Cronachesorprese

9 Marzo 2007

Differenze che non Dico

Filed under: Il postulante de-genere — alessandro @

Provo a rispondere brevemente e semplicemente alla domanda di Vanz, che chiede: che senso ha essere a favore dei dico ma contrari a concedere l’adozione alle coppie omosessuali?
Sui dico ancora non dico: non mi pronuncio, perché trovo molto male impostato l’attuale dibattito sia in parlamento sia tra la gente comune.
Sull’adozione penso questo: preferisco considerare il diritto del bambino all’adozione. Il soggetto del diritto è il bambino: non intendo che il diritto dei genitori ad adottare non esista, ma è secondario, è una conseguenza del diritto del bambino ad essere adottato.

Del tutto inutile, e irrilevante ai fini della questione, cercare di definire la capacità di una coppia omosessuale a crescere bene un bambino. Chi può negarla, onestamente? Chi può negare, altresì, che esistano concretamente situazioni di famiglie “tradizionali” ben più pericolose per l’equilibrio di un bambino? Quando una coppia comincia la scommessa di un avventura educativa non si può stabilire a priori come andrà a finire. Ma non è di questo che si deve discutere.

Per quale motivo, nel momento in cui ho un bambino da affidare a una coppia, dovrei affidarla a una coppia omosessuale? Se in questione è in primo luogo il diritto del bambino, penso che il primo dovere di chi decide sia dargli un’opportunità il più possibile vicina a quella che avrebbe avuto con i genitori naturali, chance che per qualche motivo ha perso. Poiché soltanto in seconda battuta devo considerare il diritto dei genitori ad adottare, scarto l’opportunità di concedere l’affidamento a una coppia omosessuale già in linea di principio. Perché, dal punto di vista del bambino, quel diritto diventa irrilevante. Dovrei forse considerarlo rilevante? Perché non dovrei considerare come fattore positivo, se non decisivo, la differenza sessuale tra i genitori? Per me deve esserlo. E non perché veda gli omosessuali come mostri. Convincetemi del contrario. Cioé, dovete convincermi non del fatto che due omosessuali potrebbero essere dei buoni genitori, cosa che non metto in dubbio, ma del fatto che non sia giusto dare la precedenza a una coppia eterosessuale. Quanto ai genitori divorziati single, la questione non si pone, cioé è allo stesso livello: ci sono tante coppie eterosessuali in età riproduttiva che non vedono l’ora di adottare. Non vedo perché dovrei dare la precedenza a un single. E accendere controversie su chi debba avere precedenza tra coppia omosessuale e single divorziato, francamente, mi sembra il trionfo dell’astrazione.

Vanz chiede: “quali sono i diritti dei bambini che sono violati dall’adozione per coppie gay?”. La mia impressione è che si voglia censurare ideologicamente la reale differenza che esiste tra una coppia omosessuale e una coppia eterosessuale, come se affermarla comporti necessariamente negare l’uguaglianza tra gli individui e discriminare gli omosessuali. Ed è su questo che bisogna discutere. Sarebbe discriminazione levare a un omosessuale un figlio naturale. Non è discriminazione non dargli un figlio che non può avere. Quindi rispondo alla domanda con un’altra domanda. Perché il legislatore non dovrebbe tenere conto della differenza naturale tra coppia omosessuale e coppia eterosessuale, nel definire diritti e doveri? Soprattutto se in questione non è il diritto di una coppia, ma il diritto di un soggetto inizialmente estraneo alla coppia, come un bambino da adottare? In nome di cosa?

Spero di essere stato utile. Saluti.

33 Comments »

  1. dalla mia modestissima (e piena di limiti) esperienza di madre ho capito una cosa, credo, fondamentale: il vero diritto del bambino sta nell’avere qualcuno che lo vuole e che lo ama. indipedentemente dai gusti sessuali, o dalla condizione anagrafica, o dai maledetti casini che purtroppo si devono affrontare ogni giorno. sarebbe bello, e sano, che tutti quanti gli aspiranti genitori potessero partire per la loro meravigliosa (e pericolosa) avventura, dalla stessa linea di partenza.

