Cronachesorprese

17 Marzo 2009

Contro lo spam “maltese”

Filed under: cronache,spider report — alessandro @

Sì, lo chiamerò così d’ora in poi: lo spam maltese.

Arriva la primavera, le aziende hanno distribuito o stanno distribuendo i Cud per il 730 e i liberi professionisti cominciano a preparare la documentazione per il Modello Unico. Casualmente, ricominciano a circolare le tesi del libello propagandistico di Curzio Maltese sui costi della casta ecclesiale. Circolano in diverse forme: nelle immancabili catene in posta elettronica, in presentazioni “emozionali” su Youtube e in innumerevoli blog che da qui a maggio provvederanno a ridestare il solito anticlericalismo dozzinale, se non uno dei peggiori sicuramente uno dei più antipatici vizi italiani.

Curzio Maltese ha fatto un’inchiesta (i link ve li cercate, questa roba è fin troppo referenziata nella rete) ma si è sempre rifiutato di discutere con chi gli ha contestato i dati contestabili e le contestabilissime conclusioni. In particolare non trovo traccia di una sua risposta alla puntuale controinchiesta di Umberto Folena, La vera questua.
È il solito metodo. Il vero problema cui si troveranno di fronte gli storici tra un centinaio d’anni sarà distinguere tra i fatti e la propaganda storicizzata. Già si vede chiaramente con la storia della cosiddetta Prima Repubblica; per i rapporti tra Chiesa e Stato italiano sarà ancora più difficile.

Eh sì, i cattolici sono i soliti babanassi. Invece di rispondere per le rime, di fare presentazioni emozionali, di fare catene per mail, di inondare i blog, pretendono di argomentare. E poi si lamentano se la gente continua a dare credito ai Maltese di ieri, di oggi, di sempre.

Altri post del 2007 sull’argomento:

Per l’Avvenire

Soltanto quattro miliardi

8 Comments »

  1. Ciao Alessandro, a parte “babanassi” che si capisce cosa vuol dire, ma non avevo mai sentito, condivido il tuo post. Non conosco il documento, né mi va di cercarlo. Sono piuttosto convinto che sprechi, magari piccoli, ci siano nella CEI: come in tutte le istituzioni umane, non tutto è perfetto. Ma queste non sono critiche per migliorare, sono critiche per distruggere. Che però convincono e piacciono, perché confermano nei pregiudizi, che ormai sono molto diffusi. C’è rimedio? Al momento non ho idee, ma forse si potrebbe pensare a qualcosa.
    Ciao
    S&P

    Comment di sudorepioggia — 17 Marzo 2009 @

  2. Ciao,
    condivido il tuo post per quanto riguarda le forzature e le fesserie riportate da Maltese. Saresti stato più equilibrato riportando anche quel poco di vero che c’è in quella sorta di finta-inchiesta. Perchè qualcosa di vero c’è. I dati erano falsati, ma pur ripristinando i dati veri, c’è da dire che il 61% degli italiani che esprimono la preferenza decidono anche per il 40% che non lo fa. Lo trovo fortemente lesivo anche nei miei confronti che a volte non ho potuto/voluto esprimere la mia preferenza. In un paese CIVILE non si ruba. Non mi aspetto di essere in un paese CIVILE ma che tenti di esserlo. In Italia nenache questo avviene. Non solo mi è stato rubato l’8 per mille ma il 90% del mio 8 per mille è stato poi regalato alla Chiesa senza che nessuno si sia posto il problema: ma a questo tizio gireranno o no? Si, mi girano. Ed è per questo che il mio 8 per mille cerco di darlo ai Valdesi (quando non preso da mille questioni ricordo di sottrarre ad alcune manoleste il mio 8 per mille). ripeto, condivido il tuo post. Non condivido che l’anticlericalismo sia un vizio degli italiani. Forse è solo un’espressione, seppur strampalata, dell’odio verso alcune ingiustizie. Le si descriverà forse con troppa posizione di parte (anche politica) ma pur sempre di ingiustizie si tratta e al tuo posto lo avrei messo in evidenza nel tuo post per evitare qualsiasi “Maltesianità”

    Comment di giuseppe — 30 Aprile 2009 @

  3. C’è un errore di fondo in questa posizione, che riguarda proprio il concetto di 8‰ ed il meccanismo di ripartizione. Innanzitutto l’8‰ non è rubato, è l’8‰ di un’IRPEF che comunque pagheresti. Se di furto si tratta, riguarda anche il restante 992‰: ma a questo punto andiamo decisamente fuori tema.

