Cronachesorprese

30 Aprile 2008

La bbbanda

Filed under: le specie musicali — alessandro @

Quest’anno abbiamo, finalmente, il bassista. Così, dopo un anno e mezzo di troppe chitarre e troppi acuti che bisticciano, il nostro piccolo gruppo, che ancora cerca un batterista analogico e non digitale, sta cominciando a macinare qualcosa di umano.
Facciamo roba un po’ datata, diciamo. Io non avrei problemi o remore a fare cose anche più recenti. Ma lo “zoccolo duro”, formato da Enrico detto Bruce e Stephen detto Stiven, non ammette nessun pezzo che sia uscito oltre il 31 dicembre 1979. È un marchio di fabbrica, conosciuto da decenni in tutta la Riviera di Levante. E siccome vale la pena ascoltarli e suonare con loro, e trovo i pezzi che propongono comunque divertenti da suonare e cantare, io, Claudia detta Claudia e Carlo detto Carlo (per ora, ma il soprannome per il nuovo bassista è imminente) ci adattiamo di buon grado.
Vado così con la musica e la chitarra, a periodi. In periodi come questo sarei capace di suonare per una notte intera, vagare e divagare con la chitarra a tracolla a provare riff e sequenze di accordi. Poi passerà, ma finché dura ne parlerò anche qui.

E insomma dopo un anno di Neil Young e poco più questa primavera abbiamo fatto spazio a Eagles, Beatles e a George Harrison. Stasera abbiamo provato:

While my guitar gently weeps – George Harrison
Tre voci nel refrain e due chitarre soliste che dialogano niente male nel pezzo finale. Molto, molto emozionante.

Try and love again – Eagles
Potente, ma ancora non mi convince. Abbassata di un tono rispetto all’originale, dal re al do. Già così mi viene il mal di testa a cantarla, come facciano loro per me è un mistero. Dobbiamo dividerci bene le voci e le chitarre sono ancora troppo simili, bisogna differenziarle di più.

If I needed someone – Beatles
Semplice e potente. Mi dà molta soddisfazione, soprattutto nel crescendo finale. Qui voci e chitarre sono già ben definite, e bisogna soltanto provare ancora tante volte perché gli attacchi delle voci non sono proprio banali. Ho trovato una bella frasetta da mettere nell’inciso, se riesco a suonarla mentre canto mi farò i complimenti da solo :-)

One of these nights – Eagles
Il giro di basso è spettacolare ma la stiamo facendo ancora troppo lenta. Quando saremo tutti più sicuri delle rispettive parti potremo accelerarla. Le due chitarre di accompagnamento, acustica ed elettrica, rischiano di entrare in conflitto, bisogna armonizzarle un po’. Ma viene bene e potrebbe essere un pezzo di grande effetto.

29 Aprile 2008

Ai rappresentanti di laminati plastici

Filed under: spider report — alessandro @

La mia carriera è stata un fallimento
– non dir così –
non è tanto la mancanza della macchina
quel che mi handicappa,
quanto la mia incapacità
a trattar con i clienti,
sbaglio i verbi;
e poi i laminati che
io rappresento
mi fanno cagare.

Ellio e le storie tese, Abbecedario

Cari rappresentanti di laminati plastici, ma non solo: non dite più così, esultate! Oggi c’è Italian verbs!
I dubbi sui una forma verbale vengono a tutti, prima o poi. Almeno una volta ogni tanto capita, anche per amnesie temporanee. Allora, in quei momenti bui, scrivete il verbo nel modulo dell’italian verbs conjugator. Un clic su “conjugate it!” e si visualizza tutta la coniugazione.
Interessante l’elenco dei most wanted italian verbs: i primi della lista sono evidentemente non solo i verbi che suscitano più dubbi, ma anche quelli più usati da uno straniero in un vocabolario italiano di base.
Il sito è curato da un italiano che vive e lavora nelle Filippine: è quindi la classica utility escogitata da qualcuno che ne aveva bisogno o che aveva bisogno di far capire ad altri questo aspetto fondamentale della lingua italiana. Il repertorio non è da poco: sono ben 22.559 le forme verbali presenti nel database.

28 Aprile 2008

Affluenza in calo?

Filed under: news factory — alessandro @

Se posso dire, il calo di affluenza tra il primo turno e il ballottaggio non è una notizia. Sarebbe una notizia se il calo non ci fosse, o se fosse contenuto entro i due o tre punti percentuali…

In un ballottaggio i sostenitori dei candidati che sono stati esclusi scelgono in parte uno dei due “superstiti”, in parte non votano. Maggiore è la percentuale dei sostenitori degli altri candidati, maggiore sarà l’astensione al secondo turno. In generale. Poi capita che la conversione al candidato superstite meno lontano sia massiccia (come avvenuto ad esempio nelle famose presidenziali francesi del 2002), ma niente di strano che non sia così.