    Comment di alga — 11 Marzo 2007 @

  2. la tua esperienza di madre è tutt’altro che modesta, perché hai superato con successo tante difficoltà che avrebbero fatto naufragare molti altri (come genitori, intendo). i limiti sono di tutti. i genitori che si credono perfetti e ritengono di non fare mai errori sono probabilmente tra i genitori meno augurabili.
    che un bambino abbia qualcuno che lo ama e che lo vuole è difficile da valutare per chi deve decidere l’affidamento. è difficile per gli stessi aspiranti genitori capire, prima di mettersi alla prova, se vinceranno la loro scommessa: a maggior ragione per un giudice.
    come ho detto, io non metto in dubbio che una coppia omosessuale sia in grado di far sentire un bambino amato. ma non credo che possa partire dalla stessa linea di una coppia eterosessuale, per le ragioni che ho esposto. e poi mi chiedo quanto faccia bene alla cultura omosessuale darsi obiettivi che non sono propri della condizione omosessuale. mi chiedo perché, ora che ci sono i presupposti culturali per vivere l’omosessualità apertamente, la prima preoccupazione è quella di raggiungere uaa illusoria “parità” con la coppia eterosessuale e non di cercare di approfondire e sviluppare una diversità specifica. forse l’affettività omosessuale può dare un contributo originale alla società, arricchirla di nuove forme di convivenza e quindi di nuove forme di solidarietà. ma finché il modello da raggiungere, in qualche modo, resta lo specifico della coppia eterosessuale (ovvero un’unione aperta strutturalmente alla procreazione. le bizzarre e indimostrabili teorie sull’accidentalità della differenza sessuale tra individui neanche le considero…), nessuna novità può venir fuori, ma solo convivenze che sono rappresentazioni di un risentimento giuridico, di una frustrazione ontologica. vado oltre la questione di alcuni diritti da concedere o da tutelare meglio: sui dico sono possibilista. ma mi sembra strano che la cultura omosessuale da una parte faccia critiche molto forti, a tratti violente, alla famiglia tradizionale, e da un’altra parte prenda proprio quel modello di famiglia come riferimento, anche nel rivendicare diritti.

    Comment di Alessandro — 12 Marzo 2007 @

  3. Hai ribaltato il punto di vista ma la questione resta la stessa.
    Tu dici “Perché non dovrei considerare come fattore positivo, se non decisivo, la differenza sessuale tra i genitori? Per me deve esserlo. (…) Convincetemi del contrario”

    Ma il punto del mio post era proprio: visto che l’adozione alle coppie omo è negata, sei tu che devi “convincermi del contrario”, cioè che c’è qualche ragione scientifica per considerarle inadatte a educare un bambino, e che non si tratta di una discriminazione su basi ideologiche.

    E qual è la “differenza naturale tra coppia omosessuale e coppia eterosessuale”, oggettivamente? E’ l’impossibilità di procreare? Nel qual caso, l’adozione non dovebbe proprio essere destinata a chi non può procreare?
    Insomma, al di là delle convinzioni personali, tutte più o meno rispettabili, mi resta ancora di sapere che differenza oggettiva, scientificamente dimostrabile esiste tra una coppia etero e una omo, soprattutto (ma che cambia?) qualora siano entrambe impossibilitate a procreare.

    Sul non dare la precedenza a un single, invece, potrei essere d’accordo.

    (ciò che faccia male o bene alla cultura omosessuale, francamente lo lascerei decidere a loro)

    Comment di vanz — 13 Marzo 2007 @

  4. ho ribaltato, prima della domanda, il presupposto, e cioè: stiamo discutendo del diritto del bambino ad essere adottato, e solo secondariamente del diritto dei genitori ad adottare.

    io non ho nessuna ragione scientifica per ritenere una coppia omosessuale inadatta a educare un bambino. ma, come ho detto, lo ritengo un fattore non rilevante, perché, diciamo, in linea di diritto “non fa in tempo” a giocare. prima c’è il diritto del bambino a vedere ripristinate nel modo migliore possibile le condizioni iniziali: avere un padre uomo e una madre donna che lo fanno nascere, lo accettano e si occupano di lui al meglio.

    la mia domanda è: perché l’aspirazione di una coppia omosessuale a una genitorialità che non è iscritta naturalmente in quella condizione deve prevalere sul diritto del bambino a vedere ripristinate al meglio le condizioni iniziali che lo vedevano “naturalmente” figlio di una coppia eterosessuale?

    come legislatore o giudice io non posso stabilire a priori che questo, nella storia futura di un bambino, non rappresenterà un problema. anche ipotizzando ottimisticamente un futuro prossimo in cui le convivenze omosessuali siano normali e accettate da tutti, non posso sapere oggi se chi viene affidato a una coppia omosessuale domani giudicherà bene, retrospettivamente, questa scelta.

