Cronachesorprese

14 Luglio 2006

Iperrealismo delle keyword

Filed under: forse cercavi — cronachesorprese @

È la prima volta che mi capita di vedere una cosa simile: Newsland ha cominciato, non so da quando, a usare i testi dei post sui newsgroup per evidenziare parole chiave che rimandano a inserzioni pubblicitarie. In altre parole, se una parola pubblicata da un autore qualsiasi su un newsgroup rientra in un elenco di keyword acquistate dagli inserzionisti di Newsland, la parola diventa un link all’inserzione. Esempio: su it.arti.musica.spartiti un tale ha postato testo e accordi di L’amore conta di Ligabue? Benissimo, dice Newsland: evidenzio la parola amore tutte le volte che ricorre (una bella cifra, venti volte) e ne faccio un link a pubblicità di siti di agenzie matrimoniali e incontri online; dalla parola viaggio rimando naturalmente a inserzioni di agenzie di viaggio. Che bellezza…

Si dirà che è una fatale evoluzione della pubblicità su internet: del resto google fa comparire la sua famosa barra destra con le inserzioni dappertutto, non solo nelle pagine di ricerca e nei siti che accettano l’affiliazione ma anche nei messaggi di posta di gmail.
A me non sembra proprio la stessa linea. Google ha sicuramente raggiunto tecniche molto sofisticate di profilazione: non voglio neanche sapere incrociando quali dati, ma sta di fatto che gli annunci che appaiono sulla destra delle ricerche che faccio e delle mie mail sono sempre molto pertinenti e, in molti casi, interessanti. Però il confinamento delle inserzioni nella barra destra mi lascia libero. Anzi, poiché le inserzioni sono spesso interessanti, mi danno la possibilità di estensioni proficue alla navigazione. Insomma, non solo non mi danno fastidio, ma comincio seriamente ad apprezzarle. Con la barra destra di google ho scoperto servizi web che forse non avrei mai raggiunto, perché alla fine non riesco per mancanza di tempo e voglia a fare tutte le ricerche mirate che vorrei fare.

La pubblicità invade, da quando esiste, e non può fare altrimenti. Invade spazi: muri, mezzi pubblici, pagine di giornali, schermi televisivi e pagine web.
Le forme di invadenza variano da mezzo a mezzo. L’invadenza non può essere tale da far fuggire il destinatario del messaggio (che, non si dirà mai abbastanza, non coincide necessariamente con il potenziale cliente) ma non può neanche rinnegare se stessa: deve invadere, e trovare le occasioni e lo stile di invadenza più proficui.
Secondo me l’invadenza della pubblicità su internet dovrebbe avere un limite invalicabile, il contenuto: inteso non solo come testo, ma come progetto grafico ed editoriale. Le inserzioni dovrebbero stare in spazi appositi definiti dal progetto. Ciò che fa newsland è, da questo punto di vista, profondamente scorretto: perché è un’interferenza sul contenuto dell’autore, che non ha niente a che fare con Newsland e con qualsiasi sito decida di pubblicare i contenuti dei newsgroup. Le discussioni sui newsgroup sono notoriamente a formattazione zero perché viaggiano normalmente su protocolli di posta, non su http, anzi esistono specifiche di formattazione convenzionali per chi frequenta abitualmente i newsgroup, come gli asterischi per il grassetto. Il servizio che fornisce Newsland è la possibilità di leggere i newsgroup via web, cosa molto utile: dovrebbe fare molta attenzione a non adulterare il suo servizio principale. Aggiungere formattazione significa alterare il contenuto, che non è di proprietà di nessuno. Se un sito decide di sviluppare contenuti propri ci può anche stare che identifichi delle parole calde che rimandano a inserzioni pubblicitarie. Ma in quel caso i testi, oltre ad essere di proprietà del sito, saranno anche predisposti a questa funzione. Se invece prendo il mare magnum dei newsgroup e ne frullo tutti i contenuti filtrandoli attraverso un elenco di keyword, può succedere di tutto, creo collegamenti ipertestuali a caso che non rispettano la specificità del contenuto e non è detto che siano particolarmente premianti per gli inserzionisti. Non sarò io a premiarli, se non altro.

7 Comments »

  1. a prima vista pare una trasformazione verso uno spam-site.

    Ma l’utenza sa, nota, e punisce…

    Comment di Tambu — 16 Luglio 2006 @

  2. eheheheheh, speriamo che punisca, sì… non è così automatico sai? e intanto si scivola lentamente in abissi di torpore mentale… altro che retorica calcistica.

    sta roba è molto peggio :-(

    Comment di algaspirulina — 16 Luglio 2006 @

  3. automatico no, non lo è. ma anche l’automatismo inverso è molto difficile: l’efficacia dello spam su internet, in tutte le sue forme, è prossima allo zero. io “torpore mentale” nell’utente medio di internet ne vedo poco. il navigatore ricerca e sceglie, continuamente, molto più di un telespettatore. newsland fa una scelta che dice chiaramente che la sua capacità di dare servizi sta giungendo al capolinea? ci metto due secondi ad andare a leggermi i newsgroup su usenet.libero.it, su mailgate.org, su groups.google.com, e via discorrendo. se c’è qualcosa di davvero nuovo, in internet, è che si trovano sempre strade alternative per raggiungere un’informazione o un servizio. e farlo non è prerogative di pochi o dei più esperti, ma è conoscenza e prassi discretamente diffusa.

    Comment di cronachesorprese — 16 Luglio 2006 @

  4. ooopss, mi sono dimenticata di dire che stavo rispondendo a tambu…

    Comment di algaspirulina — 16 Luglio 2006 @

  5. si capiva. mi sono permesso di intromettermi ;-)

    Comment di cronachesorprese — 17 Luglio 2006 @

  6. hai fatto bene, Cronache, perchè la penso come te.

    E incidentalmente trovo groups.google.com dannatamente più efficace e comodo :)

    Tambu

    Comment di utente anonimo — 17 Luglio 2006 @

  7. C’è il fatto che l’invasione pubblicitaria permette l’accesso gratuito a servizi che altrimenti sarebbero a pagamento. Riprendiamo la giusta prospettiva: il fatto che alcune delle manifestazioni più interessanti di internet siano a gratuite se ti ciucci una pubblicità più o meno invadente è una delle pochissime ingenuità nelle quali sono cadute le grandi del IT, una delle pochissime vittorie del consumatore che non si caga (e non si cagherà mai, parliamoci chiaro, quante volte avete comprato in internet seguendo un link pubblicitario??? Io credo mai) il banner ma ottiene comunque il servizio. Quello che temo, semmai, è che molto presto una ricerca di mercato particolarmente ben fatta spiegherà a chi paga per tenere in piedi Google che col suo banner nella mia posta non gadagna un accidenti (anche perché il mio cervello ha imparato a non vederlo nemmeno più, con tutto che è mirato alle mie esigenze e mi vuole un gran bene) e a me toccherà cominciare a sborsare qualche dollaro al mese per la mia casella di Gmail… e, sapete, un dollaro qua, un dollaro là… preferisco il banner.

    Comunque non era per dire questo che ho scritto… l’intenzione era più “Bello il tuo blog, interessante, ripasserò, ti linko…”, quelle cose che dici quando capiti su un blog che vale la pena rivedere…

    Comment di robertpaulson — 23 Luglio 2006 @

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