Cronachesorprese

1 Maggio 2007

Zenacamp – Democrazia 2.0

Filed under: barcamp — alessandro @

Nicola ha ripreso a Genova la suggestione sul parallelismo tra democrazia e rete che aveva esposto sul blog qualche tempo fa. Il parallelismo è interessante e fecondo e può portare molto lontano, ma a mio parere la discussione allo Zenacamp si è arenata su aspetti non essenziali.
La democrazia, lo sappiamo, non è il sistema perfetto ma il meno imperfetto dei sistemi finora scovati. Logico che le stesse evidenze di imperfezione (non democrazia ma governo di una elite?) le possiamo trovare anche nella rete, e questo è innanzitutto un buon motivo per pensare che il parallelismo funziona…

Ciò a cui vale la pena porre attenzione è se sia vero o no che lo strumento che è la rete, e gli strumenti che la rete mette a disposizione, avvicinino alla realizzazione di una maggiore democrazia o no. Che sia oggi un’élite a usare la rete è vero, ma quali sono i reali ostacoli a entrare in questa élite, ad allargare il cerchio e in definitiva a trasformarla, nel medio periodo, in qualcosa di diverso da una élite? A me sembra che gli ostacoli siano minori di quelli che impediscono oggi di allargare il cerchio dell’elite politica, o di fare in modo che il popolo, qualunque cosa questa parola voglia dire, possa gettare efficacemente sul tavolo dell’élite politica le sue questioni. E allo stesso modo è più facile che emerga in rete un’informazione diversa dalla narrazione informativa di giornali e televisione. Tanto è vero che le élite della politica e dell’informazione reagiscono non sempre bene all’esistenza della rete. Come si è detto tante volte, non la conoscono un granché e forse non la vogliono conoscere: il modello concettuale che la rete promuove potrebbe mettere in discussione i modelli su cui si basa il loro potere.

Per la prima volta, è stato detto a Genova, grazie alla rete si può attuare qualcosa che assomiglia in modo convincente all’idea di democrazia. Ci vogliono tempo e vita, ma può succedere.

6 Comments »

  1. Alessandro, grazie… l’hai detto molto meglio di quanto non l’abbia saputo dire io :-)

    Comment di Nicola Mattina — 1 Maggio 2007 @

  2. esagerato, non è vero :-)
    avrei preferito che la discussione tentasse una proiezione di scenari, invece di ribadire tutto quello che non funziona nella democrazia e nella rete. una suggestione come quella che hai proposto serve a immaginare strade nuove. però che se ne parli, innanzitutto.

    Comment di alessandro — 2 Maggio 2007 @

  3. intanto è opportuno fare un’analisi della situazione e puntualizzare le anomalie … se la gente capisce questo è più facile visualizzare scenari futuri !

    ciao

    Comment di andrea — 2 Maggio 2007 @

  4. L’intervento di Nicola Mattina è stato uno di quelli che mi ha dato più spunti di riflessione. Condivido però le obiezioni all’impostazione un po’ positivistica insita nel parallelo democrazia-web 2.0 espresse al momento da Gaspar Torriero ed altri.
    Nel senso che il parallelo è un po’ debole visto che reggerebbe solo se per democrazia si intendesse la democrazia diretta (in quella rappresentativa non si ha accesso diretto alla gestione della cosa pubblica ma si esercita, attraverso il voto, delega a rappresentarci).
    Detto questo, la logica bottom-up delle applicazioni 2.0 è sicuramente più “democratica” della lettura di contenuti generati da terzi e sui quali non si ha nessuna possibilità di scambio.
    La rete però ovviamente non è totalmente democratica, soprattutto per queste ragioni:
    – necessita di conoscenze specifiche (e in Italia solo il 44% della popolazione usa il computer)
    – necessita di una connessione (quindi denaro)
    – non è ugualmente permeabile alla voce di tutti, ossia i famosi hubs hanno un peso e la voce del nuovo utente che si affaccia, seppur qualificato, un peso minore…

    Comment di Tiziana — 2 Maggio 2007 @

  5. l’esistenza e l’influenza degli hub non contraddice la dialettica democratica, come del resto la delega. l’hub può essere visto al massimo come un limite o una contraddizione interna, ma a mio parere non è così. il punto è: gli hub della rete sono costruiti e stabilizzati da un potere (tecnologico, economico, anche politico) che non chiede nei fatti una vera legittimazione al “demos”, oppure nasce a partire da una capacità, da un’eccellenza individuale che con il tempo aumenta autorevolezza e consenso grazie ai risultati che ottiene? facciamo il paragone tra gli hub dell’attuale rappresentanza politica e gli hub che si stabilizzano nelle blogosfere. io penso che i secondi abbiano qualche modello interessante da mostrare e offrire ai primi.

    Comment di alessandro — 2 Maggio 2007 @

  6. come puo’ un oggetto nato naturalmente per essere anarchico e autoregolamentato un luogo democratico ?
    mi riferisco alla rete ovviamente…

    Comment di impiegato — 14 Maggio 2007 @

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