    le considerazioni che ho fatto sulla cultura omosessuale sono a lato. certamente decideranno loro cosa sia bene o male, io dal mio personale e parzialissimo punto di vista esprimo delle perplessità sui modelli che stanno costruendo e seguendo. e lo dico perché, pur essendo del tutto estraneo ai loro problemi e al loro modo di vedere il mondo, sarei davvero curioso di vedere quali novità sarebbe in grado di portare una specificità omosessuale nella cultura e nella società. pensare a come ottenere dei figli che non si possono avere non mi sembra il modo migliore di cominciare.

    Comment di alessandro — 13 Marzo 2007 @

  5. penso che la domanda di ale sia davvero il sunto perfetto di ciò che penso, oltre al fatto che credo sia difficile dare una risposta.

    Comment di Caino — 13 Marzo 2007 @

  6. Alessandro, interessante il tuo post, ma sinceramente non capisco cosa sia “la differenza naturale” tra coppia omosessuale e coppia eterosessuale.. Non sono un omosessuale, ma come donna so per esperienza che delle “differenze naturali” è bene diffidare…
    cmq complimenti per il blog (la mia mail su Gmail l’hai ricevuta? non ero sicura che fosse l’indirizzo giusto..)
    ciao!
    carola

    Comment di carola — 15 Marzo 2007 @

  7. mhh… forse “procreare”??

    Comment di Tambu — 15 Marzo 2007 @

  8. grazie mille carola, ho risposto alla tua mail.
    la differenza naturale è che la coppia eterosessuale è formata da un uomo e da una donna, e la coppia omosessuale è formata da due uomini o da due donne ;-)
    differenza naturale e osservabile. anche da un bambino, anzi soprattutto da un bambino, visto che è dei suoi diritti che volevo parlare.
    la diffidenza che puoi avere come donna sulle “differenze naturali” immagino che sia dettata dalla discriminazione che la donna ha patito in molte circostanze nella storia in nome di una presunta “superiorità” naturale dell’uomo. la capisco, ma spero che tu capisca la mia diffidenza verso certi criteri di “uguaglianza” imposti ideologicamente. io ci terrei ad avere delle leggi che si prendono la responsabilità di vedere le differenze che può vedere anche un bambino.

    Comment di alessandro — 15 Marzo 2007 @

  9. mi spiace ma continuo a non capire il significato di “condizioni iniziali” (di cosa?) né di “differenze naturali”: l’omosessualità è naturale, c’è in tutto il regno animale. il fatto che nell’omosessualità non sia possibile la procreazione non mi sembra rilevante poiché anche tra eterosessuali esiste l’impossibilità a procreare.

    visto che entrambe le condizioni non sono esclusive di un tipo di sessualità – e che tutto questo non ha nulla a che fare coi modelli di ruolo all’interno di una coppia, che si esprimono indipendentemente dalla sessualità, mi resta ancora da capire quale siano le ragioni scientifiche, e quindi non ideologiche, di non consentire l’adozione ai non eterosessuali.

    diciamo che poiché partiamo da presupposti diversi non saremo mai d’accordo, ma mi resta ancora da ottenere un fondamento scientifico alla scelta, che secondo me in questo caso dovrebbe essere l’unico criterio sui cui si basi la giurisprudenza.

    in uno stato laico, che noi non siamo, sia chiaro.

    Comment di vanz — 15 Marzo 2007 @

  10. inoltre, scusa se imperverso, “non posso stabilire a priori che questo, nella storia futura di un bambino, non rappresenterà un problema” vale per qualunque coppia a cui si decida di affidare un bambino.

    non c’è alcun modo di credere ragionevolmente che la coppia etero “si occuperà di lui al meglio”, né che resterà insieme: buona parte non lo fanno. il tasso di separazione delle coppie nel mondo occidentale ormai rasenta il 50%.
    non ho dati a supportarlo, ma dubito decisamente che quello tra coppie omosessuali sia più alto.

    Comment di vanz — 15 Marzo 2007 @

  11. a me sembra chiaro. non saremo mai d’accordo, ma nel mio ragionamento, anche se non è condiviso da tutti, non ho lasciato nulla di poco chiaro.

