Cronachesorprese

28 Novembre 2010

L’escort naturale

Filed under: tutto considerato — alessandro @

Nadia Macrì intervistata da Maria Latella:

– Perché è così facile diventare una escort?
– Perché ti viene di natura, essendo una bella ragazza.

In una intervista così non mi aspetto certo dotte definizioni del concetto di “natura”. Però fa ugualmente impressione.

Non mi interessano le questioni di genere. Per me non ci sono una intelligenza, una sensibilità maschili e femminili. Non ci sono una forma maschile e una femminile di intelligenza. Sono balle: ci sono donne e uomini sensibili e intelligenti, donne e uomini insensibili e stupidi. Quindi lascio ad altri, a chi ha voglia di questionare in questo senso, fare gli ovvi coretti su quanto stiamo andando indietro rispetto alle lotte e alle conquiste eccetera eccetera eccetera.

Risposte come quella di Nadia Macrì mi fanno rivoltare il sangue. Proprio il sangue, è la mia natura che non l’accetta, mi fa rabbia. È una questione di istinto, non è una reazione moralistica. Io non mi scandalizzo mai. Chiamatela la rabbia del maschio senza qualità, se volete. Fate pure, mi espongo allo scherno, ogni tanto bisogna pure correre il rischio. Ma non mi abituerò mai a questo nesso “naturale” tra bellezza e potere. Tra bellezza da comprare e potere da sfoggiare. Perché se mi abituassi e se considerassi normale (davvero naturale) questo nesso penserei soltanto a una cosa: fare soldi. Qualsiasi altro pensiero o attività sarebbero tempo ed energie perse.

Non sto dicendo che certe cose belle che sono considerate normalmente come simbolo di potere sono l’unico scopo di una vita degna. Si tratta di non abituarsi, non piegarsi all’idea che se non sei ricco e potente la bellezza non fa per te. La bellezza è per me, bellezza piena, senza incertezze, senza approssimazioni.
La bellezza è per me, che non ho mai pensato di diventare ricco o potente o distinto o elegante, e non perché non “posso”, ma perché non sono così e non mi dispiace neanche un po’; perché so che la bellezza vera se ne frega del potere e dell’eleganza costruita e fine a se stessa, la snobba, la surclassa, la acceca. La genera dall’alto e non la costruisce per penosi tentativi dal basso. Sono fatto per questo, come tutti, e non accetto culturalmente che la bellezza sia “connaturata” a un modello di transazione sociale che mi è alieno.

La bellezza di una donna, che desidero naturalmente, è una provocazione e uno spunto, il più immediato, quello che è più difficile eludere, quello che tiene svegli più facilmente rispetto ad altre cose belle e desiderabili. Ma penso anche a tutte le energie di vita, alle potenzialità umane negate e imprigionate perché prima l’ “ambiente” e poi il resto. Prima la rassicurazione, poi forse il rischio.

Scusate, ma ce l’ho nel gargarozzo da un po’, da quando per pure ragioni di cronaca sono costretto come molti italiani a considerare che ci sono migliaia di donne bellissime in Italia che fanno le escort. Meglio una donna ambiziosa, e che quindi sa cosa vuol dire rischiare, di queste che sognano soltanto di capitalizzare la loro bellezza senza farne occasione di nulla che non vada oltre la loro sicurezza, che non concepiscono la parola “imprevisto”, che non potrò mai incontrare per caso alla posta, sull’autobus o in una trattoria che è vero, puzza un po’ di fritto e non è proprio il massimo dell’igiene, ma fa quei taglierini al sugo di zucca che non puoi non assaggiare almeno una volta nella vita, perché se no cosa vivi a fare. Ecco, a parte tutte le ovvie considerazioni morali e moralistiche che non mi interessano, è questo che trovo veramente insopportabile e delittuoso.
E lo so che grazie a Dio ce ne sono tante altre che non hanno niente da invidiare alle escort “naturali” e che potremo incontrare e se succederà sarà sicuramente meglio per tutti. Però intanto le escort fanno scrivere i giornali e parlare la gente per mesi, per anni. Creano modelli vincenti e praticabili, “normali”, “naturali”. E quindi tutto il gioco delle aspirazioni di molti si ordina a quei simboli facili e potenti; e sia quelli che riusciranno, sia quelli che non riusciranno, gli uni per esaltazione gli altri per frustrazione, fuggiranno dalla vita vera. Fuggiranno dallo sguardo e dall’umanità a cui davvero appartengono, e non lo capiranno mai.

