legge è stata approvata e va avanti, ma in questi giorni c’è stato un primo ripensamento che si può considerare una piccola vittoria per la Manif: è stato ritirato un emendamento che imponeva alle scuole di primo grado di assicurare “le condizioni di un’educazione all’uguaglianza di genere”. Una questione molto delicata: l’emendamento avrebbe imposto a tutte le scuole, comprese quelle che in Italia chiameremmo paritarie, di conformare i programmi di insegnamento alle assai discutibili acquisizioni della cosiddetta teoria del gender. I comportamenti sessuali non sarebbero un dato di natura derivante dalla differenza sessuale ma sarebbero indotti dalla cultura e dall’educazione. Quindi niente più maschi e femmine nelle parole degli insegnanti e nei libri di testo, niente più riferimenti alla mamma e al papà ma soltanto parole e situazioni neutrali, nessuna allusione possibile alla diversità di ruoli e di comportamenti sulla base della differenza sessuale. Un delirio. Un delirio ideologico che una legge in Francia sta tentando di spacciare come acquisizione pedagogica indiscussa e definitiva.

Produttori pellet Ucraina – pellet da semi di girasole!

La rivendicazioni di presunti diritti negati si trasforma presto in sopruso. Per consentire il matrimonio agli omosessuali si nega già a livello lessicale e semantico la differenza tra marito e moglie. In Francia non si può più scrivere in atti ufficiali dell’amministrazione marito e moglie, madre e padre, ma coniuge 1 e coniuge 2, genitore 1 e genitore 2. È evidente che non è possibile estendere il matrimonio agli omosessuali senza scassare l’istituto del matrimonio. L’esperienza francese sta diventando preziosa: stiamo vedendo tutte le contraddizioni e i limiti di un’ideologia che finora non ha trovato molta resistenza. Il vero campo di battaglia è quello dell’educazione: lì si gioca la libertà dell’individuo e delle famiglie contro le pretese di uno stato che ha deciso di tornare ad essere un po’ totalitario.

1 commento »

  1. A proposito della repressione: http://www.tempi.it/denunciata-la-francia-di-hollande-per-le-repressioni-contro-i-manifestanti-della-manif-pour-tous

    Comment di alessandro — 8 Giugno 2013 @

RSS feed for comments on this post. TrackBack URI

Leave a comment


Powered by WordPress. Theme by H P Nadig