Cronachesorprese

7 Luglio 2010

Dalla prima lettera di Ratzie agli Uàri

Filed under: cronache,ratzie stories — alessandro @

Cosa direbbe? In attesa che avvenga davvero qualcosa di simile, come auspica per altri motivi il panzone, provo a immaginare una prima lettera prendendo uno spunto di cronaca. La immagino letta un po’ tra le righe, quindi non si pensi che attribuirei espressioni poco diplomatiche al buon Joseph.

“Cari Uari, non capite nulla delle cose di quaggiù.
Leggervi a volte è divertente. Più di frequente è imbarazzante: avete quel piglio da riformatori delle leggi, degli usi e dei costumi in nome della (pretesa) Ragione che solo a voi non sembra vecchio e triste.

Da un po’ di tempo vedo che voi e altri rilanciate certe critiche alla religione così inessenziali e stantie che viene da chiedersi se ci credete davvero, se siete proprio così ingenuamente convinti che colgano nel segno. Sembra quasi che abbiate un tabù alla rovescia: guai a considerare il senso religioso qualcosa di più di una debolezza o di una malattia dello spirito, per non dire della psiche. Un tabù che vi impedisce di capire quello che ascoltate e che leggete, in materia. E che non vi impedisce, tuttavia, di coltivare la pretesa di fare gli informati e gli informatori.
Vediamo cosa dite in una delle vostre ultime news che dà conto della mia visita a Sulmona ( i grassetti sono miei):

Il cristiano, ha affermato nel suo discorso ai giovani, “non è mai un individualista”: per questo è chiamato ad amare la comunità (quella cristiana) e a impegnarsi “a vivere insieme l’esperienza di fede”. I benefici di tali comportamenti, secondo il sommo pontefice, saranno ultraterreni: “Dio non vi toglie nulla, ma vi dà il ‘centuplo’ e rende eterna la vostra vita”.

Allora, ve lo rispiego, anche se mi è capitato di ripeterlo spesso ultimamente: il centuplo è “quaggiù”. Non è ultraterreno. Non dico che basta conoscere il Vangelo, dico che basta leggere bene tutto il mio discorso e capire il contesto: sto parlando a dei giovani, mi sto complimentando con loro perché hanno capito il valore della fede. E prometto loro, evangelicamente, che nulla sarà tolto. Qui e ora. Appunto. Ripeto la promessa evangelica.
Non sto parlando dell’ultraterreno. Neanche di striscio. “Rende eterna la vostra vita“: è vero che il vangelo dice “e in futuro la vita eterna”, ma senza la premessa del centuplo non c’è eternità che tenga, non c’è aldilà che possa essere umanamente interessante. Così l’Eterno vuole stare tra gli uomini, con un centuplo di valore sensibilmente sperimentabile. Ci arrivate? Come fate a non vedere che l’accento è tutto sulla terra e per niente sull’ultraterra? Vi basta la parola “eterno” per farvi scattare la paranoia marxiana? Mavvìa, siate un po’ meno reattivi. Non è ragionevole. Ma poi vi pare che mi rivolga a dei ragazzi di quindici, vent’anni per parlar loro soltanto di ultramondi? E chi sono, Goldrake?

Qui e ora. Sono tre parole, in tutto sette lettere. Consideratele bene. Sono centrali nel cristianesimo, in tutta la sua storia. Se il cristianesimo non avesse dimostrato di agire sulla vita di tanti, di tante persone singole, rendendola più umana di quello che uno riesce a immaginare e sperare per sé, non si sarebbe mai affermato.
Il potere viene dopo. Il potere può anche strumentalizzare una fede, ma se prima quella fede non è nel popolo non ha nulla da strumentalizzare.

E ve le dò io le news: anche oggi è così, non è cambiato nulla in duemila anni, il metodo è sempre lo stesso. Non dico di convertirvi, non più di quanto lo dica a me stesso e ai miei: vi chiedo almeno di essere disponibili a capire, perché se in una notizia striminzita riuscite a infilare la solita vaccata dell’alienazione vuol dire che, con tutte le vostre pretese razionalistiche, non avete neanche questa disponibilità minima. Siete dogmatici.

Rompete i vostri tabù. Liberatevi.”

11 Comments »

  1. Chissà perchè quando ho letto “panzone” ho pensato immediatamente a Ferrara, ancor prima di seguire il link…
    Ciao Ale!

    Comment di Sara — 7 Luglio 2010 @

  2. Interessante. Ma sto centuplo, de che? Perchè 1 calcio nei denti X cento è il centuplo ma non è detto sia così interessante. Possiamo essere più specifici? Uno dei problemi che ho sempre con le religioni è che anche quando parlano delqui e ora, della concretezza, restano sempre sul vago. Un po’ come quelle confezioni un po’ deformi che trovi al supermercato e che dicono “30% in omaggio”. ma 30% DI CHE? ma il centuplo DI CHE?

