Cronachesorprese

18 Maggio 2008

Esame da vaticanista, step 11

Filed under: ratzie stories — alessandro @

Oggi Ratzie farà la celebrazione a Genova in piazza della Vittoria. All’offertorio benedirà la motosega gentilmente offerta dal comune di Genova e, poiché ha saputo che il sindaco in questi giorni ha già molti pensieri, si prenderà cristianamente la colpa per gli alberi tagliati.

17 Maggio 2008

Né con Zorro né con la sua mamma

Filed under: cronache — alessandro @

Potrei fare mille distinguo. Ma tutto sommato mi piace molto quello che ha scritto Don Ciotti sull’Unità e che mi ha segnalato il mio amico Scioglilingua.

Chiedere agli altri di rispettare una legge senza averli messi prima in condizione di diventare cittadini, è prendere in giro gli altri e noi stessi.

Come si fa a non essere d’accordo? Il primo problema è questo. È anche vero che si è fatto poco o nulla per punire i reati commessi, e che se fai una migliore selezione all’entrata (come negli Stati uniti e, ora, anche in Spagna) poi fai anche meno fatica a fare dei nuovi cittadini e non hai bisogno neanche di fare le ronde con gli Zorro de noantri. E non so che pensa Don Ciotti, ma non faccio questioni di governo di qua o governo di là perché solo chi ha bisogno di spiegazioni rudimentali può pensare che quanto è successo alla Reggiani a Roma o ai Rom di Ponticelli a Napoli sia indotto dalla politica di un’amministrazione comunale o di un governo.
Ma la realtà di oggi è che siamo meno tolleranti e accoglienti, non per xenofobia ma per confusione. Ah, a proposito, signora De la Vega (la mamma di Zorro?) vice di Zapatero: xenofoba lo dica a sua sorella :-)

Non sappiamo trovare vie diverse (non mediane, diverse) dal farci invadere e dal mandare via a calci in culo. Non abbiamo più il coraggio e la statura di popolo per offrire ospitalità e chiedere regole. Non è mancanza di autorità o problema di ordine pubblico. Per accogliere bisogna avere solidiità ed esperienza di popolo. È solo questo fattore che dà alla società l’autorevolezza necessaria per innescare l’integrazione. E all’integrazione non c’è alternativa. Almeno: non so voi, ma a me non va di rinunciare a crescere e a vivere per tenere sempre e comunque il ponte levatoio alzato. L’autosufficienza di una comunità locale o nazionale rispetto ai flussi migratori non è più sostenibile. Ammesso che lo sia mai stata.

15 Maggio 2008

Chiasmi

Filed under: news factory — alessandro @

Se Berlusconi avesse vinto le elezioni due anni fa avrebbe dovuto dar seguito, come sta facendo ora, alla promessa elettorale sull’abolizione dell’Ici. Però il clima sarebbe stato ben diverso, e lo strano incrocio che si è verificato oggi sulle aperture di Repubblica e Giornale non si sarebbe potuto verificare.
La Repubblica mette nell’occhiello le tasse sugli stupendi dei supermanager e nel titolo l’Ici: “Via l’Ici già da giugno”. Il tutto ben esposto alle pagine due e tre.
Il Giornale fa la scelta contraria, con Ici solo nel catenaccio. E relega il pezzo relativo a entrambi gli argomenti oltre la terza pagina, con pochissima enfasi sull’Ici, dedicando invece la seconda e la terza alla questione dei Rom.
Curioso, no?

14 Maggio 2008

Chiedi la luna

Filed under: market mysteria — alessandro @

Non si potrà più dire prezzi alle stelle. Alle compagnie telefoniche italiane puoi chiedere la luna, ma non sms più economici. Cavolo, in Inghilterra costano meno della metà che in Italia.

13 Maggio 2008

Discutere non è attaccare

Filed under: ratzie stories — alessandro @

Ieri Ratzinger ha parlato in udienza al Movimento per la vita. Ha ribadito quella che è da sempre la posizione della Chiesa sull’aborto. L’ha fatto perché vuole saggiare la disponibilità del nuovo governo a modificare e ammodernare la legge. Niente di strano, o di non lecito, o di inammissibile.
Naturalmente oggi tutti parlano di attacco frontale, eccetera. Ma che cavolo, si discute. Dovrebbe essere normale in una democrazia. Giusto? Si ragiona su una questione che non può mai essere data come definita per sempre.
Ripeto in punti come vedo io la questione. Dai numeri, dove è possibile, metto i link ai post nei quali ho già parlato di questi argomenti negli ultimi tre anni. Pochi saranno totalmente d’accordo con me, ma non mi importa.

1 – L’aborto è la soppressione di un essere umano.
2 – L’aborto non è un diritto, è legittima difesa.
3 – L’aborto non è una questione di donne, è un problema sociale che deve essere affrontato come collettività. Senza nulla togliere alla determinazione della donna, cui è lasciata la decisione perché altrimenti non sarebbe possibile salvaguardare il principio della libera scelta (che però non è un assoluto: la legge prevede almeno limiti di tempo e di luogo alla decisione della donna), non ci sarà progresso e maturazione, non ci sarà maggiore consapevolezza e in definitiva maggiore libertà per la donna e per tutti finché si continuerà ad affrontare culturalmente la questione in un’ottica di genere.
4 – L’aborto è equiparabile a un omicidio moralmente e non penalmente. Chi pratica l’aborto secondo le modalità previste dalla legge non dovrebbe subire sanzioni, penali (ovvio) o sociali (putroppo meno ovvio) come un omicida.
5 – La 194 è un buon compromesso e non è un tabù, può essere cambiata, ritoccata, ammodernata. Il limite delle 22 settimane forse può essere abbassato di una o due settimane senza scandalo e senza ledere i diritti di nessuno.
6 – La Chiesa ha il diritto di ribadire la sua posizione di sempre. Non è ingerenza, è diritto di partecipare come tutti i soggetti sociali alla definizione dei valori condivisi.
7 – Nessun politico italiano scatta sull’attenti quando parla il Papa. Valuta ciò che condivide e ciò che non condivide, come fa ogni persona di buon senso.
8 – Nessun governo di destra o di sinistra rigetterà l’aborto nella clandestinità, è impossibile. Se qualcuno provasse a farlo, io sarei contrario. Si spera invece che cada la barricata laicista sulle possibilità di revisione di una legge che regola l’ammissibilità della soppressione di esseri umani prima della nascita: è qualcosa, va da sé, di talmente delicato che occorre tenere sempre aperta la possibilità di un affinamento. Il “non si tocca” è proprio fuori luogo. Tra l’altro sono proprio i laicisti a mettere maggiormente in discussione, oggi, l’impianto della legge con la polemica sugli obiettori.
9 – Non è vero, come forse ha detto ieri Ratzinger, che la 194 non ha risolto nulla. Anche se certi dati sono forse un po’ enfatizzati, è plausibile che il numero globale degli aborti effettivamente praticati (anche in proporzione, considerando il saldo demografico negativo degli ultimi vent’anni) sia fortemente diminuito. Ma l’osservazione di Ratzinger era forse diretta ad altro, non al numero di aborti ma all’efficacia della legalizzazione dell’aborto sulla lotta ai problemi sociali ed economici che sono spesso alle origini della decisione di abortire.

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