Cronachesorprese

11 Dicembre 2011

Un Avvenire come oggi

Filed under: cronache — alessandro @

Avvenire maiuscolo, oggi minuscolo perché semplice avverbio e non nome di testata.
Accade oggi che Avvenire esce con due pagine (la dieci e la undici) dedicate interamente alla polemica sull’Ici che finalmente abbandonano lo stile da pamphlet riservato alla questione negli ultimi quattro anni. Non che i pamphlet siano stati di cattiva qualità. Però, nonostante contenessero argomenti sufficienti, non hanno ottenuto l’effetto che avrebbero potuto ottenere se l’opinione pubblica funzionasse meglio. Stasera, per dire, la Littizetto ha ripetuto il solito mito: cappellina in albergo, niente ici. E ci ha fatto ironia. In un paese di gente che si informa e ragiona l’avrebbero sommersa di buu e fischi. E invece applausi e risolini da borghesucoli che si sentono democratici e liberi pensatori soltanto se fanno ironia sul Vaticano.

La scelta fatta oggi dal quotidiano della Cei, potenzialmente, cambia le cose. Non soltanto perché Bagnasco ha parlato molto chiaro, confermando peraltro ciò che tutti i cattolici informati ripetono da anni, ma perché i giornalisti sono andati a cercare quelli che sanno e che vivono sulla pelle l’ingiustizia di questa campagna mediatica: l’economa di una parrocchia che paga ogni anno trentamila euro di Ici senza battere ciglio; l’economo della Curia di Bologna che, riportando un calcolo fatto dal Comune della stessa città, fa sapere che la Chiesa paga in tutto qualcosa come un milione di euro di Ici all’anno; l’economa di un albergo di Roma gestito da suore, che paga l’Ici sia per le camere sia per il convento e la cappella che occupano due dei piani della modesta struttura.

Questo è il registro giusto, così bisogna continuare. Non c’è da illudersi che la campagna di disinformazione finisca qui, anche se ci sarebbero tutte le ragioni per chiuderla. Gli spargitori di fango non fanno altro che preparare il terreno. Anni di calunnie, poi a un certo punto si alzerà il tiro sui veri bersagli: il Concordato; molti immobili che fanno gola agli speculatori; le opere sociali della Chiesa che hanno il difetto di funzionare bene e di levare mercato ad altri che non avrebbero certo diritto a esenzioni, ma non ne hanno neanche bisogno. Perché hanno i veri soldi, il vero potere. Altro che Vaticano.

Aggiornamento del 12 dicembre

Anche Luigi Amicone sente puzza di (troppo) denaro e avverte gli “amici radicali”: “in queste campagne voi servite nient’altro, come direbbe Marco Pannella, che l’Oro e il Potere”

Antonio Socci è un po’ più critico. Concordo con lui solo sulla mancanza di tempestività (per questo ho salutato con favore la comparsa di veri servizi giornalistici al posto dei pamphlet); per il resto la reattività della chiesa italiana sulla questione è più che giustificata perché non è soltanto una questione di soldi ma è in corso un attacco alla credibilità delle opere e della presenza dei cattolici nella società.

Aggiornamento del 17 dicembre

Lo storico Pietro Cafaro, intervistato da Avvenire, supera autorevolmente la mia già apocalittica previsione: “La campagna sull’Ici della Chiesa cattolica è solo un pretesto. Serve a fare piazza pulita di un modo di intendere la società, l’economia, il welfare, per portare avanti interessi di gruppi economici”. E: “per conquistare un mercato si sta facendo un’operazione culturale, con il risultato di portare la gente comune a pensare che la vera lobby sia la Chiesa”. Molto interessante, da non perdere, l’excursus storico che individua un precedente molto importante nella storia italiana… Cosa è cambiato in 150 anni?

6 Dicembre 2011

Appena un neurone oltre l’ovvio

Filed under: semiminime — alessandro @

chiunque: “non esistono più le mezze stagioni”
io: “non sarei così perentorio”
chiunque: “lei si arrampica sugli specchi”

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