Cronachesorprese

22 Marzo 2009

La censura su Facebook

Filed under: Weekly Facebook — alessandro @

Con l’obiettivo di mantenere un profilo molto basso, Facebook sta creando non pochi incidenti che vengono subito qualificati, non a torto, come censura. Di queste ore il caso di rassegna stanca, ma negli ultimi mesi si sono registrati anche altri casi, come quello del leghista genovese Davide Rossi o del consigliere regionale di An dell’Emilia Romagna Luca Bartolini. Senza dimenticare altri casi che non colpiscono politici ma giornalisti, come Nino Randisi.

Tutti utenti che hanno cercato di usare Facebook per qualcosa che va oltre la comunicazione tra amici. O meglio, che hanno pensato che la comunicazione tra amici su FB potesse essere quello che per loro è già evidentemente nella realtà: un momento per condividere idee e informazioni, per aiutarsi a esprimere giudizi e a prendere posizione.
Facebook ha deciso in questi casi, che sembrano scelti casualmente, di cancellare, di oscurare senza possibilità di replica. Anche quando il profilo è stato riattivato i dati vecchi sono andati persi.
Nei fatti è una censura, secondo l’approccio di Facebook si tratterebbe soltanto di evitare che qualche altro utente possa essere “infastidito”. Penso che questa posizione cambierà nel tempo, perché potenzialmente è molto deleteria per lo stesso social network. Sembra che Facebook non si rassegni alle conseguenze del suo successo: se la gente lo usa, lo userà sempre di più per comunicare cose “importanti”. Se le community si formano davvero e sono davvero più stabili di quelle che si formano attraverso tanti siti e forum è naturale che vengano usate dai politici, dai giornalisti. Per dire anche cose scomode, cose che possono “offendere” qualcun altro.

Dico questo perché non credo alla censura diretta a qualche scopo o contro qualche idea, penso che si tratti di un caso di “guardia alta” per evitare fastidi. Il messaggio di Facebook ai suoi iscritti è: per favore continuate a cazzeggiare, non metteteci nei guai…

2 Comments »

  1. Ciao Alessandro, come sai, io sono meno ottimista di te. Non lo sono perché in Cina sappiamo come Google e i suoi simili si sono messi subito a censurare su richiesta: il business prevale su qualsiasi etica. Non lo sono avendo visto vicende analoghe su Wikipedia: i wikipediani – mediamente – difendono a spada tratte le pagine dei calciatori di serie C, ma, quando il tema è controverso, non vale più il punto di vista neutrale: Wikipedia deve tenersi lontano da cose controverse. Dal punto di vista del business, poi Facebook ha ragione: il grosso del traffico non sarà certo la politica o la controversia. Poi è vero che, se la vita sociale passa su Facebook, prima o poi bisognerà che anche Facebook si apra a questo. Vediamo: sono molto curioso.
    Ciao
    S&P

    Comment di sudorepioggia — 23 Marzo 2009 @

  2. questa voce ch’io sia ottimista non riesco a smentirla… :-)
    sono molto curioso anch’io. in questo momento penso che sia importante distinguere tra censura attiva, cioé azioni di oscuramento dettate da un vero fine censorio nei confronti di contenuti particolari, e azioni preventive di massa o casuali, come queste di facebook e in parte anche di altri servizi come youtube (ma nel caso del “tubo” a complicare le cose c’è tutta la questione sui diritti d’autore). in altre parole: i censurati fanno bene a farsi sentire, anzi si facciano sentire più forte che possono perché questa politica di tenere i contenuti livellati verso il basso per evitare problemi non ha futuro e non ha respiro; a meno che politiche nazionali miopi, come quella prospettata dalla signora carlucci per conto terzi, non provvedano a dare loro futuro e respiro. si facciano sentire, dunque. ma non lamentino complotti di questo o di quello ai loro danni. non lo facciano senza prove, almeno. la discriminazione che stanno subendo si spiega molto più semplicemente. è una politica commerciale non lungimirante, che per evitare problemi nell’immediato se ne prepara altri di ben maggiore portata, o condanna un servizio oggi di successo a una futura insignificanza.

    Comment di alessandro — 23 Marzo 2009 @

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