O uno dei limiti, se volete.
Voce carnevale.
“Il carnevale rappresenta da sempre una festa del popolo, che si contrappone alle festività religiose ufficiali”.
Mah. Che sia una festa del popolo non c’è dubbio. Ma anche le feste religiose lo sono. E anche se il carnevale non è una festa liturgica, è nata e ha senso solo perché esiste un calendario liturgico. Quindi non è in contrapposizione alle feste religiose, che poi non sono “ufficiali” nel senso di espressione di un potere dominante al quale l’anarchico carnevale si contrappone, ma sono feste che nascono dal sentimento religioso di un popolo e sono espressione della sua identità.
Insomma, per farla breve: non sono d’accordo.
Quindi che faccio? La filosofia wiki mi permetterebbe di editare la pagina. Ma ha senso che lo faccia? Poi l’autore del testo magari se ne accorge e la cambia a sua volta. Apro una discussione in merito? Sì, potrei. Ma dove mi porterebbe? Perché l’obiezione su quel contenuto porta con sé in realtà un’obiezione più radicale all’ equivoco tipico dell’enciclopedismo, che non mi piace veder riportato sul web, pur con il pregio della continua emendabilità che un’enciclopedia offline non potrà mai avere.
L’equivoco dello stile da voce enciclopedica è la tentazione di presentare come oggettivi e scientifici dati che non lo sono, e come fatti delle opinioni. L’estensore o gli estensori della voce che ho portato ad esempio introducono un elemento ideologico in una trattazione che al 99% è costruita con dati interessanti e utili. È vero che l’ideologia si fa anche con la selezione, non solo con le opinioni presentate come fatti, però mi capita spesso di imbattermi in affermazioni non condivisibili da tutti che possono essere evitate.
Wikipedia è grande, bella e utilissima, e sono veramente contento che esista. Però, se devo pensare a un modello di diffusione di contenuti sul web, preferisco pensare alla polifonia dei blog. Voci diverse che non pretendono oggettività e ufficialità, che puntano tutto sulla credibilità e sull’interesse del “mio”, del “tuo” modo di guardare le cose, di persone che si confrontano e si contrappongono.