Cronachesorprese

1 Luglio 2010

Questo titolo è dedicato ai titoli

Filed under: news factory — alessandro @

Ho ascoltato (e letto, come è possibile fare all’inizio del Tg serale di La7) l’editoriale di commiato di Antonello Piroso. In questi anni ho scelto spesso e volentieri il suo telegiornale della sera. Non mi ha mai sconvolto con scelte di notizie fuori dagli schemi, ma ho apprezzato una discreta indipendenza di giudizio e la buona volontà nell’innovare il format senza esagerare. Innovazione di linguaggio, di conduzione.

In un passaggio Piroso ha detto stasera che ha tolto importanza ai titoli perché sono vecchi, perché sono troppo legati al giornalismo “prima di internet”. Non ricordo le parole precise, ma il concetto era questo.
Non sono molto d’accordo e non capisco neanche bene il senso preciso di questa affermazione.
Per esperienza dico che non è vero: internet ha valorizzato, forse stressato fino alla nausea la funzione del titolo. In generale tutte le “parti” del “discorso” giornalistico sono state usate e riusate su internet, trovando in un certo senso una nuova “giovinezza”. Un titolo azzeccato su internet è fondamentale. Deve essere pertinente, deve contenere chiavi di ricerca ma deve anche stimolare alla lettura e a superare quella nuova barriera alla lettura che è il clic. Deve servire non solo per la pagina, non solo per il sommario in home page, non solo per gli indici ma anche per i motori di ricerca, anche per i feed. È l’ambasciatore in contesti non preventivabili dal redattore dell’interesse, dell’utilità del contenuto che annuncia.
Ditemi se vi sembra che su internet ci siano meno titoli che sui giornali. O che siano usati meno o abbiano un valore dimidiato. A me sembra il contrario.

Comunque Piroso ha fatto benissimo a levare importanza ai titoli del suo telegiornale, a farli precedere da quell’editoriale che costringe il telespettatore alla lettura o almeno al “tempo interiore” della lettura. È stata una bella intuizione.

Avanti Mentana, facce vede :-)

4 Comments »

  1. Una vecchia canzone diceva “Video killed the radio star” ma trent’anni dopo il mezzo televisivo è in piena agonia e credo che bisogna risalire al buon vecchio Marshall Mc Luhan quando diceva che “il mezzo è il messaggio” per capire l’epoca che stiamo vivendo anzichè filosofeggiare come fa Piroso sui titoli, quando poi come giustamente dici tu, su altri mezzi e per ragioni fondamentali alla stessa attrattiva del “pezzo” il titolo ha più che senso. Non credo che televisivamente si possa inventare ancora qualcosa, da mestierante quale sono, credo che sia una fase in cui attraverso lo studio delle opprtunità che le nuovissime tecnologie offrono, si possa forse riscoprire qualcosa dello scrivere e della comunicazione, se non del giornalismo stesso che per tante ragioni nel vecchio quadro editorial tecnologico si era definitivamente perso.

    Comment di Giovanni — 3 Luglio 2010 @

  2. sì… si potrebbero sperimentare ibridazioni tra schermo televisivo e monitor del pc, in attesa della vera internet tv. voglio dire: in attesa di una reale interattività si potrebbe presentare al telespettatore uno schermo che almeno come grafica suggerisce l’interazione, tende a un modello interattivo.

    Comment di alessandro — 4 Luglio 2010 @

  3. Con il digitale terrestre ci arriveremo ma credo che senza libetà d’informazione (leggi indipendenenza editoriale ergo più soldi che circolano) sarà difficile smuovere il panorama. Già la piattaforma twitter insieme a uno strumento tecnologico come l’iphone sono in grado di dare scossoni tremendi alla dimensione giornalistica di un prodotto non solo in termini di confezione ma anche di contenuto.

    Comment di Giovanni — 4 Luglio 2010 @

  4. vero. la speranza è che le possibilità di innovazione legate all’incontro tra tv e internet siano talmente allettanti da creare nuovi modelli di business.

    Comment di alessandro — 5 Luglio 2010 @

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