Cronachesorprese

1 Giugno 2007

Il violino e la macchina del tempo

Filed under: reading — alessandro @

giovanni giaccone la sparizione del violinoStasera me la tiro un po’ da recensore alla Hornby. Perché voglio parlare di un libro fresco di stampa che ho appena finito di leggere; e non capita tutti i giorni di poter parlare di un lbro scritto da un amico. Davvero un bel libro oltretutto, in cui riesci a separare senza sforzo il godimento della lettura dal divertimento di trovare nelle pagine le tracce autoriali di una persona che conosci.
Giovanni lo conosco da più di vent’anni. Nonostante quello che molti pensano, il mio desiderio di fare il giornalista è più antico della nostra amicizia, e più radicato nella mia vita di quanto si possa immaginare. Ma non c’è dubbio che il desiderio se ne stava in quiescenza, obnubilato da tante difficoltà, distrazioni ed errori. Vedere lui che a un certo punto ha cominciato a percorrere quella strada con tanta sicurezza e abilità mi ha aiutato a recuperarlo, e a decidermi a mettermi in cammino a mia volta. Non con la stessa abilità e fortuna, ma in fondo non importa. L’importante è sapere che si sta facendo il possibile per seguire i propri desideri e per mettere a frutto i propri talenti.

Giovanni Giaccone dunque, giornalista dell’emittente genovese Telecittà, ha scritto La sparizione del violino e altri misteri, un’avventura genovese di Sherlock Holmes, edito da De Ferrari. Vedendo la copertina si potrebbe pensare che ci vuole un bel coraggio. Ma Giovanni non è tipo da calare una briscola se non è sicuro di far punto. La briscola Sherlock Holmes scende sul tavolo con la dovuta preparazione, senza lasciare nulla al caso.

Intanto occorre dire che negli ultimi anni le librerie in città sono invase da storie di investigatori genovesi o a Genova. Non voglio giudicare libri che non ho letto, ma l’idea che sia un po’ una moda non mi sembra campata per aria. Non mi stupirebbe trovare libri di ottima qualità in queste serie alla Montalbano, ma mi stupirebbe ancora di meno trovare storie e scritture tirate un po’ via.
Far piombare Sherlock Holmes in questo scenario è un modo elegante per dire (e mi sembra di vederlo, Giovanni): ma basta con queste imitazioni delle imitazioni, facciamo arrivare l’originale e non se ne parli più.

Poi c’è un pretesto plausibile: Conan Doyle, in una delle avventure del suo celebre personaggio, fa raccontare da Sherlock Holmes al fido Wtson la storia del Cannone, o Guarneri del Gesù, il violino di Paganini oggi custodito a Palazzo Tursi perchè lasciato in eredità alla città di Genova dallo stesso musicista. Come sanno gli appassionati, Holmes suona spesso il violino, specialmente quando ha bisogno di concentrarsi per risolvere i soliti casi impossibili. Non è dunque forzato o pretestuoso immaginare un’indagine di Holmes in occasione di un clamoroso furto del prezioso strumento.

Poi c’è una straordinaria ambientazione nella Genova di fine ottocento. Giovanni aveva voglia di raccontare la vita di Genova in quegli anni. Voleva raccontare una città cosmopolita e in crescita, dalla vivacissima vita culturale, in cui capitava di incontrare Verdi o Lina Cavalieri a passeggio. Una città letteralmente invasa dagli inglesi, e chi meglio di Sherlock Holmes poteva incontrare tutti i più notabili in pochi giorni?
Il cronista si tuffa golosamente in uno dei periodi più interessanti della storia post unitaria della città in cui lavora, e pesca a piene mani fatti e persone per costruire (non solo per impreziosire) una trama rigorosa, che avvince con grazia e destrezza, senza appesantimenti retorici, senza una parola di troppo. Tra un mistero e l’altro personalità come Luigi Arnaldo Vassallo detto Gandolin, Cesare Lombroso, Stefano Canzio, James Spensley non si limitano a sfilare, ma entrano nella vicenda e fanno la loro parte. Anche i fatti criminosi raccontati non sono casuali e pretestuosi, ma sono liberamente ispirati ad alcuni episodi di cronaca nera dell’epoca. Una macchina del tempo ben oliata, che non si inceppa mai e raggiunge punte narrative a volte ispirate e quasi liriche, a volte ironiche, sempre divertenti.
Il personaggio Holmes è reso con grande sicurezza. In molte parti sembra davvero, senza esagerare, di leggere Conan Doyle: si corre il rischio, davvero, di dimenticare la differenza. Merito dello scrittore inglese aver scolpito una figura dai tratti così netti; merito di Giovanni aver assimilato, con le letture torrenziali e mai passive di cui so che è capace, le caratteristiche di quello stile.

Credetemi, mi sono davvero divertito. E non capita poi tanto spesso. Grazie Giovanni. Sono sicuro che non ti offendi se dico, alle porte dell’estate, che hai scritto un ottimo libro da spiaggia. Mi sembra un buon lancio. Posso fare di meglio: compratelo! Compratelo! Assediate tutti i librai con un po’ di sale in zucca, fatene arrivare copie a vagoni! Mi fermo qui? Va bene, dai :-)

1 commento »

  1. LO VOGLIOOOOO!!!!

    Comment di searcher — 5 Giugno 2007 @

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