Cronachesorprese

18 Febbraio 2009

Il curioso caso di Benjamin Button

Filed under: lo spettatore indigente — alessandro @

benjamin buttonLa matematica non è un’opinione, con tutti i vantaggi e gli svantaggi che porta non poter accedere agli imprevisti dell’opinione. Una somma algebrica non fa “più o meno” una storia. Invertendo i fattori di un’operazione complessa come una vita umana il prodotto cambia.

Non ho letto il racconto di Francis Scott Fitzgerald da cui è tratto Il curioso caso di Benjamin Button. Il film mi ha fatto venire voglia di leggerlo perché spero e immagino di poterci trovare qualcosa di più.

Sono d’accordo con Giorgio, dallo sceneggiatore di Forrest Gump (uno dei miei film preferiti) era lecito aspettarsi un po’ di più. Ha ragione, di verità e sostanza ce n’è poca, e non basta la commozione industriale (il cinema in fondo è un’industria, si dice) di alcune scene, o il fascino sconcertante di Cate Blanchett (veramente, che si può ancora dire di questa donna? “La Greta Garbo del 2000” vi va bene come esagerazione un tanto al chilo per significare il più incondizionato e acritico entusiasmo?) per dare carne e sangue a una creatura decisamente anemica.

In sala ci sono stato volentieri, non mi sono annoiato. Ma pensandoci succede di stare lì per la curiosità di vedere come saranno orchestrate le situazioni di una faccenda così inusuale come può essere un uomo che nasce vecchio e muore bambino, e per poco altro. E certo non mancano le battute o le soluzioni felici, ma nessuna scena è davvero memorabile. Raccontare ottantacinque anni di vita paradossale e impossibile, illustrare questa somma algebrica è giocoforza sommario, e tutto alla fine scivola tra le dita come non essenziale.

4 Comments »

  1. è film che definirei “spassoso”, se lo fosse. perché non è altro e a malapena è quello. mancano ingredienti che lasciano spazio ad un’attesa noiosa e giocoforza riempita di “classici momenti hollywoodiani”. direi che questo è il trend del cinema americano da qualche anno a questa parte. non ci sono più messaggi sconquassanti, scene memorabili, icone che potremo portarci dietro per anni. l’unica eccezione sono, tragicamente da un certo punto di vista, i film di computer graphics.
    ed il resto dei film “ammericani” sono remake poco riusciti nella maggior parte dei casi, totalmente identici in altri.
    le storie hollywoodiane si sono talmente perfezionate che ormai sono noiose da spararsi in bocca. sono formule matematiche trite.
    benjamin button è carino, piacevole, ma ci si rende conto che poteva essere di più. aveva l’obbligo di essere di più.
    blanchet al bacio. ma anche di più.

    Comment di caino — 18 Febbraio 2009 @

  2. Non l’ho visto. Commento solo per approvare “il più incondizionato e acritico entusiasmo” nei confronti di Cate Blanchett.

    Comment di galliolus — 18 Febbraio 2009 @

  3. caino, in effetti è quasi una costante ormai ogni volta che vedo un film di hollywood. l’ho pensato recentemente anche guardando australia, di cui non ho avuto cuore di scrivere, tanto è imbarazzante. e tuttavia non posso fare a meno dei film di hollywood. certo non guardo solo quelli. ma è un filo che non posso interrompere, mi accompagna da tutta la vita e nel bene o nel male non ci rinuncio. comunque secondo me è una degenerazione soltanto degli ultimi quattro cinque anni. e non è detto che sia irreversibile.

    galliolus, quanto a sopravvalutazione delle dive siamo sempre andati d’accordo. invece che greta garbo potrei dire, tanto per trovare un’altra tua facile approvazione, che la blanchett è la “sigourney weaver del 2000” :-D

    Comment di alessandro — 18 Febbraio 2009 @

  4. A chi non è piaciuto il film si può consolare con una canzone che tratta lo stesso argomento…uscita prima del film…che riassume tutto in 3 minuti…

    La vita al contrario in chiave rock:

    Voglio rinascere all’incontrario

    http://www.mypsace.com/guidoseregni

    Comment di Guidofan — 26 Febbraio 2009 @

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