Cronachesorprese

23 Settembre 2008

Chi sale e chi scende

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cornigliano gasometro

cornigliano gasometro fiumara

Cornigliano, 19 settembre. Resta più poco del gasometro più grande, quello che sorgeva a ridosso delle case nell’area delle acciaierie.

Altre foto su flickr.

22 Settembre 2008

Indurre i fatti in tentazione

Filed under: news factory — alessandro @

I blogger saranno umorali, ma anche i giornalisti stampati nella carta a volte non scherzano. Leggete ad esempio il caso del prete fedifrago e delle giustificazioni scritte dal suo vescovo. Giustificazioni che, oltre a essere poco opportune, onestamente non sono un grande esempio di genialità pastorale. Ho letto di meglio, senza dubbio. Ma sono solo parole di un sermone mediocre, non sono così infelici come le reazioni di giornali e blogger pretendono. E la condanna della “donna tentatrice” l’ha vista solo il giornalista, al quale naturalmente si accoda subito un buon numero di blogger:

“D’altra parte, pur essendo grande la responsabilità di un sacerdote che dovrebbe essere sempre per gli altri esempio e guida – rileva tra l’altro il Vescovo – non dobbiamo dimenticare che, a fronte di molti che per fortuna sostengono il prete, non mancano persone che direttamente o indirettamente, lo spingono a mancare.” Insomma, lei l’ha provocato.

Questo è un buon esempio di polemica selettiva: non importa il senso globale di un’affermazione, importa piegare un qualsiasi elemento, implicito o esplicito, alla conferma di un preconcetto. Io nelle parole del vescovo leggo solo un riferimento, espresso male, alle difficoltà ambientali in cui si trova oggi a vivere un sacerdote. La provocazione “diretta” non è necessariamente quella di una donna che induce in tentazione. Di sicuro non c’è condanna generale della donna come tentatrice. Non c’è scritto. È solo nella malizia di chi commenta. E nel divertito e acritico consenso del lettore medio di Repubblica.

18 Settembre 2008

Dal Bang al Kung

Filed under: cronache — alessandro @

Non finirà mai di stupirmi l’involuzione del pensiero occidentale negli ultimi 150 anni sull’origine dell’universo. Non parlo delle acquisizioni scientifiche, delle teorie sempre più dettagliate sulle prime infinitesime frazioni di secondo dal big bang, delle ricerche nell’infinitamente piccolo che fanno acquisire dati sull’inimmaginabilmente antico. Parlo della rimozione della domanda sulla causa metafisica.

Io ho studiato con una certa passione la filosofia antica e medievale, non mi sono fatto abbindolare dai soldati gramsciani che ho trovato schierati dietro le cattedre del liceo e dell’università che ho frequentato. E dunque so bene che la ricerca scientifica sul cosmo non risponde alla domanda metafisica sull’origine del cosmo, né può annullarla o depotenziarla. Anzi. Nessuna scoperta scientifica passata presente o futura può insidiare questa evidenza: più conosciamo, più cresce la percezione del limite e quindi la domanda metafisica. Se al progresso della fisica non corrisponde un acuirsi della domanda sull’oltrefisica è solo per una ragione: non c’è una vera divulgazione di conoscenza ma si dà in pasto alla stampa e agli pseudodivulgatori un pallido simulacro, un universo disnelyland, e gli stessi ricercatori lavorano nella maggior parte dei casi come burocrati che si occupano di un pezzetto senza che nessuno susciti in loro un vero interesse al tutto.

Per queste ragioni veder celebrare il libro di Kung come un’opera innovativa perché propone una complementarità degli ambiti di teologia e scienza mi sembra una presa per il culo. Forse dovrei accettare una volta per tutte che la rimozione ha funzionato, e non dovrei dare per scontato l’assenso su alcune conseguenze dell’ovvia distinzione di ambiti tra scienza e teologia (che è sempre stata ovvia per chi si è davvero occupato di scienza e teologia prima, durante e dopo Galileo): che non solo non c’è nessuna contraddizione tra fede e ragione ma che la fede è espressione della ragione, che l’evoluzionismo non ha nessuna potenzialità sovversiva nei confronti dell’idea di creazione e della valutazione del posto dell’uomo nel cosmo, che il partire dalla consapevolezza di essere creatura educa a guardare la realtà e non a fuggirla e quindi stimola la scoperta e il progresso della scienza.