    “condizioni iniziali”: un uomo e una donna che hanno fatto un figlio.

    mai detto che l’omosessualità non sia naturale.

    il fatto che due omosessuali non possano procreare è rilevante ai fini di stabilire a chi affidare il bambino da adottare, perché in mancanza di altri criteri validi non si può far altro che cercare di ricreare le condizioni naturali in cui normalmente si trova a nascere un bambino, e cioé da un padre uomo e da una madre donna. questo è esclusivo: non può avvenire altrimenti.

    che i modelli di ruolo si possano esprimere *anche* indipendetemente dalla sessualità non è qualcosa di cui può occuparsi un qualcuno che deve decidere un affidamento. perché dovrebbe farlo? è davvero una complicazione inutile di un compito già difficile.

    ragioni “scientifiche” in questo tipo di questioni non capisco cosa voglia dire: dovresti definirlo, visto che lo ritieni l’unico criterio valido. per me potrebbe essere sufficiente cercare di ridare al bambino un padre e una madre così come li presenta la natura. mi sembra facile e condivisibile (e, perché no, “scientifico”): i motivi per cui alcuni non condividono questo criterio perfettamente laico sono, a mio parere, ideologici.

    io non ho detto che ci sono dei criteri per stabilire che la coppia etero si occuperà al meglio del bambino e la coppia omo no. anzi, ho detto chiaramente che ritengo una coppia omosessuale capace di educare un bambino. e certo i rischi ci sono per qualsiasi coppia. ma oltre al rischio della possibilità di insuccesso della coppia c’è anche l’eventualità che l’adottato, retrospettivamente, se ha qualche motivo di risentimento verso i genitori adottivi giudichi sbagliato l’essere stato affidato a una coppia omosessuale, mentre il contrario mi pare molto improbabile.

    Comment di Alessandro — 16 Marzo 2007 @

  12. e l’eventualità che l’adottato, retrospettivamente, se ha qualche motivo di risentimento verso i genitori adottivi giudichi sbagliato l’essere stato affidato a una coppia eterosessuale che si è lasciata dopo sei mesi o due anni dall’adozione, non è altrettanto problematica? e non è anche una situazione ben più probabile, allo stato attuale delle cose? sto dicendo non solo che non c’è modo di prevedere cosa accadrà in futuro a una coppia adottiva, ma nemmeno di applicare criteri di un’ipotetica quanto indimostrabile riduzione del danno, certo non basandoli sulla cultura corrente.

    il fatto che l’adottato possa giudicare sbagliato l’essere stato affidato a una coppia omosessuale in quanto omosessuale può dipendere solo da una convinzione diffusa, assorbita culturalmente dal pargolo, che vede solo le coppie etero in grado di assumere ruoli genitoriali. e questa stortura culturale secondo me non si corregge certo sancendola per legge, come farebbe il divieto per le coppie omosessuali di adottare. le società mature hanno il coraggio di fare scelte legislative che sanno essere giuste.

    per la cronaca, l’adozione per coppie omosessuali è consentita, con alcune diferenze, in Australia, Regno Unito, Canada, Paesi Bassi, Belgio, Svezia, Spagna, Danimarca, Islanda, Norvegia, Francia, Germania e persino nei teoconservatori USA (9 stati). immagino che questi problemi se li siano già posti in modi ben più approfonditi di quanto potremmo fare in Italia. (fonte)

    poi è chiaro che non ci vuole il far west: ci sono tutta una serie di verifiche sugli aspiranti adottanti (da noi fin troppo severe, in altri paesi meno) che restano valide.

    Comment di vanz — 18 Marzo 2007 @

  13. l’adottato può capire, retrospettivamente, che l’eventualità di cui parli tu è un rischio che dipende statisticamente dall’attuale tendenza delle coppie a separarsi, e può concludere che chi ha deciso l’affidamento abbia fatto il possibile per ridurre il rischio di un insuccesso, mentre potrebbe pensare diversamente in caso di affidamento a una coppia omosessuale: un fattore di rischio gratuito in più, che sarebbe già presente al momento dell’adozione.

