Cronachesorprese

27 Marzo 2010

Aspettando le vere ragioni di un attacco

Filed under: cronache,ratzie stories — alessandro @

La Chiesa deve chiedere scusa o deve chiedere scusa di esistere? Non è strano porsi questa domanda nel pieno di una pandemia di panico morale come quella che si sta diffondendo in questi giorni sulle presunte responsabilità del Vaticano nella copertura di casi di pedofilia. Più ci si addentra in questa ondata di rancore (ben fotografata da Marina Corradi su Avvenire) più sembra che per i critici la Chiesa debba esistere soltanto per chiedere scusa. Se non ci fosse, sono sicuro, ne sentirebbero la mancanza almeno per questo, perché non avrebbero altri a cui rivolgere critiche così, come dire, “saporite”.

Franco Cardini oggi sul Secolo XIX ricorda che l’ultima volta che in America c’è stata una campagna di screditamento del Vaticano su questo tema fu nel 2002, quando Bush trovò nell’autorevolezza di Giovanni Paolo II un serio ostacolo a un apprezzabile consenso mondiale per la nuova guerra in Iraq. Oggi il motivo potrebbe essere di altro genere, forse più interno (le nuove religioni chiedono spazio nella grande partita dell’educazione dei giovani e la vecchia catholic church dà fastidio), o forse da ricercare tra temi come la ridefinizione dei “diritti umani” che vede sostanzialmente la Chiesa come unica avversaria. Penso ad ogni modo che l’attacco di questi giorni non sia casuale ma strategico; e se è strategico ne vedremo e capiremo i motivi soltanto tra un po’. La Chiesa si metterà, come spesso accade, di traverso su qualcosa e allora qualcuno le rinfaccerà di non poter vantare nessuna autorità morale per non aver fatto qualcosa che il mondo le chiedeva. Non è complottismo: non credo che questa strategia sia l’esito di un complotto ma di un coagularsi naturale di forze ostili alla Chiesa.

Andrà così, ne sono abbastanza sicuro. Come sono sicuro che il vero motivo del “panico” di molti è la provata efficacia dell’azione di Ratzinger contro i pedofiili, quella “sporcizia” dentro la Chiesa che ha promesso di combattere e che sta combattendo con determinazione. I nemici della Chiesa conoscono l’intransigenza dell’ex prefetto della Congregazione della Fede su questo tema. Allora tirano fuori storie vecchie di decenni, cercano di coglierlo in fallo evidenziando presunte omissioni. In questa affannosa rincorsa allo scandalo a volte prendono delle cantonate incredibili, come capitò a Colm O’Gorman nell’interpretare la Crimen solllicitationis (che dice l’esatto contrario di quello che lui le faceva dire nel suo documentario) ma il più delle volte non rischiano nulla, perché si sa che scavare fango è sempre un’operazione redditizia se va incontro al desiderio di una buona parte del pubblico.

Comunque, qualche punto fermo di metodo.

1 – “La Chiesa chieda scusa!” Sta diventando un fastidioso ritornello. Sembra che le scuse non siano mai abbastanza. E sembra soprattutto che i luogocomunisti non vogliano mai considerare la differenza tra quello che dice un pontefice (che sul tema della lotta alla pedofilia, mi spiace per il New York Times, è irreprensibile) e quello che dicono altri esponenti della Chiesa e del Vaticano dallo specifico delle loro funzioni. Padre Lombardi è il responsabile dei rapporti con la stampa e giustamente risponde agli attacchi della stampa. C’è differenza, non so se si capisce. Se ci sono scuse da chiedere non dovrà essere Padre Lombardi a farlo, sarà qualcun altro.

2 – “La Chiesa non deve dare indicazioni di voto!” Prego? La Chiesa parla come e quando vuole. In particolare il presidente della Cei, in prossimità delle elezioni, non può far finta che le elezioni non ci siano. Avesse detto poi delle cose nuove, delle cose che qualcuno non sa. Il suo discorso va più a vantaggio di uno schieramento che di un altro? Discutibile, se non altro perché non c’é nessuna ragione per cui la Chiesa, che è così poco seguita dagli italiani nelle scelte di tutti i giorni (da me per primo), sia seguita nelle urne. Ma anche se fosse non è niente di sconveniente: se le forze politiche vorranno si regoleranno di conseguenza, altrimenti no. Sono scelte tra le tante che un partito o una coalizione devono compiere. I soggetti sociali sono tanti, ognuno ha i suoi valori irrinunciabili, non solo la Chiesa.
Diciamolo chiaro: quelli che hanno fatto gli scandalizzati vorrebbero soltanto una cosa, vorrebbero che la Chiesa tacesse. Vorrebbero che la Chiesa si conformasse all’idea che hanno loro di Chiesa. Per quello che mi riguarda possono scandalizzarsi per le prossime diecimila consultazioni elettorali, vediamo chi si stufa per primo. È una questione di principio. Molti di quelli che giocano a fare i “resistenti” per il bavaglio a Santoro vorrebbero mettere il bavaglio a Bagnasco, c’ è qualcosa che non mi torna.

5 Comments »

  1. ciao Ale,
    ho trovato molto interessante e condivisibile questo articolo di Battista riguardo le “indicazioni di voto” della chiesa, forse lo avrai già letto ma te lo linko ugualmente

    http://www.corriere.it/editoriali/10_marzo_24/battista-chiesa-vescovi_a129d310-370c-11df-bfab-00144f02aabe.shtml

    buona notte
    mrs jaspary

    Comment di mrs jaspary — 28 Marzo 2010 @

  2. sì, l’avevo letto. ho letto anche la risposta del direttore di avvenire marco tarquinio, che condivido.
    la posizione di battista meritava una risposta ragionata, altre no. forse sono stato un po’ sbrigativo, ma è difficile esprimere bene il fastidio che si prova di fronte a certe reazioni. io non credo che i cattolici che intendono votare bresso e bonino si sentiranno a disagio per le parole dei vescovi. questo disagio, se esiste, l’ha creato l’enfatizzazione che ha dato la stampa a una posizione che è la stessa di sempre e che, nel discorso originario, non aveva quel risalto che i giornali hanno preteso di restituire.
    proviamo ad analizzare l’effettivo “disagio” o “senso di colpa” dei potenziali elettori cattolici di bresso e bonino. i casi sono due: o hanno sviluppato nel tempo una posizione critica nei confronti della linea della cei, o non prestano minimamente attenzione a quello che dice la cei. in entrambi i casi mi sento di affermare che il “senso di colpa” sarà nullo. e giustamente: la cei è libera di esprimere valutazioni sul significato del voto, io sono libero di fare analisi diverse e dare al mio voto significati diversi, anche in relazione alla fede. può darsi che l’analisi della cei sia insufficiente, inadeguata anche rispetto ai “valori non negoziabili”. qualcuno preferisce immaginare sempre il voto cattolico come voto di pecore stordite. che sia questo che dà un tantino fastidio a me e ad altri?

    ciao mrs jaspary, grazie per aver letto e buona domenica :-)

    Comment di alessandro — 28 Marzo 2010 @

  3. toh, mi piace! :)

    Comment di lullaby — 29 Marzo 2010 @

  4. toh, che bello! :)

    Comment di alessandro — 30 Marzo 2010 @

  5. […] Aspettando le vere ragioni di un attacco La Chiesa deve chiedere scusa o deve chiedere scusa di esistere? Non è strano porsi questa domanda nel pieno di una pandemia di panico morale come quella che si sta diffondendo in questi giorni sulle presunte responsabilità del Vaticano nella copertura di casi di pedofilia. blog: cronachesorprese | leggi l’articolo […]

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