Quindi mi chiedo: perché i giornali titolano “affluenza in calo”? Non parlano di calo rispetto ai ballottaggi antecedenti, ma rispetto a due settimane fa. Può darsi quindi che il calo ci sia anche rispetto ai ballottaggi, ma tutti fanno il confronto soltanto con il 13 e il 14 aprile.
Esempi: Corriere della Sera, Repubblica, La Stampa. Nessuno va a recuperare i dati di ballottaggi precedenti. Dati che sono difficili però da reperire anche online.

27 Aprile 2008

Facci un altro gol

Filed under: cronache — alessandro @

Ok, le altre tre puntate dell’inchiesta di Filippo Facci su Grillo erano decisamente più interessanti della prima. Certo molti episodi raccontati lasciano abbastanza perplessi perché sono riportati come dei “si dice” e sono quindi poco verificabili (è anche vero, d’altronde, che se non fossero autentici lo stesso Grillo potrebbe smentirli…): ma se l’intento era gettare qualche ombra su un personaggio pubblico che da anni scartavetra in continuazione sulla dubbia moralità dei politici direi che l’obiettivo è ampiamente raggiunto.

26 Aprile 2008

Fischia il vento nel cervello

Filed under: cronache — alessandro @

Due anni fa parlavo del sentimento che ho verso il 25 aprile. Quest’anno avrei voluto partecipare per la prima volta nella mia vita alle celebrazioni, curioso dell’arrivo di Napolitano a Genova e favorito dall’avere due ore buche da riempire.
Alla fine mi sono attardato in altre cose e non sono andato. Meglio così, visto quello che è successo. Il mio desiderio e il mio diritto di partecipare sarebbero stati ancora una volta offesi e calpestati.

Riscrivere la storia? No, no, scherziamo? Basterebbe conoscerla. Certo non la cooscono gli imbecilli che ieri hanno fischiato il Cardinale Bagnasco all’arrivo a Palazzo Ducale. Non sanno, o non vogliono ricordare, o qualcuno ha fatto credere loro che non sia importante: ma la Chiesa genovese ha avuto un ruolo non secondario nella liberazione di Genova. E non parlo solo dei fedeli e dei tanti sacerdoti che si sono schierati con gli insorti, o dei parroci che permettevano ai partigiani di nascondere le armi in chiesa: anche la Curia e la gerarchia hanno fatto la loro parte. L’atto di resa è stato firmato a Villa Migone non per caso, ma perché era la residenza provvisoria del Cardinale Boetto, che in quei giorni sì è adoperato per avviare i contatti tra il Cln e il comando tedesco e, soprattutto, attraverso il suo vicario Giuseppe Siri ha condotto una pressante azione sugli occupanti per dissuaderli dal proposito di far saltare il porto lasciando la città. Siri era meno diplomatico di Boetto e pare che la sua “incursione” al comando tedesco sia stata tutt’altro che conciliante. I tedeschi avevano paura, e Siri non ha fatto nulla per tranquillizzarli.

E oggi il successore di Boetto e Siri viene fischiato durante le celebrazioni del 25 aprile. Perché? Chi lo sa. Fischia il vento nel cervello vuoto di qualcuno. Risuona bene il fischio nel vuoto di memoria e di coscienza storica. Vorrei chiedere agli imbecilli succitati se i partigiani scesi dalle montagne e arrivati in città hanno mai contestato l’arcivescovo di Genova. Vorrei chiedere ancora se i lavoratori del porto degli anni 60 e 70, che trovarono nel cardinale Siri un interlocutore prezioso, approverebbero il gesto di ieri. Vorrei chiedere loro, per cortesia e per carità di patria, di non riempirsi la bocca con i valori della Resistenza e del continuare la lotta. Perché se lotta ci deve essere, oggi, è proprio contro la loro imbecillità.

Quindi purtroppo occorre tornare a riflettere sul metodo delle celebrazioni. Gli editoriali sul tema fanno ormai parte delle liturgie giornalistiche di fine aprlie inizio maggio, ma qualcosa di buono esce sempre. Ad esempio il modo in cui Massimo Teodori sul Giornale del 24 ha ripreso la questione “antifascismo”: non mi dispiace, a cominciare dalla citazione di Croce.

aggiornamento del 28 aprile: Bagnasco minimizza.

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