    questo rischio a mio parere esisterà sempre: non dipende principalmente da fattori culturali. pur ipotizzando che tra venti o trent’anni le convivenze omosessuali diventino un fatto comune e accettato da tutti (e, tra l’altro: non sarà il caso di attendere che avvenga questo passaggio culturale per considerare l’opportunità di concedere le adozioni anche alle coppie omosessuali? giusto per non rischiare di far sentire gli adottati cavie di un esperimento sociale, che non dev’essere una bella sensazione. le legislazioni cambiano anche in base a come il popolo concepisce i rapporti tra gruppi e individui, non c’è niente di strano. perché allora dovremmo farlo ora? per il gusto di una scommessa? per adeguarci acriticamente alle legislazioni di altri paesi che a mio parere stanno sbagliando?), ci potrà essere sempre un adottato che riterrà di essere stato escluso arbitrariamente dalla possibilità di avere dei genitori di sesso diverso, ovvero il più possibile vicini a dei genitori naturali. scusa, sarò vittima di chissà quali condizionamenti culturali, ma non trovo argomenti convincenti per smettere di pensare che questo sia *meglio*. una coppia omosessuale può essere bravissima a vestire i ruoli di papà e mamma, ma potendo scegliere credo che sia meglio che continui ad essere la donna a fare la mamma e l’uomo a fare il papà. potendo scegliere, appunto: è il caso delle adozioni.

    mi piacerebbe avere dei dati sulle reali adozioni da parte di coppie omosessuali nei paesi che le permettono, soprattutto sull’incidenza numerica sul totale delle adozioni. ad ogni modo non li ritengo paesi più evoluti o più *laici* dell’italia. l’adozione alle coppie omosessuali per me non è giusta, è un errore. anche se tutte le adozioni di questo tipo attualmente in corso concludessero felicemente il loro percorso educativo: non cambierei idea neanche di fronte a un dato del genere, che è comunque molto difficile da estrapolare dall’analisi dei casi concreti. per quanto riguarda l’italia, mi auguro che non sia mai permessa. se dovesse accadere lo riterrei un problema da risolvere, una scelta sbagliata da contrastare democraticamente, non certo un progresso. sarebbe un cedimento a un certo relativismo che soffia in direzione contraria allo spirito della nostra costituzione e che è un problema sociale e civile, non etico o religioso.

    ma sai qual è il mio timore più grande? che l’europa tenti prima o poi di imporre anche queste scelte, come impone ora le misure delle zucchine. sarò retrogrado, ma se si arrivasse a questo mi incazzerei davvero come una biscia. e l’agguato di qualche anno fa a buttiglione, al quale è stato fatto capire senza tanti complimenti che in europa, su certi temi, ci sono idee di serie a e idee di serie b (quindi: che la libertà di opinione non è poi così voltairianamente garantita), non mi fa stare molto tranquillo.

    Comment di Alessandro — 18 Marzo 2007 @

  14. Alessandro, l’Europa prima o poi le imporrà, come è giusto che sia con tutte le questioni – di coscienza o meno – che limitano i diritti civili e le libertà del cittadino (in particolare se discriminato). E’ inutile incazzarsi. La questione in verità, diciamolo, è religiosa, e ‘Europa a differenza dell’Italia è laica e va sempre più verso la laicità e le libertà di scelta individuali: prima o poi riterrà imprescindibili queste scelte per poter aderire al consorzio dei paesi civili. E’ inevitabile.

    Comment di vanz — 20 Marzo 2007 @

  15. no, non è una questione religiosa, non è inevitabile e l’europa non può permettersi di imporre questi criteri agli stati membri: non accade neanche negli stati uniti. da tutto ciò che è scaturito dalla discussione, molto interessante, è evidente che abbiamo idee di laicità, libertà di scelta, diritti civili e discriminazione molto diverse. può darsi che in futuro si trovi una sintesi, ma il punto a mio parere è un concetto di “uguaglianza” equivoco. per trovare la soluzione occorre riflettere su questo.

    Comment di Alessandro — 20 Marzo 2007 @

  16. […] al decreto sicurezza, emendamento contro il quale si sta lodevolmente spendendo la Binetti, post come questo saranno perseguibili per legge perché avrebbero un contenuto discriminatorio. Dichiaro fin da ora […]

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  17. […] di matrimonio non è indifferente che sia tra individui dello stesso sesso o di sesso diverso. La differenza tra le due unioni è una differenza reale e non un’astrazione e produce conseguenze diverse […]

