Cronachesorprese

13 Dicembre 2011

Midnight in Paris

Filed under: lo spettatore indigente — alessandro @

midnight in paris Non so se passa per la testa a tutti, almeno da bambini, di provare una volta il desiderio di vivere in un’epoca diversa da quella che si vive. A me è capitato. Non so se questo significa qualcosa: forse ero un bambino sognatore. Anzi, sicuramente. Penso che sia abbastanza normale: se non capita a tutti, capita a molti. Penso che sognare un’epoca diversa dall’attuale sia una strategia di rafforzamento dell’io, della personalità, un modo di coltivare una certa autonomia e indipendenza di giudizio. Poi si cresce e quell’esercizio viene utile per tuffarsi nel presente da uomini, da adulti.

Midnight in Paris parte da questo vagheggiamento e lo porta alle estreme conseguenze. Facciamo che un turista a Parigi si trovi a sognare la magnifica Parigi degli anni venti, facciamo che gli capiti di essere catapultato davvero negli anni venti tra scrittori, pittori e registi di un’avanguardia artistica che per un uomo del duemila è ormai leggendaria. Il gioco è questo, ed è simile al gioco di Provaci ancora Sam e di La rosa purpurea del Cairo. O alla mitica scena di Io e Annie in cui Mc Luhan interviene direttamente in una normale conversazione tra uomini della strada che parlano di lui. Niente di originale nel meccanismo, molto interessante e divertente tutto ciò che viene fuori.

Mi sono divertito. Tanto. Nella mia scena preferita il protagonista (un ottimo Owen Wilson, molto alleniano per una certa nevrotica fragilità e in un ruolo adatto alle sue migliori caratteristiche, come ai tempi dei Tenenbaum) si trova al tavolo di un bar con Dalì, Bunuel e Man Ray. Non può mancare, ed è un grande personaggio, Hemingway che ricorda tanto come funzione narrativa quella del fantasma di Humprey Bogart in Provaci ancora Sam. Poi Gertrude Stein, Scott Fitzgerald, Pablo Picasso e altri. E soprattutto una donna. Che, come in uno specchio deformante che moltiplica la spinta all’evasione, aiuta il protagonista a relativizzare e a trasformare la nostalgia per un passato mai vissuto. Da schermo per nascondere a strumento per leggere il presente.

2 Comments »

  1. Owen Wilson è decisamente ON! :-)
    Mi hai incuriosita con questo film!

    Comment di Clio — 20 Dicembre 2011 @

  2. worth seeing :-)

    Comment di alessandro — 20 Dicembre 2011 @

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