Cronachesorprese

12 Ottobre 2009

Quei melmosi anni novanta

Filed under: cronache — alessandro @

Ero finalmente un disoccupato professionista e pensai che l’importante fosse non fermarsi“.

Sarà perché anch’io sono un po’ bastian contrario come lui, ma trovo questa memoria di Filippo Facci dieci volte più interessante di tutti i sermoni di Travaglio. Una voce come quella di Facci è preziosa e lo sarà ancora di più nei prossimi anni, quando sentiremo il bisogno (o almeno lo sentiranno le teste autopensanti) di guardare un po’ più a fondo dentro a certi miti e dogmi che hanno avuto origine negli improvvidi anni novanta.

Sentiremo in tanti il bisogno di spiegare come disprezzavamo la violenza di tangentopoli senza essere craxiani, come abbiamo trovato sempre ideologico e perfido l’antiberlusconismo senza essere berlusconiani. I bastian contrari salveranno l’Italia da chi pretende di scrivere la storia d’Italia nel momento stesso in cui fa cronaca, nel momento, cioé, in cui impone la selezione dei fatti e delle opinioni.
Bisogna solo resistere ancora un poco. Ancora un po’ di pazienza. Grazie anche a Facci intanto, e ai pochi come lui.

3 Comments »

  1. Ciao Ale, mille grazie per l’ottima segnalazione. L’atmosfera del racconto riporta curiosamente a Dies Irae di Genna, ma è scritto meglio e per di più, a quanto pare, vero :-)
    Sono indietrissimo con le letture, ma spero, la prima volta in cui torno in Italia, di poter mettere le mani su questo libro.
    Concordo comunque col tuo giudizio su Facci: è una voce interessante, resa oltremodo credibile dall’opinione dei travaglisti, che lo bollano, per risparmiare perifrasi di scarsa utilità, come un minchione vestito e calzato. In qualche modo ripongo in lui quelle speranze che anni fa affidai a Giordano Bruno Guerri, infinitamente più grande, ma nel frattempo aventinizzatosi.

    Sempre un piacere leggerti.

    Ciao,

    Filippo

    Comment di El Mariachi — 13 Ottobre 2009 @

  2. già, che fine ha fatto giordano bruno guerri? oltre al suo punto di vista eccentrico e refrattario a qualsiasi luogo comune sulla politica e sulla società italiane, era uno dei rari atei con cui era piacevole e costruttivo confrontarsi.
    facci a mio parere sarà più interessante come testimone che come giornalista, e non sto dicendo che è un cattivo giornalista. è uno che fa, sbaglia e paga di persona, anche come immagine. non è sempre impeccabile insomma, ma ha buone intuizioni, lavora tanto e scrive bene.
    grazie a te, sono contento di restituire anche una piccola parte del piacere di leggerti.

    Comment di alessandro — 13 Ottobre 2009 @

  3. grazie per la segnalazione, interessantissima.
    comprerò il libro :)

    Comment di lullaby — 13 Ottobre 2009 @

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