Cronachesorprese

16 Dicembre 2008

Buon capodanno ai suonatori

Filed under: le specie musicali,spider report — alessandro @

Il cantautore Federico Sirianni, che seguo da tempo, chiede ai musicisti non professionisti di non suonare a capodanno per lasciare spazio a chi di musica vive e per la musica rischia.

Non è una difesa corporativa, è una richiesta garbata di ossigeno, di spazio vitale. Sono pienamente solidale, anche se confesso che un po’ di anni fa anch’io ho suonato a capodanno. Ma ho almeno due attenuanti: non lavoravo ancora; accompagnavo indegnamente ma con il massimo impegno di cui ero capace un vero professionista, o meglio uno che lo sarebbe diventato e che all’epoca cominciava a cercare, appunto, quello spazio vitale necessario per esprimersi.

È un mondo a parte quello dei musicisti e degli artisti che girano come trottole per accumulare abbastanza serate e scritture per vivere. Sappiamo che in Francia hanno tutele che qui anche i più bravi si sognano. In Italia (ma non solo, a essere onesti) c’è questa idea malata di ritenere la musica un passatempo o una roba per geni. Che sia un lavoro normale che dà il pane a un esercito di sconosciuti è un concetto che non entra facilmente in testa, eppure è la realtà.

L’appello di Federico è una di quelle questioni che mi piacerebbe vedere discutere e propagarsi di blog in blog. È il contesto adatto. Oltre che ai musicisti dilettanti l’appello è rivolto ai clienti – spettatori che possono orientare la loro scelta sui locali che scritturano veri musicisti. Che gli imprenditori facciano un po’ anche gli impresari, come quelli di una volta che magari spremevano i loro artisti ma li sapevano riconoscere e scegliere. Lo facciano almeno in una delle poche notti dell’anno in cui se lo possono permettere, visti i conti che presentano per cenoni che spesso hanno ben poco di diverso da una qualsiasi altra serata al ristorante.

Che ne pensate? Siete d’accordo?

aggiornamento del 17 dicembre

questo è il testo dell’appello:

cari dopolavoristi, musicisti dilettanti (e lo dico con l’accezione più positiva e serena del termine),
scrivo per invitarvi a NON suonare a capodanno, anzi a disdire i vostri accordi con qualsivoglia locale, ristorante, enoteca, club.
a torino e in tutta italia ci sono centinaia di musicisti professionisti, gente che ha studiato anni, che ha alle spalle una gavetta e una trafila mostruosa che quest’anno (soprattutto quest’anno) si trova a piedi in uno dei pochi momenti in cui c’è la possibilità di avere un cachet decente che permetta qualche mese di sopravvivenza in un periodo estremamente critico.
lo dico tra l’altro – giusto per non equivocare – dalla mia posizione privilegiata perchè, per quel che mi riguarda, un ingaggio l’ho trovato, e quindi non sono coinvolto personalmente.
ma moltissimi amici musicisti si sono visti scavalcare da gruppi di dilettanti che contribuiscono a distruggere ulteriormente il mercato, proponendosi a cifre irrisorie, se non addirittura gratuitamente o in cambio della cena o dello spumante.
ora, cari dopolavoristi, visto che bene o male – avendo un lavoro – il vostro stipendio vi viene bonificato mensilmente in banca e i più fortunati s’intascheranno anche la tredicesima, già che durante tutto l’anno solare prendete a colpi di mannaja l’asfittico mercato della musica dal vivo suonando quasi a gratis, almeno a capodanno statevene a casa con le vostre famiglie, i vostri figli, festeggiate con gli amici, sbronzatevi, ma lasciate lavorare chi questo lavoro lo fa sul serio e vive di questo.
cordialmente vostro
federico sirianni

11 Comments »

  1. love you, federico :-)

    Comment di alga — 17 Dicembre 2008 @

  2. federico ha un blog… :-)

    Comment di alessandro — 17 Dicembre 2008 @

  3. No, non sono d’accordo. E’ una richiesta che mi provoca anche fastidio.
    Dovremmo discutore chi è un musicista professionista e chi un amatoriale, ma soprattutto, visto che andremmo dritti a parare sul fatto che uno ci campa e l’altro no, definire le differenze e il perchè uno “lo fa per passatempo” e l’altro no.
    E’ anche possibile dire che chi è professionista vive in qualche modo a ridosso, o a stretto contatto, del “business della musica”, delle case discografiche e della Siae.
    Ora ditemi come io, o un amico o un musicista che vive la musica per passione, possa appoggiare realmente questi fenomeni.

    Se la musica è arte, allora lasciate tutti gli artisti in pace. Hanno già un pubblico come condanna.

    Comment di caino — 17 Dicembre 2008 @

  4. beh, caino, mettiti nei panni di chi come federico ha scelto da anni di puntare solo sulla sua musica, ha rischiato e non sa mai che cosa le prossime stagioni gli riserveranno. cerca un ingaggio per capodanno e non lo trova perché i gestori di ristoranti e locali gli preferiscono altri che prendono poco solo per togliersi lo sfizio di suonare in una delle poche sere dell’anno in cui c’è molta richiesta.

    non è difficile definire queste differenze. c’è chi vive di musica e chi no, indipendentemente da quanto gli altri giudichino “arte” quello che fa. questi professionisti di cui parlo non sono quelli che conoscono tutti. non stiamo parlando di artisti che hanno contratti blindati con case discografiche. hanno fatto qualche incisione ma non possono campare sui diritti, perché vendono poco. vendono bene nei circuiti di amatori ed estimatori, e basta.

    non so che ne pensi tu, ma io provo simpatia e ammirazione per loro. penso che abbiano avuto coraggio e che se posso fare qualcosa per aiutarli lo faccio, che sia comprare un disco o scegliere un locale a capodanno in cui suonino loro e non altri.