Sono verità semplici che l’ “opinione pubblica” non vede più. E quindi le conclusioni di Kung, del tutto ovvie, sono presentate come “innovative e stimolanti”. Naturalmente nel corso della trattazione, prima di arrivare a conclusioni così innovative che un qualsiasi professore della Sorbona del Trecento dava già per acquisite al primo minuto di lezione, il teologo non ha potuto fare a meno (leggo da .mau.) di attaccare l’ “oscurantismo” del Vaticano. Nel caso qualcuno non abbia capito che per Kung l’unico mistero dell’universo che ancora attende una spiegazione razionale è la sua incessante, commovente domanda: “se Dio esiste, perché io non sono ancora Papa?”.

17 Settembre 2008

Adhd, niente farmaci ai bambini

Filed under: cronache — alessandro @

Credo che sia importante per tutti seguire l’attuale polemica tra governo e regioni sul consenso informato dei genitori per il trattamento dei bambini con psicofarmaci. Si sono registrate negli ultimi mesi prese di posizione trasversali a favore delle regioni “ribelli” anche da parte di molti parlamentari della maggioranza.

È importante per tutti, penso, e non solo per chi ha bambini con disturbi comportamentali che siano stati diagnosticati come adhd: la leggerezza con cui si arriva oggi a prescrivere delle droghe o quasi ai bambini pur di farli stare buoni dovrebbe essere considerato un “allarme sociale” quanto e più della prostituzione per strada. Sicurezze scientifiche non ne ho, ma è bene che sia chiaro a tutti che non le hanno neanche medici, psicologi e ricercatori che si azzuffano da anni sugli effetti di farmaci come il Ritalin, che dal 2007 sono commercializzati anche in Italia. Negli Stati Uniti si è arrivati a percentuali di trattamento sulla popolazione scolastica davvero preoccupanti, dal 10 al 30 per cento.
Non si può pensare che sedazioni di massa di queste proporzioni non abbiano effetti considerevoli sui prossimi maggiorenni.

Si parla molto di bambini ma il problema riguarda anche gli adolescenti: molti medici sostengono che dagli 11 anni in poi si può cominciare un trattamento costante e quotidiano con Ritalin per aiutare i ragazzi ad acquisire quella capacità di concentrazione che li fa poi essere più contenti di sé, a sentire meno il peso della frustrazione per le tante cose che vorrebbero fare e seguire e sulle quali non riescono a soffermarsi, vittime di una frenesia inspiegabile. Io non so, ma se questi principi attivi paragonabili alle anfetamine fanno sicuramente molto male ai bambini non saranno una passeggiata neanche per preadolescenti e adolescenti… così, a naso.

Invito tutti i miei amici e chi passa di qui per caso a non sottovalutare questa vicenda. Invito anche chi può darmi informazioni più precise di quelle che ho scritto a intervenire qui o a contattarmi. Io mi sto informando. Giù le mani dai bambini da qualche anno dà un ottimo servizio a chi vuole approfondire e rimanere aggiornato. Basta levare l’audio per evitare l’orrenda canzone che parte con la home ;-)
Il caso di Bologna, portato all’attenzione della stampa dall’associazione negli ultimi giorni, è indicativo di una degenerazione che potrebbe portarci presto a livello di abusi americani: se si arriva a spacciarsi psicologi per consigliare (e quasi imporre, direi) l’uso di un farmaco vuol dire che sta aumentando la pressione più o meno interessata sui genitori che vivono ogni giorno i problemi educativi legati a comportamenti per i quali forse il trattamento farmacologico non è necessario.

Diamo un’attenzione del tutto immeritata alle scaramucce continue di una politica da salotto o alle provocazioni di Grillo. Questa è una buona occasione per rivedere qualche priorità nellla nostra domanda di informazione e imporne altre, con la giusta attenzione e feedback civili, anche ai giornali e agli altri media.

16 Settembre 2008

Aria di casa nostra

Filed under: cronache — alessandro @

L’aria, caro Gilioli, è quella frizzantina di inizio autunno quando i buoni sono all’opposizione. Qualcuno dà la linea e tutti (oggi anche i blogger che si sentono buoni) si adeguano per l’inizio del grand tournament, dove chi muove per primo è il nero che in primavera ha fatto un arrocco efficace, ed è cattivo. Bisogna ricordarlo per non perdere le posizioni accumulate in 60 anni di propaganda. È una tradizione italiana, come il Palio di Siena: leggere un post come il tuo è come vedere uomini in calzamaglia e colori bizzarri, cavalli per le strade, sbandieratori a ogni angolo di strada ma non stupirsi, perché è così da sempre. Ma l’opposizione critica e costruttiva è un’altra cosa. Tutto va male, vero? Tutto si prepara al peggio. Sicuro. Ora che tu e gli altri cominciate a dirlo mi sento più tranquillo, quasi come un anno fa. Grazie, grazie.

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