Cronachesorprese

31 Gennaio 2009

La coscienza per scrivere

Filed under: cronache — alessandro @

Mi sembra che Luca Sofri nel parlare dell’obiezione di coscienza faccia un po’ di confusione e qualche errore di sottovalutazione delle posizioni che vuole criticare.

Primo, la possibilità di obiettare c’è sempre, che sia prevista dalla legge o no. Quello del Cardinal Poletto è un vero invito alla disobbedienza civile indipendentemente dall’eventualità che sia regolata per legge, non un far credere che “se po’ fa’…” in virtù di una fantomatica legge sull’obiezione di coscienza. Mi sembra un po’ affrettato attribuire una intenzione così scopertamente equivoca alle parole del Cardinale.

Secondo, essere disposti a pagare un prezzo per l’obiezione è implicito, ma se lo Stato in molti casi non chiede alcun prezzo da pagare gli obiettori che ci possono fare? Si devono fustigare in piazza per compensare?

Terzo, non vedo differenze rilevanti tra obiezione per l’aborto e obiezione per un caso come quello di Eluana Englaro. Il senatore Ignazio Marino sostiene che nel secondo caso si “invade la volontà personale”. Francamente non riesco a capire perché.

Quarto, il paragone con il musulmano che potrebbe “lapidare l’adultera” Sofri se lo poteva risparmiare. L’obeizione di coscienza su aborto o casi controversi di fine vita non è un comportamento che causa attivamente del male a qualcuno. C’è una bella differenza: in questi casi l’obiettore si chiama fuori dal partecipare a qualcosa che per l’ordinamento è lecito ma per la sua coscienza no. Se vi sembra paragonabile a lapidare un’adultera o praticare la mutilazione dei genitali a una ragazza… È l’esatto contrario: questi ultimi sono comportamenti che per la coscienza di alcuni sono leciti e per l’ordinamento no. Quindi sono comportamente già attivamente illeciti. L’obiezione di coscienza non crea nessun illecito, al massimo (ma proprio in casi estremi la cui causa è in definitiva una cattiva organizzazione del servizio sanitario) crea impedimenti potenziali all’avvalersi di una possibilità prevista dalla legge.

Vorrei che i laicisti italiani si rassegnassero almeno su un punto: in un paese “civile e democratico” i cattolici ci stanno benone e non fanno del male a nessuno, altri hanno qualche problemino in più. Non è fare due pesi e due misure, è guardare alla realtà dei fatti. Questo febbrile cercare le contraddizioni tra lo stile della presenza della Chiesa nella società italiana e la democrazia comincia veramente ad essere noioso e un pochino insultante.

E dato che siamo appunto in un paese civile, cercare di impostare ragionamenti meno grossolani su questioni così delicate è chiedere troppo, signor Wittgenstein?

2 Comments »

  1. Però hai sbagliato tutto.
    Primo – Poletto si appella esplicitamente alla legge e vi fa riferimento: lui sostiene che l’obiezione che suggerisce sia consentita dalla legge, mentre invece la viola. Leggi bene l’intervista.
    Secondo – Lo stato lo chiede il prezzo. Si chiama “interruzione di pubblico servizio”.
    Terzo – La differenza è legale. Una è consentita dalla legge, l’altra no. Io di questo parlo, non era un articolo sulle diverse coscienze e le diverse moralità.
    Quarto – La storia dell’attivo e passivo circola parecchio, ma è un’obiezione che non ha senso. Le conseguenze dei nostri atti sono sanzionata dalla legge e dal diritto esattamente come le conseguenze dei nostri mancati atti: tanto è vero che esistono reati come l’omissione di soccorso, eccetera. Siamo responsabili di quel che accade in conseguenza di ciò che facciamo, e di ciò che non facciamo. Ma se è così difficile da capire, basta semplificare l’esempio: chi non soccorra l’adultera lapidata, può invocare l’obiezione di coscienza.
    Sulle tue sommarie analisi conclusive non ti rispondo, che non riguardano me: io tendo a parlare di cose più definite, come in questo caso.
    L.

    Comment di Luca — 1 Febbraio 2009 @

  2. Grazie per la risposta, ma riconsiderando il tutto mi pare onestamente di non aver sbagliato nulla.

    Primo – Ho letto molto bene l’intervista. Confermo quello che ho scritto. Poletto dice: “”Un cattolico rispetta le leggi e rispetta la sua coscienza. Per questo esiste la possibilità di fare obiezione quando l’applicazione di una legge contrasta con i propri convincimenti profondi”. Qui parla di “contrasto” e quindi non sta certo suggerendo che l’obiezione sia prevista dalla legge. In quale altro punto dell’intervista lo dice, secondo te?

    Secondo – Bene, e allora lo Stato lo chieda davvero quel prezzo, se ritiene che sussista l’interruzione di servizio nel caso di Eluana. Nel caso dell’aborto lo Stato deve imputare l’eventuale interruzione di pubblico servizio (di cui si parla tanto quando si vuole gettare un po’ di discredito sui cattolici ma che non si verifica mai) non ai medici obiettori, ma al sistema sanitario che non si organizza per coprire le esigenze di servizio con medici non obiettori. Nel caso dell’aborto l’obiezione è prevista dalla legge e non rispettarla significa violare la legge. Nei casi come quello di Eluana non c’è ancora una legge. C’è una sentenza, e c’è un conflitto tra poteri dello Stato in corso. Molti medici cattolici piemontesi hanno già dichiarato, in risposta alla Bresso, di essere pronti ad andare in galera se verrà chiesto loro di sospendere l’alimentazione a Eluana o a chiunque altro versi in condizioni simili. Questa si chiama disobbedienza civile, e va contro la legge; ma è su determinazioni come questa che si costruiscono gli ordinamenti giusti e civili.

    Terzo – E appunto, ma nel caso del fine vita l’obiezione non è regolata perché la legge non c’è. Ovvio che finché non c’è, neanche l’obiezione è regolata. Ma Poletto non dice in nessun modo che esista ora la possibilità di obiettare “per legge”. Parla infatti esplicitamente di possibile contrasto tra la legge di Dio e la legge dell’uomo. Una questione vecchia come Sofocle, e fondamentale per l’idea stessa di democrazia. Diciamo che almeno una cosa Poletto la suggerisce senza dirla: sarebbe scandaloso che la futura legge sul fine vita non prevedesse la possibilità dell’obiezione.

    Quarto – La “storia dell’attivo e passivo” circola da parecchio non per caso ma perché è ben fondata, per quanto poco considerata dai laicisti che la vorrebbero dimenticare volentieri, come tante altre cose ragionevoli. Vedi tu stesso che lapidazione e omissione di soccorso alla lapidata sono due reati diversi e con diversi gradi di gravità. Naturalmente l’omissione di soccorso è inaccettabile quanto la lapidazione, ma non esiste una analogia con l’obiezione ritenuta doverosa dai cattolici, che agiscono, in base alle loro convinzioni che possono entrare in conflitto con le prescrizioni di legge, per salvare delle vite e non per perderle.

    Comment di alessandro — 1 Febbraio 2009 @

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