Cronachesorprese

7 Febbraio 2007

À la chronique comme à la guerre

Filed under: news factory — alessandro @

antonio di pietro su youtube
L’esperimento di comunicazione del ministro – blogger Antonio Di Pietro, considerato in tutti i suoi elementi nonché nelle reazioni suscitate (gli uni e le altre messi bene in fila in alcuni degli ultimi post di Antonio Sofi), porta con sé il giusto grado di provocazione ed è un buono spunto per considerare il rapporto tra giornalismo e comunicazione politica. A me non interessa se, come dice Mantellini, Di Pietro ha sbagliato dal punto di vista istituzionale: spetterà a Prodi, eventualmente, obiettare qualcosa e dare delle regole ai suoi ministri.

Che la politica faccia di tutto per uscire sui media secondo i propri desiderata è logico e normale. A volte lo fa in maniera accettabile, altre volte in maniera arrogante. Se però il politico decide di saltare la mediazione giornalistica può veramente dire ciò che vuole: dovrà rendere conto al massimo ad alleati e colleghi di partito.
La reazione di Simonetta Guidotti, giornalista di Rainews 24, è davvero sconfortante: “«Ma signor ministro… – avrebbe detto – Lei capisce che se invece di fare le conferenze stampa e dare interviste ai giornalisti tutti si mettono su Internet il nostro lavoro è praticamente finito…».

Io, al contrario, pensavo che la conferenza stampa fosse uno dei tanti modi per incominciarlo, il lavoro di un giornalista. Se i giornalisti accreditati per tallonare i pezzi grossi della politica si sentono i sacerdoti di quel tipo di informazione, e soprattutto pensano che il loro compito si esaurisca lì, forse c’è qualcosa che non va. Di Pietro che racconta con parole sue cosa è accaduto in un consiglio dei ministri è una fonte come un’altra. In conferenza stampa magari direbbe cose diverse. Che lui decida di comunicare così è interessante, e non toglie proprio niente al lavoro del giornalista, anzi aggiunge elementi in più da vagliare. Veramente stupido, poi, presumere che il cittadino che arriva a sorbirsi il resoconto di Tonino su youtube non vada subito a vedere cosa ne dicono i giornali. Stupido insomma pensare che un esperimento così annichilisca la mediazione giornalistica.

Ancora una volta si manifesta questa specie di sindrome da accerchiamento che soffrono molti giornalisti quando considerano la proliferazione di voci, di mezzi, di professionalità nuove. Oggi sono i blogger, domani è il citizen journalism, dopodomani gli aggregatori di news, ogni giorno una nuova minaccia. Eppure il giornalista dovrebbe, in un certo senso, godere di tutto questo. Sapere che il suo punto di osservazione (non il suo sguardo) è sempre mobile, non è mai lo stesso. Cambia ogni giorno, ed è buono e giusto che sia così.

5 Comments »

  1. concordo con la tua proficua impostazione. In molti lo stanno già capendo, le altre sono posizioni di retroguardia, che non avranno vita lunga :)
    ciao!

    Comment di Antonio Sofi — 7 Febbraio 2007 @

  2. anch’io l’ho trovata carina, questa cosa di tonino su youtube :-)

    Comment di alga — 7 Febbraio 2007 @

  3. Iniziativa interessante, anche se politicamente ho qualche dubbio: se è il ministro che parla, perché usa youtube e non il sito del ministero? E se non è il ministro, chi è? Uno che vuole in qualche modo smarcarsi dal governo? Ma allora, che credibilità possiamo dargli? Se l’iniziativa avrà successo, andiamo verso un’epoca in cui, dopo ogni consiglio dei ministri, ognuno – con i sottosegretari sono un centinaio! – va su youtube e dà la colpa agli altri dell’aumento delle tasse e si prende il merito dell’aumento del pil. E l’opposizione non starà certo a guardare!
    Certo che l’attuale cronaca politica è a dir poco insoddisfacente: una serie di sconosciuti che si rimbalzano l’un l’altro brevi dichiarazioni inutili: coesi contro divisi su tutto, grandecentristi contro bipolari, cattolici adulti contro atei devoti, teocon contro teodem, antiamericani contro irrituali. C’era più chiarezza ai tempi delle convergenze parallele… in questo senso, bravo Tonino!
    Ma forse il vero problema è un altro: vivamo in un paese in cui Antonio Di Pietro rappresenta una punta di innovazione tecnologica.

    Comment di searcher — 7 Febbraio 2007 @

  4. sì searcher, questo pare davvero essere un grande problema :-)
    il casino istituzionale che teoricamente si può creare non mi interessa tanto. i video su youtube in fondo si possono anche contraddire, ognuno ha il suo punto di vista, e differenze profonde ci possono essere anche tra ministri di uno stesso governo. dobbiamo abituarci alla coesistenza di voci diverse. sarebbe un problema se ognuna di queste voci fosse diffusa secondo le logiche televisive: ma un video non è televisione. un video in rete è un’altra cosa. è una voce, non la voce, per quanto importante come quella di un ministro. un ministro blogger, appunto. non credo che aspiri ad essere un grande fratello, il tonino :-)
    quindi non temerei la babele istituzionale. e, soprattutto, sarebbe bene che i giornalisti in crisi di nervi considerino (e rispondo così anche ad antonio, che ringrazio) quanto può essere ancora più importante, in prospettiva di una moltiplicazione di queste iniziative, una mediazione giornalistica accurata e professionale.

    Comment di alessandro — 8 Febbraio 2007 @

  5. […] che snaturare la mediazione giornalistica sarebbe meglio saltarla direttamente (se ne parlava a proposito della comunicazione politica su Youtube, quasi un anno fa), in modo da darle la […]

    Pingback di Cronachesorprese » I have a dream: Mastella disintermediato, Media demastellizzati — 22 Gennaio 2008 @

RSS feed for comments on this post. TrackBack URI

Leave a comment


Powered by WordPress. Theme by H P Nadig