Cronachesorprese

27 Giugno 2009

Auricchio Pride

Filed under: cronache — alessandro @

Il Commisseerio è vivo e lotta insieme a noi :-)

15 Comments »

  1. scrivi della grecia, va’ ;)

    Comment di estrellita — 28 Giugno 2009 @

  2. :-)))

    Comment di galliolus — 28 Giugno 2009 @

  3. ehi ehi, della grecia sto scrivendo, ma un po’ di rispetto per l’auricchio pride. quella raccomandata della carfagna ci ha pure negato il patrocinio! ;-)

    Comment di alessandro — 28 Giugno 2009 @

  4. :)

    Comment di estrellita — 29 Giugno 2009 @

  5. comunque, cara estrellita, ho voglia di commentare il tuo bel post sul gay pride genovese. lo faccio qui perché non voglio lasciare un commento troppo invasivo, non tanto per la sua lunghezza quanto per le polemiche che potrebbe scatenare (come accaduto in passato).

    grazie per la cronaca. non avevo dubbi che il gay pride sarebbe andato così. la manifestazione che hai descritto riflette la realtà italiana di oggi: gli omosessuali non subiscono più vere discriminazioni. i pochi casi isolati finiscono giustamente sulle pagine dei giornali come fatti incresciosi ed eccezionali. a meno che non si pensi che la sempiterna ironia popolare sull’omosessualità sia una discriminazione: sarebbe veramente triste, come è stata tristissima la “lectio magistralis” di vladimiro guadagno all’isola dei famosi sul termine “frocio” e sui suoi equivalenti in inglese.
    e non si dica che le parole possono diventare discriminanti e ferire più di qualsiasi arma: è così per tutte le parole.

    se c’è un modo astratto di pensare al “futuro mondo migliore” per gli omosessuali è pensare a un mondo che non faccia ironia sull’omosessualità. sarebbe un’ipocrisia ancora più grande di quella che voleva nascondere l’omosessualità, che ci siamo lasciati felicemente alle spalle. l’ironia sull’omosessualità è fisiologica quanto l’incidenza dell’omosessualità nella popolazione (ma le percentuali diffuse dagli organizzatori del gay pride sull’omosessualità in italia, diciamolo, non hanno alcun fondamento scientifico: il 12%? ma andiamo…). che l’ironia sia accettabile o no dipende, anche in questo caso, dal contesto, e dall’intenzione con cui viene usata. ma questo non vale solo per l’ironia sugli omosessuali. anche l’ironia nei confronti dei cattolici risulta spesso odiosamente discriminante.

    ma non stiamo a fare del vittimismo sterile. fortunatamente in italia riusciamo ancora a distinguere tra non discriminare ed essere politicamente corretti. piuttosto chiariamo una cosa: si farebbe un grave errore a identificare chi sabato “non c’era” o comunque “non ha aderito” con chi “non rispetta” o chi “si scandalizza”. io non c’ero e trovo offensivo che si pensi che mi possa “scandalizzare”, o che possa anche solo provare fastidio, per un gay pride. o che una manifestazione del genere possa efficacemente contrastare, smentire, invalidare la mia posizione. una manifestazione come il gay pride rischia di instaurare un altro di quei “dualismi” che giustamente stigmatizzi. come è inaccettabile mettere nello stesso calderone omosessuali e pedofili, così è inaccettabile assimilare chi trova discutibili le posizioni del movimento omosessuale con chi non accetta l’omosessualità.

    l’omofobia in italia è una roba residuale. la maggioranza di chi sabato non c’era o non aderiva non si scandalizza. e non farebbe mai i discorsi che hai sentito fare nella scalinata a quella vecchina. ma non accetta neanche che vengano definiti “diritti fondamentali” opzioni che una legislazione di un paese democratico può fare proprie o no. senza scandalo per nessuno. e senza ledere i diritti di nessuno.

    ora piuttosto bisogna mettere a posto l’altro corno del dualismo, cioé dare il fatto loro agli altri, quelli che dicono che “prete” è uguale a “pedofilo”. se qualcuno vuole combattere contro *tutte* le discriminazioni in italia (e in europa) si accomodi :-)
    e – tanto per allargare il discorso (non mi rivolgo a te, naturalmente) – se non gli basta, e vuole manifestare contro un vero regime, invece che rischiarsi una botta di “buliccio!” in via balbi potrebbe andare a rischiarsi una pallottola al cuore a teheran. così forse capirebbe la differenza.

    insomma, il messaggio da tutti i post di questo blog comincia ad essere quasi monotono: chiamiamo le cose con il loro nome.