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  18. Le obiezioni che porti all’adozione omosessuale mi sembrano altamente labili: Cosa significa dare la precedenza ad una coppia omosessuale, eterosessuale o a single? Il fatto che l’adozione omosessuale possa essere permessa, non implica che le coppie eterosessuali debbano essere scavalcate! è giusto dare prima la precedenza a dei genitori di sesso diverso, ma vorrei ricordarti che i bambini adottabili all’estero sono in numero estremamente superiore alle richieste. nelle favelas brasiliane gli orfani sono addiritura costretti a riunirsi in “bande” per sopravvivere sulla strada: vorse questo tipo di vita è preferibile all’omogenitorialità? Vorrei inoltre ricordarti che l’adozione non consiste nel diritto del bambino di avere due genitori di sesso diverso, ma “L’adozione è un istituto giuridico atto a garantire, ad un minore in grave stato di abbandono o di maltrattamento, il diritto a vivere serenamente all’interno di una famiglia diversa da quella biologica” punto. La cosa che più mi ha colpito è stato il ripetersi dell’aggettivo naturale, come so l’omogenitorialità non lo fosse. Vorrei ricordare che in natura l’omosessualità è stata studiata in 19 specie animali, come è stata riscontrata l’omogenitorialità. Vedi poi il celebre caso dei due pingini dello zoo di New York, un tenero esempio di come la natura sia molto più corretta di molti esseri umani.

    Comment di Overseasl — 20 Settembre 2008 @

  19. no, implica che i diritti del bambino siano scavalcati! :-)

    vorrei ricordarti che il problema della difficoltà dell’adozione internazionale è un altro problema. troviamo il modo di rendere più facili le adozioni per tutti i bambini che ne hanno bisogno e poi vediamo se non salta fuori un numero sufficiente di coppie di “veri” mamma e papà disponibili.

    la definizione che riporti è corretta, bisogna poi definire cos’è una famiglia :-) e per le ragioni che ho ampiamente spiegato trovo veramente difficile sostenere che il diritto del bambino ad avere una mamma e un papà possa soccombere a qualsiasi altra considerazione.

    riportami dove ho scritto che l’omogenitorialità non è naturale.

    riportami dove ho scritto che l’omosessualità non è naturale.

    Comment di alessandro — 20 Settembre 2008 @

  20. Cari Cronache e Overseasl, sto seguendo con passione la vostra discussione e sono un po’ ubriaco nel rimbalzo tra un post e un altro. Non intervengo sull’argomento principe, perché non saprei dire niente di nuovo rispetto a quello che ho sentito da voi. Vorrei però rilevare l’uso grossolanamente scorretto della deduzione logica testé illustrata da Overseasl: accade “in natura”, quindi è “giusto” (o “bello”, o “morale”, a seconda delle sfumature filosofiche). Trattasi di un espediente retorico molto usato negli ultimi tempi, ma di nessun aiuto alla ragionevolezza del discorso. Nel caso in questione, poi, la contraddizione è doppia. Mi spiego con alcuni controesempi.

    Non gradirei (in quanto maschio eterosessuale) la vita familiare delle mantidi, o delle api. Gradirei molto di più quella del leone: alcune donne che soddisfano ogni mio desiderio sessuale e alimentare. Nel caso, ci sarebbero alcune lettrici risentite ad accusarmi di essere il solito maschio sciovinista. Potrebbero ricordarmi che a volte arriva un leone più giovane e bello, manda via il vecchio padre-padrone e uccide i cuccioli: nel caso, le femmine trovano convenientissimo accoppiarsi col nuovo arrivato. Tale comportamento ha un suo evidente vantaggio evolutivo, ed è presente in moltissime specie, tra cui ad esempio i gorilla, dai quali ci separano pochissimi geni. Sfido chiunque a dire che sarebbe un comportamento sensato nella scimmia umana.

    D’altra parte, se due pinguini dello zoo si mettessero, che so, a mangiare panini di McDonald’s con grande soddisfazione, saremmo tutti lì a dire che lo zoo rincoglionisce queste povere bestiole, proprio perché le strappa via dal loro ambiente naturale. Che due pinguini dello zoo abbiano un comportamento omosessuale può anche fare tenerezza, ma nessuno dica che questo ha a che fare con un comportamento naturale.

    Ovviamente, sarebbe altrettanto patetico se il cardinale Bagnasco portasse a suo vantaggio l’esempio di numerosi altri pinguini, che nel freddo antartico trovano corretto farsi un mazzo così per la loro famiglia tradizionale.

