Cronachesorprese

24 Agosto 2009

Reboot yourself

Filed under: le specie musicali — alessandro @

Dagli U2 ho finito, dagli U2 riprendo. Li ho visti a ferragosto a Wembley.

Un solo precedente per me. L’emozione del concerto del 1993, il 3 luglio al Bentegodi di Verona, me la ricordo bene. Era diversa, era di altro genere. Impossibile che sia altrimenti: tutto passa e tutto cambia. Però l’esperienza in qualche modo si consolida. Posso dire che gli U2 sono parte della mia vita, posso dire che non riesco a pensare alla mia vita senza un bel po’ della loro musica. Non è certo il gruppo dal quale ho ascoltato la migliore musica, ma è il gruppo che ho sentito per molto tempo eccezionalmente vicino all’espressione di me, delle mie attese, dei miei desideri.

Il concerto di Wembley me lo sono goduto. Ma l’emozione è stata diversa rispetto a sedici anni fa. Non ho seguito molto le ultime produzioni: come è logico e come avviene per tutti i gruppi di successo, anche gli U2 cucinano nuovi brani tendendo a ripetere le ricette che hanno funzionato in passato. Da tempo non ho l’impressione di ascoltare da loro qualcosa di radicalmente nuovo. È fisiologico, e non mi dà fastidio. Li ascolto sempre con piacere, ma con poca attenzione.

È invece indubbio che l’armamentario spettacolare globale dei concerti del quartetto irlandese riesce sempre a superare le attese. Il palco a 360 gradi, hanno scritto sul Times, è qualcosa che starebbe a buon diritto anche nella sala delle turbine della Tate Modern: è arte contemporanea, né più né meno. È una struttura gigantesca e leggera, che elimina o dissimula elegantemente tutti gli aspetti antiestetici di un palco di un grande concerto. È un frullatore in grado di trasformare in qualsiasi momento il live in videoclip e il videoclip in live, il palco in schermo e lo schermo in palco. È un monumento all’elasticità del rock-pop-turningindisco-againrock che sta facendo vincere a Bono e soci la sfida del salto generazionale: guardando il pubblico presente a Wembley non c’è alcun dubbio che piacciano, e molto, ai ventenni. Cioé ai figli di quelli che sono stati testimoni della loro prorompente novità nella corsa dai club di Dublino al Rockpalast festival dell’ 83 e poi oltre, passando per il Live Aid, fino alla conquista dell’America nello storico tour documentato in Rattle and hum.

Sono abbastanza indifferente, da sempre, alle diatribe innescate da quelli che si tormentano a ogni cambio di marcia o di direzione del gruppo. Ora non c’è quasi più nessuno che non riconosce che gli album della svolta degli anni novanta, Achtung baby e Zooropa, sono grandissimi album. Quando Edge rispondeva alle critiche dicendo che sentiva di non aver ancora dato il meglio forse si sbagliava, ma non dubito che fosse sincero. Come è sincera la passione che porta lui e gli altri a organizzare tour sempre più dispendiosi e “magnificenti”, tanto per usare (re-italianizzandola) una parola che a Bono piace molto in questo periodo. Non è per nascondere o far dimenticare qualche scivolone in più nelle performance vocali o chitarristiche. Io penso che gli U2 siano, loro sì, dei grandi comunicatori. Che sono partiti dalla musica (senza mai abbandonarla, anzi) e hanno scalato con anelito quasi da futuristi la multimedialità, la rivoluzione digitale. La seguono e la commentano a modo loro. Anticipano poeticamente forme, potenzialitá e problemi del modello di network che si impone come paradigma di conoscenza e di socialità. Provate a riascoltare Achtung baby in questa chiave, lo troverete sorprendente. Pensate agli occhiali da mosca di Bono come a una metafora (non voluta, semplicemente intuita) dell’homo televisivus che sbatte sulle pareti del nuovo mondo, senza riuscire a entrarvi. Pensate al sogno cosmopolita di Zooropa, alla Vorsprung Durch Technik, al salto che infrange le barriere dello Zoo, i limiti della Station, le pareti della monodirezionalità insomma.
La televisione non fa reboot. Si accende, e poi si spegne.

Non avete avuto sempre l’impressione di un’ambivalenza feconda e non cinica nel modo degli U2 di guardare, usare e raccontare la “tecnica”, che poi è in buona approssimazione la tecnica della comunicazione di massa? Io sì, l’ho sempre avvertita. E ho sempre pensato che fosse sbagliato dissolvere quella ambivalenza in un senso o in un altro, nel senso di una critica orwelliana ai mezzi di comunicazione o nel senso di una delirante esaltazione del “you can go anywhere”. Pensavo che occorreva accoglierla per quello che era, un discorso fatto di musica e poesia, parimenti indifferente alle forme della “denuncia” e dell’entusiasmo tecnofilo.

Dopo Wembley Station, August 15, 2009 ho deciso: non mi sbagliavo.

