Cronachesorprese

20 Giugno 2005

Sinestesie

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Io ascolto.

Voce gialla, acuta, liquida e impastata, con le sillabe che si allungano, legate una all’altra.
Voce rossa, grossa e piena. Bassa e grassa. Spessa.
Voce azzurra, dalle zeta che si sgranano e si sciolgono, ronzando sbiadite, fino quasi a diventare esse.
Voce arancione, aspra come limone, aspra come un’arancia quando tira le ghiandole e brucia, dura, dietro le mascelle.
Voce viola, velata e fastidiosa, insistente come un po’ di febbre, poca, che vibra nelle ossa e non se ne va.
Voce rosa, sottile e sibilante, che striscia un po’ sul fondo della gola e scivola piano fuori dalla bocca, come se colasse, lenta, tra le labbra.

Io ascolto.

Carlo Lucarelli, Almost blue

5 Comments »

  1. Paura, eh?

    T_xxx

    Comment di utente anonimo — 21 Giugno 2005 @

  2. paura? no, ammirazione… :-)

    Comment di utente anonimo — 21 Giugno 2005 @

  3. ma non ha inventato niente: ha copiato paro paro da rimbaud, voyelles. 1871!

    Comment di estrellita — 21 Giugno 2005 @

  4. certo, l’idea in sé non è originale. è bello come la utilizza lui nel contesto della storia. almost blue ha un registro da “auditivo” puro.

    Comment di utente anonimo — 22 Giugno 2005 @

  5. auditivo puro? devo proprio farmelo leggere…

    Ciao

    Ludi

    Comment di utente anonimo — 23 Giugno 2005 @

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