    Comment di galliolus — 20 Settembre 2008 @

  21. esatto galliolus, patetico è la parola giusta. bisogna dare atto però a overseasl che argomentazioni simili colgono nel segno se sono dirette verso i veri omofobi, cioé verso chi ha problemi ad accettare l’esistenza stessa dell’omosessualità.

    Comment di alessandro — 22 Settembre 2008 @

  22. Oh,rieccoci a discutere anche dell’adozione. Vorrei sottolineare come ti sia già stata fornita l’interpretazione del concetto giuridico di famiglia secondo la cassazione, ma tu hai deciso contra legem che quella omosessuale non sia una famiglia “vera” .. dunque di che cosa dicutiamo? la giustizia ha già parlato! Ho semplicemente detto che mi ha colpito l’uso dell’aggettivo naturale, non che secondo te l’omosessualità non lo sia. Se poi ti senti preso in causa, un motivo ci sarà.

    L’ultima riflessione per gallius: grazie dell’interesse. a parte questo, sostenere che l’omosessualità esista in natura – elemento che certa gente ancora ignora – non implica che per questo l’omosessualità diventi “giusta”,anche perchè lo è a prscindere. I comportamenti citati non sono in sè sbagliati nel mondo animale, ma lo sono nella realtà soiale, che impone un modello di comportamento molto differente da quelli di mantidi,api, leoni e bestie in generale. D’altro canto, và notato come l’omosessualità esista da sempre fin nelle più antiche società umane, e non sia quindi un mero aspetto della sessualità animale. Per quanto riguarda i pinguini – la cui omosessualità è stata riscontrata anche al di fuori della cattività – maniare panini non credo rientri nei comportamenti istintivi dell’animale. Se l’omogenitorialità in alcuni casi invece si,questo dovrebbe far riflettere chi considera l’omosessualità aberrazione.

    Comment di overseasl — 22 Settembre 2008 @

  23. la cassazione dà una definizione giuridica di famiglia che non coincide con la definizione contenuta nella costituzione. in parte può essere intesa come un aggiornamento, in parte è in contrasto. non mi risulta che il “superamento” del dettato costituzionale debba essere automatico. quindi vedremo che succede. come ti ho detto, non ho nessun problema ad accettare una sentenza o una legge anche se non la condivido. niente impedisce che un domani possa essere superata o riformata. perché non è in dubbio per me, come per molti altri italiani, che chiamare “matrimoni” le unioni omosessuali non sarebbe un progresso.

    l’uso della parola “naturale” mi sembra perfettamente coerente con il contesto.

    Comment di alessandro — 22 Settembre 2008 @

  24. Siamo da capo. Ciò che accadeva nelle antiche società umane non ha alcun interesse in questo contesto. Potrei risponderti che passo i fine settimana a guardare combattimenti all’ultimo sangue tra schiavi, e ciò è perfettamente legittimo in quanto accadeva in antiche e civilissime società umane.

    Non voglio qui difendere l’omosessualità o l’eterosessualità, ma la logica.

    Comment di galliolus — 22 Settembre 2008 @

  25. Dunque, ho due repliche da fare:

    ALESSANDRO, a me sembra invece che tu abbia qualche problema a accettare una norma che non ti aggrada, o ti saresti spontanamente aggregato alla sentenza di cassazione. Il fatto che il tribunale supremo si esprima su un tema non tutelato dalla norma dovrebbe far riflettere: significa che nel nostro paese esiste un “buco nero” normativo che riguarda l’omosessualità in tutti i suoi aspetti giuridici, e questo la dice lunga su come oggi l’omosessualità sia tutelata. Il problema qui non è chiamare in un certo modo le unioni omosessuali, ma l’esistenza stessa di tali unioni, che secondo qualcuno sono inappropriate. Questo comunque ha poco a che fare con le adozioni, tema su cui ho cominciato a commentare e che è stata riconosciuta diritto del soggetto omosessuale. Vedi un pò tu.

    GALLIOLUS, non ho detto che l’omosessualità sia “giusta” perchè accadeva nelle società umane e nel mondo animale. Del resto,essendo l’omosessualità fatto e non opinione, sarebbe alquanto inutile definirla giusta o ingiusta, visto che resterebbe comunque invariata. Voglio solo sottolineare che l’omosessualità esiste da sempre nel mondo umano e animale – cosa che, te lo posso assicurare, molte persone ignorano. Buona giornata

    Comment di overseasl — 23 Settembre 2008 @

  26. io non posso rispondere di ciò che pensano altri sulle unioni omosessuali. per me esistono e non sono un problema finché non pretendono statuti giuridici inappropriati. il buco esiste, ma non è un “buco nero”, c’è solo qualche falla.

    se la tendenza giuridica è quella che dici ne prendo atto, ma non mi trova d’accordo. come non sono d’accordo che l’adozione possa essere definita un diritto delle coppie omosessuali. sarò prima o poi in minoranza, pazienza.

