Cronachesorprese

29 Gennaio 2007

Un posto al sale

Filed under: cronache — alessandro @

saline di trapaniLeggo la giusta rimostranza dell’Alga per il furto con destrezza subito con il canone Rai, o per quel prelievo obbligatorio che almeno è percepito, con qualche ragione, come furto.
A cercare un po’ se ne troverebbero di aneddoti sugli accertamenti in stile Kgb per carpire alle ignare famiglie informazioni sull’uso dei televisori o di qualsiasi apparecchio abbia annesso un monitor.
A nessun legislatore è ancora venuto in mente che tutto ciò, oltre ad essere manifestamente iniquo e illiberale, è anche un bel po’ ridicolo? Forse è la coscienza del ridicolo l’unica molla che può far scattare qualcosa.

Non dubito che la questione non sia semplice da risolvere dal punto di vista normativo, ma il fatto è questo: il canone TV non ha più senso. Non ha più senso intenderlo come tassa sul possesso dell’apparecchio televisivo, come minimo. D’altra parte, si obietterà, la Rai è un servizio pubblico che non può non esistere e, quindi, va pagato dai contribuenti.
Stoppo in partenza tutte le ovvie considerazioni sulla qualità del servizio pubblico effettivamente erogato e pongo l’attenzione su un altro aspetto della faccenda. Se la Rai è considerata (a ragione a mio parere) come una risorsa importante per la collettività indipendentemente dalle abitudini degli utenti televisivi, non dovrebbe essere pagata dall’utente televisivo, ma dal cittadino. Dovrebbe essere quindi una delle tante voci che vanno a comporre le tasse. E dovrebbe essere pagata secondo il principio generale di progressività dell’imposta. I pensionati sotto i mille euro al mese potrebbero almeno avere la soddisfazione di vedersi Domenica in aggratis: indubitabilmente c’è di meglio nella vita e anche nella stessa televisione, ma in fondo meglio non indagare sulle motivazioni e sulle abitudini dei singoli utenti. Chiaro? Se si assume (come sembrano fare le norme che permettono accertamenti così invasivi) che l’utente televisivo coincide, con buona approssimazione, con il cittadino, allora è bene che chi ha di più paghi di più. Se l’alga fosse multimiliardaria non sentirebbe come un’ingiustizia pagare 150 euro invece che 104, così come non dovrebbe sentire ingiusto pagare di più, in valore assoluto rispetto ad altri contribuenti, per tutti gli altri servizi della pubblica amministrazione.

Ecco, io non capisco cosa aspetta lo Stato a fare questo passaggio. Mi sembra assurdo che lo schema del pagamento del canone Rai sia lo stesso di quando è nato il servizio televisivo. Negli anni cinquanta e sessanta si poteva facilmente distinguere tra un utente rai e un non utente. C’era chi aveva la televisione e chi non ce l’aveva. Ora che in ogni casa c’è un televisore o un monitor atto a ricevere trasmissioni televisive, far pagare la tassa sul possesso in base a un accertamento è come far pagare le tasse per la manutenzione delle strade accertandosi che ognuno di noi, uscendo di casa, prenda il marciapiede e non salpi, per dire, a bordo di una mongolfiera.

4 Comments »

  1. ahaha, il finale fiabesco è splendido!!! che bella immagine vedere la gente che molla l’ormeggio e sale verso il blu in giacca e cravatta :)

    Comment di Tambu — 29 Gennaio 2007 @

  2. perdonami, ma non credo proprio che il senso del ridicolo possa servire a qualcosa in questo paese :)

    Comment di estrellita — 29 Gennaio 2007 @

  3. estrella: temo che tu abbia ragione. ci pensavo stamattina leggendo del professore italiano in mongolia… :-/

    tambu: una roba alla mary poppins :-)

    Comment di alessandro — 29 Gennaio 2007 @

  4. se non soffrissi di vertigini, mi piacerebbe andare al lavoro in mongolfiera :-)
    sì sì.

    Comment di alga — 29 Gennaio 2007 @

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