Cronachesorprese

3 Dicembre 2007

Ripensare il diritto d’autore

Filed under: il viandante digitale — alessandro @

Ampiamente condivisibile il decalogo di Vanz “a favore” della cosiddetta pirateria. La tutela del diritto d’autore non è più tale. Quando è nata era una forma avanzata e straordinariamente moderna di mecenatismo; oggi non saprei indicare, tra i tanti produttori di musica e cinema, un epigono credibile di Giovanni Ricordi. L’attuale normativa per il diritto d’autore tutela ormai soltanto marginalmente l’autore, conserva ai produttori dei privilegi che non hanno più ragion d’essere e impedisce a tanti autori validi di essere conosciuti.
Gli autori più intelligenti se ne sono accorti da tempo. Molti sono diventati produttori di se stessi, altri hanno cominciato a usare la rete come mezzo privilegiato se non esclusivo di distribuzione (Radiohead), altri hanno intuito che nell’era della riproduzione digitale (la massima qualità di riproduzione alla portata di tutti) bisogna puntare, oltre che sulla rete, sull’irripetibilità dell’evento e sull’immaterialità (o meglio, su una sorta di materialità condizionata) del prodotto. Penso ai cd brulé di Elio e le Storie Tese, per esempio.
Avevo solo sentito parlare del collective licensing e non l’avevo ancora messo a fuoco. Mi sembra un modello promettente, perché individua una via realistica per raggiungere un obiettivo di maggiore equità. I produttori potrebbero sfruttare in misura accettabile la loro rendita di posizione, ma si trasformerebbero lentamente in provider e dovrebbero ridimensionare l’importanza del marketing sul singolo prodotto: se dovessero preoccuparsi di vendere accessi e non prodotti (o meglio: più accessi che prodotti, perché il collective licensing si affiancherebbe ai canali di distribuzione tradizionali) non avrebbe più senso fare grandi investimenti sul lancio dei singoli prodotti. Ciò permetterebbe l’emersione di autori validi e attualmente oscurati dalle “scuderie” di autori selezionati dalle strategie delle major. La scelta del singolo utente conterebbe di più. Le strutture delle case discografiche e delle produzioni cinematografiche si snellirebbero e, di conseguenza, anche i cd musicali o i film in dvd potrebbero essere offerti a prezzi ragionevoli.

6 Comments »

  1. E’ proprio sulla chiusa che bisognerebbe insistere.
    Un cd offerto a cinque euro rende inappetibile un lungo ed incerto download dalla rete.
    Vedere in centri commerciali specializzati un dvd di un film degli anni quaranta o trenta offerto a ventidue, ventiquattro, ventinove euro invita il cinefilo a trasgredire passando sopra standard qualitativi e altro.
    si tenga poi conto di un calo netto in verticale del prodotto usato, per cui un dvd si trova tranquillamente tra i due e i cinque euro, così come un cd musicale.
    Se ne sono resi conto anche diversi artisti che hanno imposto un costo molto contenuto dei loro prodotti di creatività.
    Insomma, a dirla in breve, è solo questione di soldi.

    Comment di cybbolo — 3 Dicembre 2007 @

  2. cyb non sono del tutto d’accordo. per molte persone (sempre più invero) un download non è più nè lungo nè incerto, e la propensione alla “marachella” è comunque sempre maggiore di qualsiasi costo per piccolo che sia.

    Comment di Tambu — 3 Dicembre 2007 @

  3. molto ben esposto.

    ti consiglio di andare a leggere il voluntary collective licensing come proposto nel 2004 da EFF.
    http://www.eff.org/wp/better-way-forward-voluntary-collective-licensing-music-file-sharing

    Comment di vanz — 4 Dicembre 2007 @

  4. @ tambu: attenzione, allora, ché ci si incammina per una china pericolosa per la sopravvivenza del web inteso come spazio indipendente.
    la soluzione di marca francese è, a mio avviso, una spallata iniziale, ma decisiva, ad imporre un’organizzazione e una disciplina al web per poi successivamente controllarlo.
    si parte da un download regolato con tariffe e si arriva all’informazione e alla libertà di pensiero: potrà sembrare un concetto populista e anche banale, ma prova a pensare anche ad un semplice imbrigliamento e all’effetto a catena che può portare.

    Comment di cybbolo — 4 Dicembre 2007 @

  5. cyb: credo che i prezzi fuori mercato di molti prodotti verranno abbassati soltanto quando i produttori avranno altre chiare prospettive di sviluppo. non abbasseranno mai i prezzi solo per contrastare il file sharing, un po’ perché, come nota tambu, sarebbe inutile, un po’ perché paradossalmente renderebbe ancora più facile la cosiddetta pirateria (ho deciso di chiamarla “cosiddetta” perché chiaramente non lo è, checché ne pensi sarko). faranno solo qualche concessione, ma saranno eccezioni alla regola.

    tambu: ma infatti non ha più senso considerare il file sharing come “marachella”. bisogna depenalizzarlo completamente. bisogna andare verso un nuovo assetto in cui si riconosca che porre limiti alla riproduzione e alla condivisione è ormai impossibile. qualsiasi sia la soluzione, questo dovrebbe essere un punto fermo.

    vanz: grazie. se le previsioni di revenue sono realistiche prima o poi si arriverà a sperimentare seriamente, è solo questione di tempo. leggendo pensavo: per anni abbiamo sopportato la speculazione di microsoft sulla sua posizione dominante imposta attraverso l’acquisto dell’hardware. se alla spesa per l’adsl si aggiungesse un “optional fee” (ragionevole) per accesso al file sharing per tutta la musica e i video del mondo, il problema della cosiddetta pirateria sarebbe, se non risolto, ampiamente ridimensionato. il punto è offrire il servizio in aggiunta al servizio essenziale di connettività, come microsoft praticamente imponeva l’acquisto della sua licenza software in aggiunta all’hardware. questo è possibile naturalmente soltanto se i produttori offrono un unico servizio, come ipotizza EFF, perché non posso pensare di comprare tanti accessi quante sono le case discografiche e cinematografiche. ma visto che quando si tratta di riscuotere i cosiddetti diritti d’autore si associano e si accordano a meraviglia a livello mondiale, se vogliono (e se hanno convenienza a farlo, e in questa ipotesi mi pare che sia così) possono farlo anche per offrire un servizio vero e al passo con i tempi.

    Comment di alessandro — 4 Dicembre 2007 @

  6. […] era naturale attendersi, qualcosa si sta muovendo: i provider e i produttori di hardware per connessione e […]

    Pingback di Cronachesorprese » Accessi d’autore — 20 Marzo 2008 @

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