Cronachesorprese

28 Gennaio 2009

Repubblica, la giornata della vergogna

Filed under: news factory,ratzie stories — alessandro @

Ho atteso che passasse il giorno della memoria, perché io ho davvero rispetto per la memoria delle vittime del nazismo.

Repubblica invece no. Repubblica è il peggio nell’attuale offerta di quotidiani in Italia, e ieri ne ne ho avuto l’ennesima conferma. Non parlo del lavoro di tutta la redazione e delle redazioni locali, che naturalmente è professionale e di valore, come del resto quello delle redazioni del Giornale e di altre testate più o meno faziose. Parlo della linea editoriale.

La linea editoriale per il giorno della memoria è stata chiara e per nulla rispettosa della sacralità della ricorrenza: attaccare la Chiesa Cattolica.
È l’unico dei grandi quotidiani che l’ha fatto. Non l’ha fatto la Stampa, non l’ha fatto il Corriere della Sera; non l’ha fatto neanche il Manifesto, che ha messo a fuoco lodevolmente i pericoli della sclerosi istituzionale della ricorrenza, mentre in prima pagina aveva tutt’altro.

Tutti i giornali hanno riportato naturalmente la polemica sul vescovo negazionista e le dure dichiarazioni di parte ebraica, ma le hanno dato il rilievo che doveva avere: solo un seguito di un caso scoppiato già quattro giorni fa e in seconda battuta rispetto alla ricorrenza della Giornata della Memoria. Soltanto Repubblica ha scelto di usare quella materia ieri come taglio alto della prima pagina e di dedicare alla polemica tutta la seconda e tutta la terza pagina. Senza farci mancare naturalmente l’intervistina a Kung, ovvero colui che il conclave della redazione ha già eletto come antipapa in attesa della rivoluzione che abbatterà l’ancien regime di Oltretevere.

Chiedo a chi legge di soffermarsi un attimo sulla gravità della cosa: mentre per tutti gli altri giornali la notizia era la giornata della memoria, per Repubbiica la notizia era il presunto (inesistente, per la precisione) “sgarro” della Chiesa Cattolica agli ebrei. Il senso per me è chiaro, e lo metto in corsivo per sottolineare che è una mia interpretazione, ma non credo che sia tanto distante dalla realtà: della Giornata della Memoria non ci importa nulla. L’unico motivo per cui diamo spazio a queste sbrodolate retoriche è attaccare la Chiesa Cattolica, di modo che sia sempre più chiaro a tutti che è quello il tumore che va asportato dalla vita sociale e politica, non certo quei poveri pazzi folkloristici dei negazionisti. E comunque degli ebrei chissenefrega: usiamo loro come qualsiasi altro pretesto.
Questo è il nocciolo della linea editoriale di ieri. Se fossi un ebreo sarei incazzato come una iena. Non con Ratzie, ma con Repubblica.

Non ho voglia ora di entrare nel merito dell’assurda e inconsistente polemica su Williamson. Forse lo farò. Ma per oggi dico solo: Repubblica, sei pessima.

2 Comments »

  1. Io trovo illeggibile Repubblica (Mura e Rampini a parte), per la sua faziosità da anni.
    Detto questo…secondo me la polemica non è del tutto inconsistente.

    Comment di Nick — 28 Gennaio 2009 @

  2. ciao nick, è un po’ che non vengo a trovarti.
    massì, parliamo della polemica, tanto sono di buon umore perché CASSANOOOO MA HAI VISTO CHE HA FATTO? :-)
    la questione non merita un altro post, ma un commento un po’ lungo ci può stare.

    “lo stolto dice”: come può un negazionista diventare vescovo?

    Si può dire innanzitutto che è stato Lefebvre a fare vescovo quel tale. Probabilmente se il francese fosse rimasto nell’obbedienza al Papa Williamson non sarebbe mai diventato vescovo.

    Si potrebbe dire che la posizione di Williamson è strettamente personale, non è condivisa neanche dalla Fraternità San Pio X e con il rientro nel sinodo dei vescovi del suo paese potrà essere sanzionata come merita. Ma la sanzione adeguata per questa posizione non è la scomunica.

    Si potrebbe dire che se il Papa scomunicasse un vescovo, o gli revocasse la scomunica, o rifiutasse di revocargli la scomunica per delle idee e non per questioni ceh riguardano dottrina cattolica sarebbe da cacciare a pedate. La scomunica intervenne a suo tempo per un atto di disubbidienza di Lefebvre, non per qualcuna delle sue posizioni da tempo oggetto di condanne, richiami e altri provvedimenti disciplinari. Ed è stata tolta perché i vescovi ordinati da lui hanno riconosciuto quell’errore. Io ricordo quale era vent’anni fa il dilemma di Wojtyla, che ha fatto di tutto per scongiurare lo scisma. Sapeva benissimo che, nel momento in cui Lefebrvre avesse ordinato dei vescovi, quelli sarebbero stati vescovi a tutti gli effetti, nonostante tutte le loro convinzioni dottrinarie e ideologiche. C’è una realtà sacramentale che supera ogni altra considerazione e che non può essere vanificata da niente e da nessuno, neanche dal Papa. Wojtyla aveva altrettanto chiaro, per questa ragione, che un momento dopo la scomunica sarebbe cominciato il dialogo con gli scismatici, per farli rientrare. Perché uno scisma per la Chiesa è come perdere un braccio, e il dolore che causa a un Papa che abbia una minima coscienza di quello che significa è analogo. Oggi Wojtyla sarebbe contento dell’esito positivo di una riconciliazione cominciata da lui con l’istituzione della Commissione Ecclesia Dei, non da Ratzinger.

    Si potrebbe rispondere al Rabbino Tal dei Tali (non ricordo chi fosse, l’ho letto ieri da qualche parte e non ho voglia di andare a cercare) che dire una cosa tipo: “io non accetterei di avere in squadra uno che pensa quelle cose” è semplicemente demenziale. E non è per nulla rispettoso della realtà e della peculiarità della Chiesa. Il rispetto che gli ebrei invocano giustamente per la peculiarità della loro storia dovrebbero darlo anche agli altri. Potrebbero ad esempio smetterla di dire menzogne su Pio XII. E potrebbero smetterla di dare lezioni di tecnica pontificia al Pontefice.

    Si potrebbe dire, infine, che è davvero l’ora di piantarla di l’applicare lo schema progressisti contro conservatori alla chiesa. non è adeguato. Quante volte l’ho detto e l’ho scritto? Ma lo so bene: è destino di oggi non essere compresi su questo punto. Siamo ancora dentro alla grande illusione delle magnifiche sorti e progressive. Non sono bastate due guerre mondiali per svegliarci. Non è bastato neanche l’olocausto.

    Comment di alessandro — 28 Gennaio 2009 @

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