    Comment di GioCar — 8 Luglio 2010 @

  3. ciao sara! :-)

    giocar: capisco :-) ma se leggi bene marco 10, 29-30 tutto si può dire tranne che si tratti di pubblicità ingannevole, visto che il pacchetto comprende anche persecuzioni, oltreché rinunce come “fee” d’ingresso. si potrebbe poi ironizzare (si può sempre ironizzare sul vangelo, niente di più facile) sul fatto che il centuplo in “case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi” potrebbe non essere proprio come vincere al superenalotto, almeno per la parte di “parenti serpenti” (per non parlare dei notai e degli avvocati e degli agenti immobiliari, che nell’elenco non sono citati ma stanno chiaramente dietro l’angolo). però è chiaro: l’elenco simboleggia, esemplifica senza voler essere esclusivo o esaustivo, tutto ciò che c’è nella tua vita di buono, utile e fecondo. si direbbe “ciò per cui vale la pena vivere”, se non fosse un concetto segnato da un eccessivo estetismo, almeno da manhattan di woody allen in poi :-)
    insomma il centuplo è un’immagine per dire che tutto ciò che puoi trovare con le tue forze o con la fortuna di buono e bello può avere un gusto ancora più grande di quello che ti aspetti, di quello che riesci a immaginare. talmente grande che le persecuzioni e i calci nei denti potrebbero anche diventare un di cui ininfluente.
    io penso che non ci sia proprio nulla di vago. una maggiore specificità sarebbe una presa in giro. l’essere cristiano dipende essenzialmente dalla storia personale, dipende da come arriva concretamente l’eventualità, l’opportunità di “seguire”.

    Comment di alessandro — 8 Luglio 2010 @

  4. Si però messa così mi pare un po’ troppo somigliante a quelle robe da motivatori che ti fanno sviluppare il tuo potenziale magari camminando sui carboni ardenti… e non sempre va bene:

    http://roma.corriere.it/roma/notizie/cronaca/10_luglio_5/agenti-immobiliari-ospedale-1703333116244.shtml

    (la mia notizia preferita della settimana)

    Ma magari sono questi PNL-ini che copiano il Vangelo e non viceversa. Alla fine tutti vogliono di più e meglio. Il problema è che nessuno sa e nessuno spiega di più di cosa, meglio che? Ti dicono sempre tutti “vedi tu, se non lo sai tu…”

    In ogni caso complimenti per la pronta citazione scritturale. E su ste cose qui di conoscenza delle scritture che di solito vi fregano i riformati, a voi cattolici!

    Comment di GioCar — 8 Luglio 2010 @

  5. e con notizie come quella che segnali chi può ancora dubitare che esista una giustizia divina? :-)
    non vedo molte analogie con la pnl et similia: Cristo fa una promessa, non un discorso motivazionale. non parla di potenziamento individuale, parla di valore di un’esperienza. non è una roba esoterica o da superuomini o da intelligenti o da asceti che hanno fatto un percorso di purificazione, ma riguarda tutti in qualunque condizione si trovino.
    rimandare all’esperienza forse da una parte è comodo e può sembrare vago, dall’altra è radicalmente diverso dal rimandare a una compensazione ultraterrena. nonostante quello che dicono in molti, e nonostante sia consapevole che esiste tutto un immaginario devozionale che pare (pare) adatto a smentirmi, affermo che il cristianesimo non tollera forme di alienazione che distraggano dalla vita, dalla sua bellezza e dai suoi problemi. anzi dice che tutta la vita ha molto più valore di quello che riusciamo a vedere, a capire e a sperimentare da soli.

    grazie per i complimenti, ma non mi sembra niente di che: quella citazione fa parte di un abc che ritengo essenziale. poi certi “riformati” credono di fregarti andando a sfruculiare su qualsiasi versetto di antico o nuovo testamento, partendo dal presupposto che se non sei ferratissimo su tutto non sei un buon credente. trovo davvero singolare questa pretesa. e tralascio il fatto che hanno torto su tante singole questioni esegetiche sulle quali *pensano* di poter prendere in castagna gli altri. potrei essere un ottimo cristiano senza sapere nulla o quasi della bibbia. invece mi capita di saperne qualcosa (non molto, ma forse qualcosina in più della media) e di essere un pessimo cristiano :-)

    Comment di alessandro — 8 Luglio 2010 @

  6. l’ipotesi è oltremodo affascinante.
    ma come fare, per raggiungere questo paradiso in terra (dato per scontato che qui la giustizia non esiste) fatto di consapevolezza e di serenità? la fede è un dono oppure una conquista?

