Cronachesorprese

18 Luglio 2007

L’attributore di contenuti

Filed under: forse cercavi,il viandante digitale — alessandro @

Attraverso Mafe, e poi altri post segnalati su blogbabel, trovo questo post di Marco Mazzei su un tema stuzzicante.
Google news attribuirebbe a Repubblica la notizia delle indagini su Prodi? Solo perché è di Repubblica l’articolo più in evidenza su quella notizia? Mi sembra un po’ poco per affermarlo. Che qualche navigatore possa erroneamente pensare che la notizia è di Repubblica e non di Panorama non può essere imputato a Google news, ma a una lettura poco accurata: tutti i giornali hanno spiegato che il capo del governo ha appreso la notizia dal sito di Panorama. “Secondo google news” è un’espressione senza significato, e sono d’accordo con quanti pensano che Google non sta facendo un mestiere diverso dall’aggregatore.

Però Mafe nei commenti approfondisce, va oltre e ipotizza che la selezione editoriale del futuro sarà almeno in parte aggregazione di user generated content: che lo faccia in modo etico, professionale e secondo regole il più possibile condivise è un problema che prima o poi si dovrà affrontare. E Mafe da tempo riflette su questo: se ben ricordo la prima volta che l’ho sentita parlare in real life, al Barcamp di Torino, chiedeva se fosse possibile una soluzione tecnica per controllare l’aggregazione dalla fonte.
La discussione a Torino, da quel momento, si fece calda e vennero fuori posizioni molto diverse e articolate. Di sicuro, se alla soluzione tecnica (che non dovrebbe essere difficile da trovare) non si accompagna un impegno degli editori-aggregatori a rispettare alcune regole condivise, non se ne farà mai nulla.
Per applicare l’idea a quello che è successo, Panorama potrebbe essere risentito con Google news perchè ha presentato un suo scoop in un contesto ambiguo che non ne ha valorizzato l’originalità: quindi mette un bel flag a tutti i prossimi articoli e impedisce a Google news di aggregarli.

Finché Google news rimarrà quello che è, ovvero un aggregatore neutrale, un’operazione del genere va solo a danno di chi rinuncia alla visibilità offerta da Google. Ma se applichiamo questo criterio a contesti davvero editoriali, e ipotizziamo un futuro non tanto lontano in cui la rete sarà piena di contenuti scritti per essere aggregati, magari già pensati per rientrare in un’aggregazione guidata da un preciso taglio editoriale, la questione diventa bella spessa. E riguarda anche il valore economico dei contenuti.

1 commento »

  1. […] Cronache sorprese […]

    Pingback di Una conversazione tira l’altra » Panorama.it - Marco Mazzei — 20 Luglio 2007 @

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