Cronachesorprese

17 Febbraio 2008

L’obiezione di coscienza non si tocca

Filed under: cronache — alessandro @

CarI firmatarI (primI e non) dell’appello denominato Liberadonna e promosso da Micromega, la legge 194 è un compromesso ed è pertanto contraddittorio affermare contemporaneamente “la 194 non si tocca” e “questi sono per noi valori non negoziabili, sui quali non siamo più disposti a compromessi”. Se non siete disposti a compromessi siete i primi nemici della 194. Anche perché a ben vedere in questi “valori non negoziabili” è compresa la messa in discussione dell’obiezione di coscienza che, vi piaccia o no, è un punto qualificante della 194: quindi la contraddizione è evidente, e almeno questa volta saranno altri a dire con coerenza “la 194 non si tocca”.

Non è vero che fatti recenti hanno messo quella legge in pericolo. Sono accaduti fatti molto spiacevoli (Firenze e Napoli) che potevano essere evitati ma che non giustificano il vostro allarme. A Napoli, in particolare, l’iniziativa dell’autorità giudiziaria aveva lo scopo di garantire il rispetto della legge, anche se si è concretizzata in un intervento esagerato, senza riguardo per la delicatezza della situazione. La posizione di Ferrara non è contro la 194 ma solleva una questione etica di fondo sulla quale è augurabile che l’attenzione sia sempre alta: quindi, a parte la simpatia o antipatia che può suscitare il personaggio, bisogna rispondere sullo stesso piano e non blaterare di offensive clericali sul corpo della donna. Dal punto di vista strategico, inoltre, permettetemi di dirvi che è ingenuo rivolgere l’appello solamente ai leader e alle forze della sinistra. Capisco, è un appello elettorale, più emotivo che razionale. Ognuno ha le sue debolezze.

Non fate l’errore di opporre corpo a corpo: se attaccate l’obiezione di coscienza siete voi i clericali, voi pretendete uno Stato che violenti la coscienza di chi non si oppone alla scelta garantita oggi dalla 194 ma chiede soltanto di non collaborare a un’azione diretta contro l’integrità fisica di un essere umano. L’obiezione di coscienza non si tocca. Non solo dei medici, ma anche dei farmacisti. Che non possono obiettare sulla pillola del giorno dopo, ma sulla RU486, se e quando sarà disponibile in farmacia, sì.

Non potete opporvi a un dibattito finalmente più consapevole e plurale. Chiedetevi seriamente chi è che sta facendo dei passi indietro.

3 Comments »

  1. come ho scritto in uno dei miei ultimi post, purtroppo non posseggo strumenti dialettici sufficienti per ribattere a tono.
    però vorrei parlare lo stesso, con il cuore.
    non voglio fare un corpoacorpo (parlo al singolare perché sono isolata e non ho potuto partecipare a qualsivoglia manifestazione di donne, ché mi avrebbe fatto pure piacere soprattutto in quanto trattavasi di manifestazioni “apolitiche e trasversali”) ma qui, appunto, di “corpo” si tratta.
    e anche di corpo come essenza, come spirito, come sentimento.
    sia benedetta l’obiezione di coscienza, in ogni campo: è sinonimo di libertà.
    basta che non sia un mezzuccio per fare carriera negli ospedali al seguito dei primari obiettori (e non possiamo fare finta che questo fenomeno non sia una -triste- realtà).
    basta che ciò non costringa una povera donna a trascinarsi di pronto soccorso in pronto soccorso, o di farmacia in farmacia.
    allora, come la mettiamo?
    non lo so neanch’io, ti confesso.
    vorrei solo che il farmacista o il medico obiettore, in cambio di un NO, indicasse una qualche forma di aiuto *concreto*.
    non mi sembra che, in generale, ciò accada.

    vorrei solo che quella provocazione che ho sentito alla radio qualche giorno fa, e cioè che se anche gli uomini potessero tenere i figli nella pancia, avrebbero altri riguardi su questa faccenda, fosse solo una provocazione.

    ma non ne sono così convinta.
    ed è triste.
    al di là delle lotte (politiche) e dei corpoacorpo.

    Comment di alga — 18 Febbraio 2008 @

  2. per me non ha molto senso affrontare la questione da un punto di vista di un sesso. e quindi anche la provocazione sugli uomini che tengono i bambini in pancia mi provoca poco.
    per non costringere una donna a fare pellegrinaggi da un ospedale all’altro basta, come ha detto giustamente livia turco, che ogni ospedale sia dotato di un numero sufficiente di medici non obiettori. probabilmente significa assumere dei medici in più, che non farà poi tanto male.
    per non costringere una donna a vagare da una farmacia all’altra basta che siano note le farmacie in cui il farmaco si troverà, o che siano segnalate quelle in cui “non” si troverà, che probabilmente saranno una minoranza.
    insomma, è solo una questione di organizzazione. non lo so se i medici obiettori non aiutino in nessun altro modo. ma far passare l’idea che l’obiezione sia un “mettere i bastoni tra le ruote”, e scaricare le responsabilità di una mancanza di organizzazione su chi cerca di esercitare il suo diritto all’obiezione, mi sembra veramente una scorciatoia, un voler “tagliare corto”. in quell’appello vedo una volontà di alzare i toni e di fare giustizia “sommaria”, non mi piace. non ci vedo molto di buono.

    Comment di alessandro — 18 Febbraio 2008 @

  3. […] di un essere umano. 2 – L’aborto non è un diritto, è legittima difesa. 3 – L’aborto non è una questione di donne, è un problema sociale che deve essere […]

    Pingback di Cronachesorprese » Discutere non è attaccare — 13 Maggio 2008 @

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