Cronachesorprese

14 Febbraio 2009

San Valentino 2009

Filed under: cronache — alessandro @

san valentino

San Valentino 2008

Cronachesospese

13 Febbraio 2009

San Valentino, consigli per gli acquisti

Filed under: spider report — alessandro @

banco farmaceuticoPrima che sia troppo tardi (perché il 14 febbraio non posso scrivere nulla) devo segnalare alcune chicche dalla rete per San Valentino, per ridurre almeno un poco il senso di colpa che mi consuma per le numerose delusioni che infliggo in questi giorni ai miei visitatori.

Però prima di tutto accolgo volentieri l’invito dell’amica Ludi a dare un po’ di spazio, con tanto di locandina, alla giornata del banco farmaceutico che quest’anno cade proprio il 14 febbraio. Un’iniziativa simile a quella del più noto banco alimentare, ma in questo caso si tratta di acquistare e donare farmaci di uso molto comune che non vengono passati dal servizio sanitario nazionale. Il banco farmaceutico provvederà a distribuirli agli enti assistenziali convenzionati che li daranno a chi ne ha bisogno e ha difficoltà ad acquistarli.

E ora dalle cure passiamo direttamente dalla parte del diabete. Cari lurker, quest’anno dovrete almeno darmi atto di avere messo a repentaglio il mio equilibrio endocrino insulina – glucagone per cercare al vostro posto.

Chi ha la fortuna di stare a Roma o provincia può avvalersi per San Valentino del fantastico servizio di buongiornoamore.it. Può scegliere tra 14 colazioni diverse da far arrivare a casa. Guardate almeno i nomi delle colazioni disponibili: amore lock, amore full, amore light (voglio vedere chi ha il coraggio di ordinare questa…), amore deluxe. Occhio a cliccare giusto e a non finire su Befana pack, sarebbe una sorpresa sì, ma non granché galeotta.

Alla fine il Mariacci ha sganciato l’informazione. Il sito che aveva visto pubblicizzato alla tivvù ammeregana è giftarrow.com. Non è un sito specifico per sorprese di San Valentino ma è un servizio di gestione di whishlist e liste regali che non sembra proprio niente male, non so se in Italia ci sono cose paragonabili.

Ma il sito veramente indispensabile è Serata-Romantica.it. Amici, quando ho visto questo vi ho capito. Ho capito cosa cercate. Voi cercate risorse come quelle della sezione idee romantiche, e in particolare le idee per una serata romantica. Ma in questi giorni vi affollerete sicuramente a leggere le idee per San Valentino. Peccato che la sezione Idee sexy sia ancora vuota, ma potreste dare una mano: aspettano i vostri suggerimenti. Anche per il kamasutra :-D

11 Febbraio 2009

Grazie Enzo

Filed under: cronache — alessandro @

…e grazie a Galliolus per aver segnalato questa fantastica intervista.

10 Febbraio 2009

Eluana è un dubbio

Filed under: tutto considerato — alessandro @

Sono stordito e lo ammetto. Dopo quello che è successo nell’ultima settimana ho ancora più domande e ancora più dubbi di due mesi fa.

Scrivevo che facevo fatica a considerare l’alimentazione e l’idratazione come terapie, e ora non so più se Eluana veniva effettivamente sfamata e dissetata. Scrivevo che nessuno poteva interpretare la vera volontà di Eluana in questo momento, e non ho trovato altro che interpreti autoeletti dell’ininterpretabile. Scrivevo che non era proprio il caso di dividerci in due squadre di pro e di contro nonimportainfondocosa come siamo soliti fare, e si è arrivati a un parossismo di scontro tale, manovrato da vomitevoli e opposti cinismi, che mi chiedo come ne potremo uscire indenni e ragionevoli.

Io non sono, grazie a Dio, un idolatra del dio dubbio. Il dubbio metodico è tragico. Invece il dubbio come esito di un processo onesto e rigoroso, e come istanza per far partire un processo nuovo e diverso, è un dono di Dio. Il caso Eluana Englaro per me si conclude così, con un dubbio enorme, cresciuto di giorno in giorno, che chiede un’istanza più grande e comprensiva, perché non mi basta più l’offerta valoriale che c’è in giro. Non mi basta sulla questione che oggi è all’attenzione di tutti e su tante altre.

Il dubbio non è una questione emotiva, ma ha anche un esito emotivo. Il portato emotivo di questo dubbio è la nausea. Mi hanno nauseato i cartelli davanti alla clinica di Udine che davano del boia al povero Beppino Englaro. Mi ha nauseato poi sia l’editoriale di Avvenire che ha usato lo stesso termine, sia Repubblica che segnala quell’editoriale con grande enfasi facendo credere che contenga un’accusa sostanzialmente equivalente a quella del cartello, e come al solito non è vero. Ma mi hanno nauseato ancora di più tutti quelli che hanno detto e scritto e sbandierato ai quattro venti, ebbri di fede scientista, che una persona che respirava da sola, che apriva gli occhi ogni giorno e li chiudeva ogni sera, era “morta” da 17 anni. Negare l’evidenza in nome della scienza è vomitevole.
Mi ha nauseato, naturalmente, l’inaccettabile strumentalizzazione politica di tutte le parti politiche. Mi hanno nauseato i video su youtube di quelli che hanno già affidato a ogni buon conto al tubo universale una sorta di testamento biologico perché non si sa mai; che hanno parlato del loro destino di mortali non attraverso le preghiere che non vanno più bene e non si sa perché, ma attraverso uno schifo di formuletta in giuridichese. Ma che è questa roba, ma guardatela in faccia la paura che avete di morire. O di non riuscire a morire e di essere completamente nelle mani di qualcun altro. La vostra illusione è credere di non essere anche in questo momento, totalmente, inevitabilmente nelle mani di un altro.