    Con il Concordato del 1984 lo Stato Italiano ha stabilito che l’8‰ dell’IRPEF — che, ripetiamolo, è una tassa che esiste, esisteva ed esisterà indipendentemente da ogni concordato — avrebbe dovuto essere destinato a particolari scopi “umanitari”. Il cittadino può decidere se questi soldi vengono gestiti direttamente dallo Stato o da altri enti, tra cui la Chiesa Cattolica (rappresentata dalla CEI), e lo fa con una firma sulla dichiarazione dei redditi. Con quella firma non scelgo la destinazione del mio 8‰, ma partecipo ad un referendum sulla gestione dell’8‰ complessivo. In questo modo il mio voto vale come quello di Berlusconi, come dovrebbe accadere in ogni stato democratico. Chi non firma si astiene, e il suo voto non conta, come è giusto che sia. O pensate che votando scheda bianca alle elezioni, si contribuisca ad avere scranni vuoti in Parlamento?

    Poi dallo pure ai Valdesi, massimo rispetto: ma non stai dando i tuoi soldi, stai dando anche i miei — e quelli di Berlusconi, che ne mette sicuramente più di noi due messi insieme —.

    Comment di galliolus — 2 Maggio 2009 @

  4. gli amici veri si riconoscono anche dalla supplenza alle risposte nei commenti dei blog quando siamo impossibilitati a farlo di persona :-)

    Comment di alessandro — 8 Maggio 2009 @

  5. La differenza per chi sceglie di destinare l’8 per mille ai Valdesi e che loro rifiutano di ricevere i fondi che non sono stati espressamente ed esplicitamente destinati loro dal contribuente, mentre la Chiesa Cattolica accetta di buon grado anche quelli di cittadini ignari di tutto; perchè poi il punto è anche: quanta informazione c’è su questo? chi non esprime preferenza sa che i suoi soldi probabilmente vanno a finire li? se lo sapesse si asterrebbe comunque? forse si forse no, di sicuro la disinformazione è sempre disinteressata…
    chi lo scopre poi, giustamente gli girano…
    lìingiustizia del sistema di ripartizione sta nel fatto che non bisogna decidere collegialmente a chi dare l’8 per mille di tutti, ma ognuno deve decidere per sè…e chi non sceglie? semplice, alla collettività, cioè allo Stato, che essendo (?) laico, dovrebbe rappresentare tutti al di là del credo…

    utopia

    Comment di tia — 3 Settembre 2009 @

  6. tia, mi sembra che il commento di galliolus (se l’hai letto, ma dubito) risponda perfettamente alle tue obiezioni. se il meccanismo attuale è un referendum non c’è, rispetto, alle regole attuali, nessuna ingiustizia.
    quanto alla disinformazione… boh, tutti quelli che compilano un 730 o un unico si sentono chiedere esplicitamente dall’addetto al caf o dal commercialista a chi vogliono destinare l’otto per mille. poi, è vero, ci sono molti che non fanno dichiarazioni dei redditi. ma che non arrivi loro l’informazione adeguata è da vedere; e il problema dell’informazione è comunque ben più vasto, l’otto per mille è solo un caso particolare. quanti sanno come vengono impiegate *tutte* le tasse? quanti sono adeguatamente informati sulle manovre finanziarie? eppure sono dei bei soldoni, ben più della piccola quota dell’otto per mille che, mi sento di dire, viene impiegata mediamente molto bene da tutti i destinatari.

    Comment di alessandro — 3 Settembre 2009 @

  7. […] alessandro: tia, mi sembra che il commento di galliolus (se l’hai letto, ma dubito) risponda perfettamente alle tue… […]

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