Scusate ancora, lo so che questo post si presta a ironie e sarcasmi infiniti. Prendetemi per il culo quanto volete. Pronti, via :-)

8 Comments »

  1. per me le escort (ma anche la bellezza senza null’altro che le faccia da contorno) non sono mai state e mai saranno modelli vincenti, praticabili, “normali” e “naturali”. spero vivamente nemmeno per i miei figli. anche il mio commento si presta a ironie e sarcasmi infiniti. ma vabbé.

    Comment di alga — 2 Dicembre 2010 @

  2. C’è ben poco da ironizzare, mi sembra.

    Comment di Galliolus — 2 Dicembre 2010 @

  3. Non vedo niente di particolarmente nuovo nelle considerazioni che fa la Macrì. L’unico errore che fa è parlare di “natura”. Probabilmente è un problema di controllo precario della lingua italiana. In effetti la natura non c’entra molto però se guardiamo alle regole fondanti della nostra società, in cui tutto viene mercificato allora la bellezza diventa un asset con un suo valore commerciale e quindi perché non immetterlo sul mercato trattandolo come una qualsiasi altra merce? Possiedo un bene che è richiesto dal mercato, ma perché mai non dovrei venderlo? Il punto è che la bellezza come giustamente dice Alessandro non è (o meglio, non dovrebbe essere, o meglio Alessandro, ed io con lui, pensa che non sia giusto che sia) un bene commerciabile ma liberamente disponibile. Del resto io resto convinto che nessun bene dovrebbe essere commerciabile, non la bellezza ma per dire neanche l’acqua o la salute o la scuola etc.etc.. Neppure – anzi soprattutto non – il lavoro, che è tempo e vita sottratto alle persone. Però prendiamo atto che stiamo in un mondo in cui invece TUTTO è un bene commerciabile e che anzi TUTTO deve essere venduto o comprato determinando un profitto per il venditore. E allora, la escort – e chiamiamola puttana che è una parola così bella e che ha bisogno di essere recuperata! – diventa come una bottiglia di acqua minerale. Quello che manca è il coraggio di prendere atto fino in fondo di questo, e smetterla di indignarsi vergognarsi o pensare che fare la puttana sia moralmente più riprovevole che svendere la proprio vita facendosi sfruttare con un qualsiasi lavoro salariato.

    PS Uè Alessà, ma sempre e zoccole stamm’ a parlà? Avessimo davver liberato o premier che sta intr’e nuie?

    Comment di giocard — 2 Dicembre 2010 @

  4. certo, non c’è nulla di nuovo. è sempre stato così: non voglio mica vagheggiare un momento in cui queste cose non avvenivano o non avverranno. ma tutte le volte che realizzo quanto sia forte il nesso di cui parlo la mia reazione è sempre la stessa. volevo dire che non mi sono mai abituato e non mi abituerò mai. che davvero la mia è una reazione istintiva, non mediata da sistemi o convinzioni morali. non scriverei mai un post come questo per fare lo scandalizzato. ma tutte le volte che sono costretto a constatare la forza di quel nesso mi sento in qualche modo “ferito” e ho voglia di dirlo e di rifletterci. e sì, sarà anche per questo che si parla un po’ troppo di zoccole :-) ma guarda che non è una fissa mia o tua o di quest blog. da un anno e mezzo almeno una chiacchierata su tre tra amici o colleghi verte in qualche modo su zoccole. almeno una vaga allusione o una battuta arriva sempre. la gamma di posizioni e opinioni non è neanche molto varia. non si riesce più a parlare di politica senza metterci le zoccole. non si riesce più a parlare di economia o di società senza metterci le zoccole. un puttanaio, insomma.

    sui beni “commerciabili” capisco il tuo punto di vista, in parte ti seguo ma vorrei fare qualche distinzione che mi porterebbe troppo lontano, e in questo momento non ho le forze :-)
    solo una cosa: tutto, volendo e avendo il mercato giusto a disposizione, è oggettivamente commerciabile. ma non credo che possa esistere un sistema che impedisca alla radice questa possibilità, e non credo neanche che mi piacerebbe. sta alle scelte individuali e sociali coltivare le aree di ciò che “non ha prezzo”.

    Comment di alessandro — 2 Dicembre 2010 @

  5. ..e per tutto il resto c’è mastercard

    Comment di giocard — 3 Dicembre 2010 @

  6. una delle pubblicità più azzeccate degli ultimi vent’anni.

    Comment di alessandro — 3 Dicembre 2010 @

  7. Sono molte di più in Italia e nel mondo in generale le donne bellissime che si fanno il mazzo a lavorare e a studiare!
    A riguardo del concetto di “natura” mia zia Silvana direbbe una cosa alquanto pertinente, che però non è educato scrivere in un blog.

    Comment di Sara — 8 Dicembre 2010 @

  8. vai tranquilla saretta, finché si riporta qualcosa non si è maleducati :-)

    Comment di alessandro — 8 Dicembre 2010 @

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