    Comment di alessandro — 17 Dicembre 2008 @

  5. credo allora che il messaggio corretto non sia “voi amatori non suonate!”, ma piuttosto “voi pubblico e voi organizzatori supportate gli esordienti e i piccoli professionisti!”.
    altrimenti mi sembra la guerra di piero…

    Comment di caino — 17 Dicembre 2008 @

  6. un po’ di solidarietà potrebbe esserci però anche da parte degli amatori. con la crisi sono drasticamente diminuiti gli ingaggi nel corso dell’anno. molti musicisti validi che hanno sempre più o meno lavorato ora sono in difficoltà. chiedere almeno per la sera di capodanno, e per questo capodanno, di avere riguardo per questa situazione mi sembra ragionevole. poi forse nel messaggio c’è una sfumatura di insofferenza, però mi sembra un aspetto secondario.

    Comment di alessandro — 17 Dicembre 2008 @

  7. a me piacerebbe qualcosa di simile anche per i giornalisti. fateci caso: oggi, nei giornali, scrivono tutti tranne che i giornalisti. per non parlare di doppiolavoristi e postlavoristi. ma è un discorso lungo e generalmente facendolo mi altero
    ciao
    s

    Comment di stefano — 18 Dicembre 2008 @

  8. sì, è vero, è un problema. tanto più che oggi, a differenza di quanto accadeva fino a una ventina di anni fa, i non giornalisti hanno internet in tutte le sue forme non giornalistiche per esprimersi.

    Comment di alessandro — 19 Dicembre 2008 @

  9. Ciao a tutti.
    Sono Neve Su Di Lei.

    Conosco Federico Sirianni, e stiamo discutendo anche su un altro forum, oltre che privatamente.

    Naturalmente Federico ha il diritto di fare ogni appello che vuole…io sinceramente non condivido il suo punto di vista. Il professionista non dovrebbe temere l’hobbista, e se lo fa c’è qualcosa che non va nella strada che si è costruito. se ci sono gestori che prendono a suonare gente “aggratis”, bè, dubito che avrebbero potuto o voluto permettersi di spendere 500 euro per un gruppo – e mi tengo volutamente bassa sul compenso :) -. La piazza del professionista non dovrebbe essere la stessa di un gruppo di amici che per divertirsi va a suonare gratis il Capodanno. Mi sembrano due mondi davvero molto lontani.

    Parliamo invece di quei gestori che hanno il locale nel centro storico di Genova e piangono miseria giusto per Capodanno, tirando sul prezzo di compensi già molto bassi…a me quelli fanno davvero arrabbiare. Non gli hobbisti che a Capodanno si fanno la suonata nel locale dell’amico.

    Oltretutto, io penso che il musicista professionista sia un privilegiato – e Federico si è molto arrabbiato per questo mio parere, ma pazienza -, ma certo: questo è un altro discorso.

    *neve*

    Comment di neve su di lei — 23 Dicembre 2008 @

  10. ciao Neve. avrei voluto dire anch’io che le due piazze dovrebbero essere separate. ma se non lo sono (e in italia non lo sono, non abbastanza) la colpa non è di quelli come federico ma di un pubblico diseducato e dei gestori che scelgono la strada breve e non fanno nulla per far evolvere i gusti del pubblico. poi ben vengano i locali a palco libero, dove ci sono sempre almeno una chitarra e un pianoforte disponibili per chi ha voglia, come era la panteca a genova.

    ho sentito le tue canzoni su myspace, hai un modo di cantare veramente interessante. spero di avere prsto l’occasione di sentirti.

    Comment di alessandro — 24 Dicembre 2008 @

  11. Grazie Alessandro :)

    Volevo dire: in Italia abbiamo il “mito” dell’estero – Francia, Irlanda, Inghilterra -, siamo convinti che fuori di qui sia un paradiso per il musicista. Che i musicisti si trasferiscano, dico io! Non sono contenti di come vanno le cose qui? Che vadano a raccogliere la gloria da qualche altra parte. Siamo nell’era di Internet, il Mondo è alla portata di tutti.

    Vi racconto una storia – vera -.

    C’era una volta un chitarrista jazz professionista che abitava a Genova. Se ne lamentava. “Non c’è lavoro”, diceva. “Me ne vado a Milano”. A Milano continuava a lamentarsi. “Ci sono troppi musicisti”, diceva. “Me ne vado a Londra”. A Londra continuava a lamentarsi, e questa volta aveva ragione, perchè Londra è stracolma di gente che suona, professionisti o hobbisti, e lui, che in Italia faceva il musicista professionista, a Londra è finito a fare il cameriere, perchè gli affitti sono altissimi, la vita costa tanto e suonando non ce la faceva. A me è venuto un po’ da ridere :)

    Quindi? Ne vogliamo parlare? Non sarà che forse questo estero non lo conosciamo così bene per poterne tesserne le lodi? I gestori italiani fanno come tutti i gestori che si rispettano: cercano di guadagnare il più possibile e spendere il meno possibile, perchè anche loro hanno i figli da vestire e gli stomaci da sfamare, e non tutti possono permettersi di fare i mecenati buttando i soldi dalla finestra.

    *neve*

    Comment di neve su di lei — 24 Dicembre 2008 @

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