Cronachesorprese

20 Aprile 2008

Digital divide vuol dire sfiducia

Filed under: il viandante digitale — alessandro @

Qualche settimana fa ho sentito Roberto Vacca, ingegnere e tuttologo, parlare di internet a un convegno. A mio modesto parere ha dimostrato in poche parole, senza che nessuno lo facesse notare, di non aver capito come funziona google e di non saperlo usare davvero. Penso a lui leggendo le statistiche che dicono che gli italiani sono tanto indietro su internet e che i governi dovrebbero fare qualcosa. Roberto Vacca forse non è in grado di capire come scremare quelle paginate di risultati così abbondanti? Non è in grado di capire che probabilmente non sarà necessario scorrere tutte le cento pagine di risultati per trovare quello che cerca, perché sono ordinate per rilevanza? No, è perfettamente in grado. Ma non lo fa perché, fondamentalmente, non ci crede che sia davvero più utile di tutti i mezzi che ha usato nella sua vita pre-internet per trovare le cose. Ma se non ci crede lui, mediamente non ci crede neanche la classe dirigente che ha la sua età e che probabilmente è influenzata più del dovuto da quelli come lui. E le aziende continueranno a usare il web, con poche eccezioni, come qualcosa di accessorio.

Il problema quindi, a mio parere, non sono gli web-ignoranti. Certo, la web-ignoranza c’è e non solo tra gli anziani o tra chi per tante ragioni non ha mai dovuto fare il passaggio dall’analogico al digitale. Il problema sono gli web-recalcitranti. E non parlo di chi non vuole usare internet perché non ha interesse a farlo. Parlo di enti, aziende, soggetti economici, sociali e culturali che continuano a pensare prevalentemente a una presenza sul web di basso profilo, messa accanto alla vera attività, al vero lavoro; solo un output secondario, giusto perché “al giorno d’oggi” non sta bene che non ci sia. Invece il web potrebbe far mettere in discussione e ridefinire l’organizzazione del lavoro.

Gli italiani sono più indietro degli altri europei perché la banda larga è utilizzata soltanto dal 17% degli utenti? No, il contrario: la banda larga è poco utilizzata perché chi potrebbe e dovrebbe dare buoni motivi e occasioni per usarla non lo fa. E non lo fa un po’ perché non ci crede, un po’ perché non vuole affrontare i cambiamenti (anche di mentalità) che la vera diffusione dell’accesso comporterebbe.

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