    Comment di alessandro — 29 Giugno 2009 @

  6. Ho capito che anche tu guardavi l’Isola dei Famosi.
    Mi fa piacere che tu abbia fatto outing, ci sono tantissime persone che guardano i reality, ma non lo ammettono per paura di passare da stupidotti, pensa quanto è forte il timore del giudizio altrui!

    Comment di Sara — 30 Giugno 2009 @

  7. :-))
    se guardassi l’isola dei famosi non avrei alcun problema ad ammetterlo. e anzi, all’inizio della stagione televisiva avevo scritto su questo blog il fermo proposito di seguire i reality per capire qualcosa di più dei suoi spettatori. proposito che non sono riuscito a mantenere, anche perché davanti alla tv in generale ci sono stato proprio poco. quindi devo darti una delusione: ho visto l’orrenda lezione di politically correct nella puntata di anno zero dedicata, con vladimiro in studio.

    Comment di alessandro — 30 Giugno 2009 @

  8. la porta è sempre aperta, potevi tranquillamente commentare sul mio blog :-)
    non sono però d’accordo: credo che gli omosessuali subiscano ancora molte discriminazioni. certo, non li deportano, ma comunque devono affidarsi all’intelligenza di chi hanno di fronte e non godono degli stessi diritti della famiglia “costituzionale”. ci sono questioni che possono essere risolte attraverso scritture private, altre no. penso alla reversibilità delle pensioni, o al fatto di poter assistere il compagno malato. non mi spingo al discorso adozione, sul quale mi è difficile esprimere una posizione così netta.
    non ho visto la lectio magistralis di vladimir luxuria (è una donna, ed è anche bella. non l’avrei detto, ma l’ho vista proprio da vicino!)
    sull’ironia, invece, concordo con te: il mondo dovrebbe essere più autoironico. ma tutto il mondo, non solo quello gay.
    i pregiudizi sui cattolici mi danno fastidio tanto quanto quelli sui gay, accolgo di buon grado solo i pregiudizi sulle donne al volante ;)
    nessuno credo possa pensare che chi non era al gay pride non accetti l’omosessualità: chi fa questa equazione non sa nulla di quella manifestazione e parla per sentito dire o per letto. è proprio questo che sono andata a constatare di persona: volevo vedere se era una parata compatta di anticattolici di sinistra o cos’altro. beh, era decisamente altro e volevo spiegare proprio questo: non una manifestazione contro, ma una manifestazione a favore.
    ma tu non credi che non riconoscere un diritto sia ledere una libertà?

