Cronachesorprese

23 Giugno 2007

Battersene

Filed under: le specie musicali — alessandro @

batebalengoQualche anno fa scrivevo: la società nasce come danza, la lingua nasce come poesia.
Lo ritengo l’argomento definitivo contro la vivisezione struttura – sovrastruttura, che non spiega le cose più importanti e interessanti. Che spiega veramente poco dell’uomo.
Capita ogni tanto di vedere riemergere l’evidenza dell’argomento.
Ho seguito per una sera i Batebalengo per le strade di Varazze. Una sera che non finiva mai, come è anche giusto in prossimità del solstizio; ma una sera in cui il tempo si è contratto in un attimo, e lo spazio è stato ricreato.

I batebalengo non fanno molto di diverso dalle bande di paese, non ne sono distanti come idea, anche se la musica lo è. Forse le bande di paese in Brasile sono così. In Brasile i Batebalengo sarebbero una delle tante formazioni di samba piccole a piacere. Ma hai voglia a dire piccolo. Quella è la piccolezza dell’originario, non la minutaglia del trascurabile. Quando te ne batti e fai ritmo, e lo fai bene, nasce qualcosa.

Quello che mi piace delle percussioni è la semplicità e l’immediatezza del loro linguaggio, che non si impara. Tutti hanno qualcosa da dire senza dipendere da un pre-concetto. Una cosa semplice, un punto o una virgola, posso metterla anch’io in maniera elementare senza che me l’abbia insegnato nessuno.
E poi le percussioni si cercano e si trovano tra di loro. Il loro chiamarsi e richiamarsi è qualcosa di più di una metafora della creazione dello spazio sociale: avviene davvero, fisicamente, con il ritmo. E chi se ne batte di strutture e sovrastrutture. C’è qualcosa che viene prima.

Così è successo anche ieri a Varazze. Dicono che accada raramente, e per questo mi ritengo molto fortunato.
A un tratto, quando il gruppo si è fermato a suonare in uno slargo, sono spuntati volti e trecce e mani e vestiti colorati di senegalesi, credo. Uno dietro l’altro. Un djembe, un bonghetto, una sedia presa a prestito dal bar accanto. Quattro ragazzi si sono inseriti sulla base rigorosa dei Batebalengo e hanno cominciato a dialogare con loro. Una jam session di sole percussioni in piena regola. Botta e risposta. Batti e ribatti. Movimenti spontanei, embrioni di vera danza tra la gente che ascoltava. Riunita in un attimo. E soprattutto facce distese, aperte, sorridenti, serene.
Quanto è andata avanti? Non lo so. Il tempo si è contratto in un attimo, e alle due e trenta mi sono ritrovato a casa.

3 Comments »

  1. è vero.
    il ritmo ti prende e ti porta via.
    :-)

    Comment di alga — 23 Giugno 2007 @

  2. se si riesce a perdere la nozione del tempo nel viverlo, qualsiasi spettacolo è davvero bello.
    invidiuccia da parte mia, ché sensazioni così, dopo una certa età, sono sempre più rade per disincanto corrosivo…;-)

    Comment di cybbolo — 25 Giugno 2007 @

  3. e quelli che mettono la punteggiatura a muzzo sono metallari?

    Comment di estrellita — 25 Giugno 2007 @

RSS feed for comments on this post. TrackBack URI

Leave a comment


Powered by WordPress. Theme by H P Nadig