    Comment di alessandro — 23 Settembre 2008 @

  27. Resto di stucco al tuo pazienza! Una cosa che la maggior parte degli etero non capisce è che mentre per loro questa e tante altre sono discussioni fatte tanto per fare senza neanche aver chiari i concetti di cui si sta parlando, per gli omosessuali adottare, non adottare, posarsi e on sposarsi è un fatto che può cambiare la vita. Altro che pazienza.
    E di che statatuti giuridici inappropriati stai parlando? Non esiste una norma che stabilisce che le convivenze siano solo etero! Se la falla rigurda la vita di milioni di cittadini, è evidente la necessità di tapparla.

    Comment di overseasl — 24 Settembre 2008 @

  28. non so gli altri, io i concetti li ho chiarissimi. certo, anche a me cambierebbe la vita adottare un figlio, ma sono single e neanche lo chiedo. non penso neanche di avere il diritto di chiederlo, anche se potrebbe farmi piacere, perché no.

    stiamo parlando di norme che non esistono, appunto. io sto dicendo come a mio parere, se proprio deve esistere, dovrebbe essere. la falla che riguarda milioni di cittadini è relativa: le convivenze non sono proibite, possono essere già regolate secondo accordi privati, il dibattito che c’era stato sui dico, sui quali sono sempre stato possibilista, verteva sulla opportunità di aggiungere qualche garanzia pubblicistica ai vincoli di solidarietà. qualche cosa da mettere a posto, insomma. ma non è che i diritti individuali siano gravemente compromessi con la situazione attuale. ci sono cose più urgenti e importanti, senza dubbio.

    Comment di alessandro — 24 Settembre 2008 @

  29. A me non sembra che tu i concetti li abbia chiarissimi, ma sarà una mia opinione. Per quanto riguarda l’adozione dei single, è cosa ben diversa dall’omogenitorialità.
    Se poi il fatto che milioni di cittadini siano privi di tutela giuridica pari a quella del matrimonio – che non a tutti è permesso! – è per te un problema relativo ..

    Comment di overseasl — 25 Settembre 2008 @

  30. e cosa c’è di diverso tra l’omogenitorialità e l’adozione dei single? che gli omogenitori sono due? allora c’è una discriminazione sul numero :-)

    il matrimonio è permesso a tutti quelli che sono *capaci* di contrarlo, cioé le coppie eterosessuali. un problema “relativo”? no, non è un problema per niente. il problema relativo è per me il fatto che forse si potrebbero considerare rilevanti anche per il diritto pubblico alcuni aspetti delle convivenze (prevalentemente patrimoniali e di previdenza sociale), tutto qui. se il dibattito fosse solo su questo sarebbe meglio.

    Comment di alessandro — 25 Settembre 2008 @

  31. Se non conosci la differenza tra omogenitorialità e adozione da parte di un single basta il dizionario. è propio vero: tu i concetti li hai chiarissimi. non mi risulta che una coppia omo sia INCAPACE, semplicemente la legge lo vieta. è evidente che una soluzione sarebbe “considerare rilevanti anche per il diritto pubblico alcuni aspetti delle convivenze (prevalentemente patrimoniali e di previdenza sociale)” trasformandole quindi in matimonio, e ti ricordo che è appunto la richiesta del mondo omosessuale. Se poi siamo d’accordo su questo, il dibattito lo possiamo anche chiuere qui.

    Comment di overseasl — 26 Settembre 2008 @

  32. riconoscere la valenza pubblicistica di alcuni aspetti delle convivenze si può fare anche senza chiamarle “matrimoni”, e senza equipararle ai matrimoni.
    sì, se pensi che basti il dizionario per liquidare la mia domanda penso proprio che la discussione si possa chiudere qui… :-) è stato un piacere, grazie. senza ironia.

    Comment di alessandro — 26 Settembre 2008 @

  33. Prego.

    Comment di Overseasl — 27 Settembre 2008 @

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