Oggi non voglio, mi rifiuto di decidere da che parte stare. Non mi interessano più le fazioni. Ho bisogno di recuperare il senso stesso di appartenenza a una società in cui sembra sempre più normale che l’individuo sia solo individuo. Non mi piace una società che pensa l’eutanasia come una cosa normale e accettabile. Ma non mi piace neanche una sedicente religiosità che pretende di ottenere attraverso le leggi quell’adesione che non è capace di ottenere dai cuori, e affronta le questioni etiche soltanto mostrando i muscoli.

Io credo che ci debba essere una via di mezzo tra l’individualismo relativista e l’imposizione per legge dei valori. Deve esserci. O meglio, più che una via di mezzo, un’altra strada. Ogni contesa sui valori mi sembra sempre male impostata, e non riesco a mettere a fuoco cosa manca.

8 Febbraio 2009

Vedo quello che io voglio di quello che tu vuoi

Filed under: Weekly Facebook — alessandro @

Un mio amico incrociandomi per la strada mi fa: “ahah, ti ho beccato su Facebook!” Scontata la risposta: “Eccerto, se non avessi voluto farmi beccare da te non sarei su Facebook!”. Curiosa questa idea che essere su Facebook sia roba quasi da clandestini: cavolo, è l’esatto contrario.
Però a ben guardare la faccenda è un po’ più complessa di quello che sembra dal botta e risposta tra me e il mio amico. Se indubitabilmente la frase “mi nascondo su facebook” è un controsenso, le impostazioni sulla privacy del sistema di alert più popolare del mondo permettono una discreta personalizzazione. Faccio qualche considerazione generale e qualche esempio.

1 – FB è un servizio web interamente profilato: non ha una vista guest generica, a eccezione della home che contiene soltanto la form per il login. Nessuno vede la stessa pagina di Facebook di un altro. Anche il singolo iscritto vede quasi a ogni refresh una selezione diversa di notizie sulla sua bacheca.

2 – Più che un network, FB è un insieme di network. Un grafo di FB sarebbe solo apparentemente una rete senza soluzione di continuità, cioé una rete in cui si può andare da un punto qualsiasi a un altro punto. Chi non sta nella rete dei miei amici può vedere solo una parte delle informazioni che mi riguardano. Certo, vede che io ci sono. Ma oltre, se non voglio, non va.

3 – Posso decidere quali elementi del mio profilo rendere pubblici. Posso decidere se compilare o no i campi delle informazioni personali, e posso decidere chi li vede e chi non li vede: solo amici; anche gli amici degli amici; oppure amici e compagnia, eccetto x, y e z. Per essere sicuro che le impostazioni funzionino posso anche vedere una simulazione di come il tale mio amico vede il mio profilo, e di come lo vede invece il talaltro al quale, per dire, ho interdetto la sezione “info di contatto” perché non voglio che veda il mio numero di telefono. Posso decidere quali delle mie azioni notificare sulla mia bacheca. Io per ora ho deciso di non notificare i commenti che lascio alle foto degli amici. Questo naturalmente non impedisce che chi capita sulla foto veda anche il mio commento, ma impedisce agli “amici di amici” di vedere il mio commento e le foto che commento.

4 – Inoltre non decido soltanto cosa gli altri vedono di tutto ciò che mi riguarda, ma decido anche che cosa vedere delle informazioni che gli altri mettono a disposizione. Cliccando sulla voce “opzioni per notizie” in fondo alla pagina principale visualizzo questo interessante “cruscotto”:

impostazioni notizie facebook

Poiché le notizie che vengono visualizzate a ogni refresh sono le ultime disponibili da tutti i miei amici, spostando questi cursori posso arrivare a selezioni molto raffinate delle notizie che voglio leggere. E dato che di mezzo ci sono dei rapporti umani (almeno è sperabile che sia così) è facile comprendere, smanettando un po’, che le differenze tra una notifica in più o una notifica in meno possono essere a volte molto importanti. Non voglio sapere nulla delle novità sentimentali? Sposto il cursore del “cuore” a zero e non vedrò quando qualcuno passa da “single” a “impegnato” o cose del genere (come vedete dalle mie scelte io voglio sapere tutto il possibile, adoro il gossip). Ho degli amici che cambiano status troppo spesso o inseriscono troppe foto? Abbasso un poco il cursore degli aggiornamenti di stato e delle foto. E ancora: non voglio sapere assolutamente nulla di una mia ex che però non posso certo negare di conoscere? La aggiungo a questa specie di blacklist del “mostra di meno per questi amici”. Viceversa, non voglio perdermi neanche una virgola di un’altra persona? La aggiungo alla lista del “mostra di più per questi amici”.
Queste impostazioni sono solo delle preferenze: se FB in un dato momento non avesse altro mostrerebbe anche le notizie che abbiamo chiesto di vedere meno. Ma basta un numero medio basso di amici attivi negli aggiornamenti (direi una ventina) per rendere questa eventualità molto rara.

Facebook insomma è molto più duttile e personalizzabile di quello che può sembrare a una prima analisi. Non impone nulla. Non ci impone di vedere quello che non vogliamo vedere, e non ci dà mai la certezza che tutti vedano quello che vogliamo comunicare.

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