9 Comments »

  1. esserci o non esserci: è stato il dilemma di quest’anno. la mia assenza causa prole a milano sarà un piccolo rimpianto che sono certa di cancellare l’anno prossimo nel nuovo tour U2, finalmente di nuovo nella capitale. ovviamente sei prenotato anche tu come mio ospite a roma se lo vorrai :) gli u2 sono nel mio cuore da poco più di 20 anni. ho iniziato ad scoltarli per caso grazie ad un mio amico del liceo e senza rendermene conto mi sono entrati nel sistema linfatico lentamente, senza impeto. mi piacevano quelle note, quella voce, la melodia della mitica with or without you. ho iniziato ad amarli così. hanno cominciato a segnare le tappe della mia esistenza presenziando in momenti fondamentali come, una per tutte, la notte prima della mia laurea quando presa dall’ansia del gran giorno li cantavo a squarciagola, o in alcuni giorni particolari di dolce attesa. su di me hanno un potere calmante, rasserenante, che trasporta un lieve profumo di malinconia ma una vena robusta di speranza. è quello che ho sempre trovato in loro. oltre al fascino di vox, straordinaria teppa irlandese, padre di famiglia, uomo pazzo ma al tempo stesso terribilmente serio e serioso. un po’ meno gradevole nalla sua veste di portavoce mondiale di annullamento del debito. ma in lui/loro ci può stare anche questo. ci deve stare anche questo, non mi piace ma lo accetto. io credo, come te, che siano stati da sempre capaci di comunicare, di essere dentro i temi e di anticiparne la visione e il senso. io sono stata a reggio emilia nel 1997. bello. mi sono emozionata. grande spettacolo. all’anno prossimo un possibile auspicato confronto tra me, loro e la prospettiva d’anni trascorsi da quel giorno, immersa in una marea umana gioiosa nella bassa.

    Comment di imbarcoimmediato — 25 Agosto 2009 @

  2. a me non dà fastidio il loro impegno per l’annullamento del debito: geldof ha dimostrato anche ultimamente di saper tenere bene le fila dell’iniziativa che ha una sua efficacia, seppure non risolutiva e limitata.
    per roma vediamo, non sarebbe male :-)

    Comment di alessandro — 25 Agosto 2009 @

  3. diciamo che non amo la veste da predicatore che bono indossa ogni tanto, l’iniziativa in sè è buona.

    Comment di imbarcoimmediato — 25 Agosto 2009 @

  4. sugli eccessi da predicatore concordo :-)

    Comment di alessandro — 26 Agosto 2009 @

  5. Ma sei tornato davvero o è solo una finta?comunque bentornato!

    Comment di Sara — 26 Agosto 2009 @

  6. una finta? :-)

    Comment di alessandro — 27 Agosto 2009 @

  7. Si, una finta!

    Comment di Sara — 27 Agosto 2009 @

  8. GRANDE ALE! hai proprio fatto un bel reboot!
    che dire? il mio primo concerto è del 1993 con zooropa, visto che li avevo conosciuti nel 1986 e nel 1987 non ero andato a Modena. non perchè non avessi potuto, ma perchè ero quel genere di ragazzo che a 17 anni studia e lavora e non va ai concerti. non ci avevo proprio pensato.in quell’estate facevo, come tanti miei coetanei, il caddy, portavo le mazze al golf club locale. la paga media per un giro di 18 buche (e 4 o 5 ore sotto al sole…) era di 15.000 lire. se poi si era stati bravi si riuscivano ad ottenere 10.000 lire di mancia. con 25.000 lire, dopo un sabato lavorativo, avevo però comprato il bootleg live in modena nel quale bono si sforzava di parlare italiano.
    Mi sembra di risentire “Gente italiana e gente irlandese…” a fatica “Io voglio parlare italiano…” boato… “gente italiana e gente irlandese hanno spirito vicino!!!” e giù un doppio boato.
    Dopo l’acquisto del doppio vinile ricordo di essere andato ad una festa popolare sul mare,e di essermela “bullata” per l’acquisto con i nuovi amici, ma questo è stato l’altro grande Incontro del 1987.
    Tornando a bomba agli U2, visti in tutto 5 volte dal tour di ZooTv, devo dire che quest’anno hanno saputo rendere in uno stadio come San Siro l’atmosfera di un concerto da palazzetto dello sport, di quelli per pochi fortunati.
    dal 24 agosto, sono stato 2 volte nella spiaggia di Eze (attaccata a monaco, prima di nizza), sotto alle ville confinanti di bono e the edge. con il naso all’insù e il libro dei testi da fare, eventualmente, autografare nello zaino.
    venerdì poi sul mercantile ho letto che mercoledì e giovedì bono era stato a portofino (ed io martedi ero ad eze!)allora ho preso la moto e incredibilemte a portofino ho trovato lo yacht (Cyan, di the edge) attraccato al molo. Sono rimasto sotto una mezz’oretta giusto il tempo di far dire al mio amico silvano che ormai i body guard di bono mi hanno schedato come potenziale maniaco, e il tempo di vedere 3 ragazzine scendere per l’ora di cena. Maria, che mi aveva seguito con il distacco con cui si seguirebbe un tredicenne a caccia di autografi, mi ha guardato come x dire “certo che se se la fa con queste…” ed io subito “guarda che ha 3 o 4 figli e una ha proprio fatto 18 anni ai primi di luglio” (festeggiati a san siro).
    Ma se lo avessi incontrato, che cosa gli avrei detto? non avrei potuto chiedergli una serenata per me e maria (anche se pare che, sempre a portofino, nel 2008 per i fan presenti abbia improvvisato qualche pezzo…leggenda?)ma mi sarei limitato a dirgli “thank you for your music, you’ve been my soundtrack since I was a teen…god bless you”.
    non so se l’avrebbe lusingato di sapere che è la mia colonna sonora, però per amor di verità…
    a presto Ale, e grazie (anche tu con un brano sei stato la mia colonna sonora….)! Iallaà

    Comment di antonio — 7 Settembre 2009 @

  9. grande antonio! :-) ho letto anch’io delle notizie un po’ controverse sulle presenze a portofino di quest’anno e dell’anno scorso… mah, non so se è tutto vero. ma il vero scoop è il tuo passato da caddy! comprare il primo bootleg degli U2 con la diaria da caddy è davvero un ricordo glorioso, vanne fiero :-)

    Comment di alessandro — 7 Settembre 2009 @

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