    Comment di alga — 9 Luglio 2010 @

  7. In effetti la notizia degli agenti immobiliari grigliati è una di quelle che mettono a dura prova la mia fede nel GDIOALO (Grande Dio Indifferente O Al Limite Ostile) e potrebbe portarmi alla conversione verso il DOMCUCSDU (Dio Ostile Ma Con Un Certo Senso Dell’Umorismo)e sarebbe in qualche modo un passo avanti nella fiducia in un qualche ordine superiore che prevalga persino sul secondo principio della termodinamica (altro punto cardine della mia Weltanschauung)

    Ti ringrazio per non aver ceduto alla tentazione di riprendere dispute esegetiche con la chiesa riformata… non ne posso più di sentir litigare sulla lettera ai Romani e direi che è il tema è stato già annaffiato a sufficienza di sangue

    Comment di GioCar — 9 Luglio 2010 @

  8. alga: “paradiso in terra” mi sembra un pochino fuorviante, leggermente irridente anche se so che hai formulato la domanda senza questa intenzione.
    la fede è un’esperienza. dipende dagli incontri e dalla libertà di aderire alle ipotesi di vita che dagli incontri nascono. quindi in parte è dono, in parte è conquista. non esistono dei “come fare”. non riesco a pensare a niente di diverso dal “vieni e vedi” evangelico. e meno male. esiste però un impegno della ragione propedeutico alla fede, perché la fede non nega la ragione ma la compie.
    la tua domanda naturalmente per me è difficile, perché come sai io non sono neanche più praticante, non posso e non voglio fare il “maestro” di fede.
    qui cerco di distinguere il piano culturale e di attualità da quello di fede, non portatemi oltre perché onestamente dovrei declinare.
    se qualcuno (e ora non mi rivolgo a te, alga) vuole dire che sono un ipocrita a scrivere il post che ho scritto faccia pure. continuerò a scrivere ugualmente di questi argomenti.

    giocar: anche per me il secondo principio della termodinamica è un punto cardine, perché dimostra la realtà “cosmica” del peccato originale :-)
    anch’io non ne posso più di certe dispute e mi guardo bene dal riprenderle. ho solo fatto una precisazione sulla *tua* tentazione.
    il tema è stato suo malgrado innaffiato di sangue: sappiamo peraltro che la dottrina della giustificazione è stata soltanto un pretesto per i prìncipi che avevano già deciso di scannarsi. non li sottovaluterei: se non avessero avuto quello a portata di mano ne avrebbero trovati altri.

    Comment di alessandro — 11 Luglio 2010 @

  9. Beh sì in effetti semplificando fu una questione di decentramento fiscale (più o meno)… però siccome parlare dei soldi e del potere dei pochi è scarsamente efficace a muovere le masse, è molto più funzionale fare ricorso alla religione di turno. Usare le dispute sulla giustificazione allora è come usare l’islam e/o il cristianesimo in tutte le sue declinazioni oggi per invocare scontri di civilità utili a mascherare le contese per le risorse energetiche in Medio Oriente o in Asia Centrale. O ancora prima, per raccontare alle masse (interne ed esterne) la dissoluzione della Jugoslavia in chiave etnico-religiosa. Finzioni (che diventano realtà nel momento in cui le masse le si convincono), specchietti per le allodole, in questo senso davvero oppio per i popoli. Efficaci strumenti del potere. Non penso che questa sia la natura intrinseca delle religioni, però è vero che molto spesso nella storia chi avrebbe in primis dovuto tutelare la sua religioneda questo uso (preti e mullah, cantava GLF prima di diventare troppo amico del panzone) è stato troppo compiacente, svendendone il vero significato per ottenere qualche rendita di posizione.

    Comment di GioCar — 12 Luglio 2010 @

  10. è vero, ma non è tutto.
    è anche vero che nella storia dell’occidente c’è stato un “collasso”, una identificazione tra la difesa di un territorio e la difesa della fede. non mi sentirei di dire che è stata colpa di chi avrebbe dovuto tutelare la fede da commistioni con la politica: è un fatto che a un certo punto è stato necessario. e per uscire da questa situazione c’è voluto molto tempo. e in una piccola misura, secondo fattori diversi, non siamo ancora fuori del tutto da questa situazione.
    una cosa è certa: è una visione di parte, ideologica, pensare che l’impegno cristiano possa essere perfettamente definibile senza alcun riferimento, senza alcun rapporto (almeno critico) con il potere.

    Comment di alessandro — 12 Luglio 2010 @

  11. Il conformismo degli anticonformisti è davvero incredibile. Come anche la pochezza dei liberi! Anche io mi arrabbio spesso con la fisica per l’irriducibile incapacità di volare, ma per fortuna persone più intelligenti e pacate sono riuscite a costruire mongolfiere, aerei, jet e navi spaziali!

    ;)

    Comment di Antonio Patti LdF — 18 Luglio 2010 @

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