    Comment di estrellita — 30 Giugno 2009 @

  9. non riconoscere un diritto è sicuramente ledere una libertà. ma i diritti fondamentali sono già riconosciuti.
    non ho dubbi che la tua porta sia aperta, non volevo buttare un’obiezione così articolata in un contesto che correvo il rischio di forzare con un protagonismo molesto.
    penso che anch’io devo affidarmi all’intelligenza di chi ho di fronte in molte situazioni. c’è sempre un aspetto di una persona che può essere oggetto o pretesto di discriminazione. può essere un’aspirazione professionale. può essere un’idea politica o un’appartenenza religiosa. può essere una caratteristica fisica. e può essere anche infine un orientamento sessuale.
    non godono degli stessi diritti della famiglia costituzionale perché non sono la famiglia costituzionale. e non è scritto da nessuna parte che l’attuale definizione debba cambiare. abbiamo già affrontato più volte in altri post di questo blog l’argomento, non voglio rischiare di essere ricorsivo.
    le poche questioni che ancora rimangono (forse) irrisolvibili con il diritto privato sono questioni non dico secondarie, ma non cruciali, e non possono essere prese a pretesto per lamentare una discriminazione “generale”.
    il gay pride, a mio parere, non è quello che vorrebbe essere: non è il fronte più avanzato dei diritti e della lotta contro le disuguaglianze. è solo l’espressione pubblica di maggiore risonanza di un gruppo di pressione che lavora per ottenere leggi favorevoli alla propria visione del mondo. le dichiarazioni che ho sentito in alcune interviste, “indietro non si torna” e cose del genere sono del tutto fuori luogo. la direzione che vorrebbero imprimere alle leggi (e forse alla costituzione) è una possibilità come un’altra, non è un andare avanti né un andare indietro. dipenderà comunque da una decisione democratica, cioé a maggioranza, ed è giusto, è perfettamente adeguato alla natura della questione che sia così.
    è questo che intendo quando parlo di una implicita equazione tra chi non era (o non aderiva) al gay pride e chi non accetta l’omosessualità: se i manifestanti pretendono di essere i vessilliferi dei diritti, la punta più avanzata della lotta contro le disuguaglianze, allora chi non è con loro (se non per la strada almeno idealmente) è contro “i diritti”. beh, non è cosi. non accetto che la questione sia posta così. non accetto di essere messo all’angolo con l’ennesimo dualismo. chi crede faccia le sue lotte per convincere la maggioranza e ottenere quello che vuole, quello che sembra giusto. ma non pretenda di dividere il mondo e di dare alla propria lotta un significato storico e simbolico che non ha. luxuria e grillini non sono gli eredi di martin luther king, non ci posso fare nulla. poi ho visto che la manifestazione è stata bella, festosa, non volgare, e ne sono lieto.
    quanto all’ironia, sono d’accordo. più ironia per tutti :-) e quando non dovessi accettare l’ironia su di me, sulle mie idee, sul mio modo di essere, per favore ricordatemi cosa ho scritto. ma ho tanti amici che me lo ricordano spesso, da sempre :-)

    Comment di alessandro — 1 Luglio 2009 @

  10. ti rispondo di getto mentre sto lavorando, ma mi riservo di continuare questa discussione in modo più attento e puntuale.
    è l’amore che forma una famiglia, non una definizione. tuttavia delle definizioni abbiamo bisogno per capire, per fare ordine, per garantire la giustizia. ma per me è più importante la realtà, e la realtà è che le famiglie sono multiformi, non sono solo costituzionali. capisco le difficoltà di aprire ad altri diritti – che secondo me sono fondamentali, non accessori – capisco la delicatezza delle questioni sollevate e dei corollari che si portano appresso, capisco che non è cosa da poco, ma invece certe battaglie sono proprio su una linea che si muove progressivamente in avanti, almeno dal punto di vista dei diritti civili.

    Comment di estrellita — 1 Luglio 2009 @

  11. ok, attendo, intanto ti dò anch’io una risposta di getto .-)
    è l’amore che forma una famiglia ma non è l’amore che una legge è chiamata a riconoscere. e anche per questo ti rimando alla discussione del novembre scorso, giusto per non ripeterci. se la legge si dovesse porre il problema di riconoscere (e quindi definire) tutte le unioni e le convivenze basate sull'”amore” non sarebbero solo le convivenze tra omosessuali a poter avanzare richieste e chiedere il riconoscimento di “diritti”. si creerebbero dunque delle vere discriminazioni che, con il criterio a cui rispondono le leggi vigenti, non ci sono. per questo non vedo nulla di progressivo in quanto viene proposto, ma solo una direzione particolare già presa da molti stati cosiddetti “avanzati” (ma non dalla california, ad esempio) per rispondere alle richieste di una maggioranza.

    Comment di alessandro — 1 Luglio 2009 @

  12. mi ricordo bene quella discussione :-) a me piace l’idea che si possano riconoscere diritti a qualsiasi forma di convivenza, non solo a quella omosessuale.

    Comment di estrellita — 1 Luglio 2009 @

  13. ok, e sarebbe la conseguenza logica (l’unica equa) dopo aver riconosciuto come “matrimoni” le convivenze omosessuali. ma significherebbe cambiare il criterio fondamentale in base al quale lo stato riconosce solo le unioni eterosessuali. non si tratta di “estendere” un diritto. si tratta di cambiare i fondamenti in base ai quali lo stato riconosce dei diritti.

    Comment di alessandro — 1 Luglio 2009 @

  14. e beh? :-)

    Comment di estrellita — 3 Luglio 2009 @

  15. eh, beh… se il nuovo modello crea più disuguaglianze di quelle che vorrebbe risolvere (“vorrebbe” perché con il criterio attuale disuguaglianze non ce ne sono), forse è il caso di pensarci bene :-)

    Comment di alessandro — 3 Luglio 2009 @

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